Anno | 2015 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Jeremy Saulnier |
Attori | Anton Yelchin, Imogen Poots, Alia Shawkat, Callum Turner, Joe Cole Macon Blair, Mark Webber, Patrick Stewart, Kai Lennox, Eric Edelstein, October Moore, David W. Thompson, Taylor Tunes, Joseph Bertot, Michael Draper, Andy Copeland, Brent Werzner, Lj Klink, Kasey Brown, Jake Love, Kyle Love, Jacob Kasch, Samuel Summer, Mason Knight, Colton Ruscheinsky. |
MYmonetro | 3,05 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 15 gennaio 2016
Una punk band che vede quel che non avrebbe dovuto vedere si ritrova assediata nel ritrovo d'estrema destra dove hanno appena suonato. Tutti sono pronti ad ucciderli. Al Box Office Usa Green Room ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 2,1 milioni di dollari e 91 mila dollari nel primo weekend.
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Una band punk a corto di serate accetta da un roadie scalcagnato di suonare ad un ritrovo di white supremacists, skinhead d'estrema destra da provincia americana. Giunti in loco la serata si svolge in uno scenario di grande tensione e la band la porta avanti con la sfacciataggine che gli compete ma la tragedia inizia a spettacolo finito, quando prima di andarsene sono involontari testimoni di un omicidio a sangue freddo da parte degli organizzatori. Rinchiusi in una stanza sanno che tutti lì fuori li vogliono morti e, a differenza loro, sono perfettamente in grado di ucciderli.
Il colore blu, quello delle rovine, era in Blue Ruin l'apice del cinema di vendetta, ora con il colore verde della stanza di Green room Jeremy Saulnier affronta il cinema d'assedio senza cambiare piglio. Sangue, risate e tensione, gli ingredienti sono gli stessi di moltissimo cinema d'exploitation dalla produzione facile, solo che per Saulnier non c'è nulla di facile. Il regista americano è uno dei pochissimi a produrre a basso budget film in cui la violenza è tanto potente quanto distante, brutale, cattiva e in mano a persone che non sono in grado di gestirla, come una pistola che potrebbe esplodere nella mano di chi spara in ogni momento. Ma ancor di più a stupire è la maniera in cui questo cineasta gira i suoi film di grandissimo intrattenimento: spaventato e timoroso dai massacri che mostra e che per questo sono ancor più vivaci di quanto non siamo abituati. Nei film di Saulnier anche i piccoli tagli bruciano e appaiono violenti come le grandi esecuzioni, anche i calci sembrano un atto intollerabile e da cui non si potrà mai più tornare indietro. Non è cinema dell'orrore ma lo spavento di fronte all'imminenza della minaccia è più tangibile che in quel genere.
Basterebbe il rigore estremo e il minimalismo con il quale monta i suoi film per fare di questo regista la promessa migliore del cinema di tensione, eppure al suo terzo film continua a dimostrare come, assieme all'ironia imprescindibile per potersi divertire assieme al proprio pubblico, abbia anche lo sguardo migliore. Green room non ha il rapporto complesso con il genere da cui proviene di Blue Ruin, è un film dalle qualità immediate e deliziosamente superficiali, mette in pratica il piacere di fare cinema dimostrando per l'ennesima volta che questo, anche per le storie più semplici, si annida nei dettagli e dalle motivazioni individuali. Dei molti protagonisti e antagonisti chi si salverà dall'assedio? A cosa era dovuta quella morte iniziale? Cosa muove i loro nemici? A tutte queste domande di rito il film risponde gradualmente, assecondando il flusso della narrazione senza mai interromperlo per fare posto alle spiegazioni o senza ricorrere ai suggerimenti che vengono da altre opere.
Per la prima volta in grado di accedere ad un cast di volti noti inoltre Saulnier sceglie di concentrare il meglio nel grande villain interpretato da Patrick Stewart ma la sorpresa è invece la piccola punk di Imogen Poots, racchiusa nello spavento all'inizio e al procedere del film sempre più personificazione del delirio sanguinario.
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Dopo lo scarso successo commerciale della loro tourneè itinerante, una giovane punk band viene indirizzata verso il rave party nello sperduto locale alternativo frequentato da una numerosa comunità neonazista. Testimoni involontari dell'omicidio di una giovane spettatrice però, saranno trattenuti contro la loro volontà e dovranno ingaggiare una dura lotta per la vita. [...] Vai alla recensione »
Secondo me la scena chiave del film è quando suonano la cover dei Dead Kennedys, facendo incazzare il pubblico. Io mi aspettavo una rissa, ma poi hanno iniziato a cantare le loro canzoni e il pubblico si è messo a pogare. Sembrava tutto troppo tranquillo. Ma fu lì che si sono resi i capri espiatori ideali per essere incolpati di quell'omicidio.
Un film di Jeremy Saulnier, oscillante tra horror splatter e black comedy, piuttosto noioso, con un cast appena decente, in cui spicca il vecchio Patrick Stewart,costretto, in un plot banale ed inverosimile, da una sceneggiatura tarantiniana, con dialoghi da teatro dell’assurdo, ad interpretare personaggi stereotipati, dal carattere superficialmente abbozzato, che si confondono nella [...] Vai alla recensione »
Film d assedio: gruppo eterogeneo di persone che devono unirsi per sopravvivere ad un nemico esterno che li soverchia in quantità e potenza. Da " Un Dollaro d' Onore" a " District 13 ", questo " Green Room" s inserisce nel solco del genere. Qui un giovane gruppo musicale punk, in ristrettezze economiche, accetta un ingaggio nella campagna dell Oregon [...] Vai alla recensione »
storia assurda dialoghi assurdi situazioni assurde...no, ridicole uno dei peggiori film mai visti
Era da tempo che non vedevo un film così brutto, melenso, senza senso e con una sceneggiatura ridicola ai limiti del paranormale. Interpretazioni quasi assenti, un soggetto che farebbe ridere i polli fino allo sfinimento e la regia... vogliamo parlarne? No no soprassediamo! Non capisco come questo filmetto da serie D abbia potuto ricevere un voto così alto da un sito serio come [...] Vai alla recensione »