Anno | 2014 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 57 minuti |
Regia di | Angello Ferracuti, Paolo Marzoni |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 11 giugno 2014
Un intreccio forte di vita e letteratura, fatica fisica e impegno letterario.
CONSIGLIATO SÌ
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Luigi Di Ruscio, poeta italiano che ha lavorato per anni in una fabbrica di Oslo da emigrante, come molti della sua generazione, è stata una voce apprezzata e stimata nella letteratura italiana, per quanto poco noto al grande pubblico. Fermo ad un'educazione da quinta elementare ha imparato da autodidatta e la sua vita norvegese ha ricalcato in pieno quella di tutti gli italiani arrivati in quel paese in quegli anni. Il documentario di Angello Ferracuti e Paolo Marzoni ne ricostruisce le peripezie alternando poesie (narrate fuoricampo dalla voce di Ascanio Celestini) a testimonianze di chi l'ha conosciuto a qualche video di repertorio del poeta stesso.
Di Ruscio è più che mai un pretesto, la sua vita lontana dall'Italia un canovaccio sul quale La neve nera distende una storia più grande che gradualmente guadagna il proscenio: quella degli italiani in Norvegia. Perchè visto come un documentario su Luigi Di Ruscio il film appare molto convenzionale e debole, incapace di mettere in scena le peculiarietà artistica del poeta, nonostante il profluvio di versi, e disarticolato nel ricostruirne vita e pensiero.
Se invece si pensa ad esso come alle poesie del protagonista, se lo si immagina come una sineddoche per qualcosa di più grande, getta lampi sulla condizione universale dell'emigrato e in senso ancora più ampio sul concetto stesso di estraneità e sradicamento dalla propria terra, che illuminano gli anfratti meno raccontati di questo stato esistenziale.
Attraverso fattarelli, piccoli aneddoti o particolari (seri) che sconfinano nel comico involontario, la folla di anziani che rievocano la Oslo di quando vi sono arrivati, le difficoltà incontrate e la diffidenza locale (con un misto di orgoglio nazionale e malcelato amore per un popolo e una cultura che alla fine non solo li ha accettati ma gli ha dato quel lavoro e quella stabilità che cercavano), La neve nera forse ottiene l'opposto di ciò che cercava. Non si intravede nulla di Luigi Di Ruscio attraverso il racconto degli emigrati ma tantissimo di cosa sia emigrare in un luogo remoto e inospitale attraverso la storia e le conoscenze di Luigi Di Ruscio.