L'Enlèvement de Michel Houellebecq

Film 2013 | Documentario 92 min.

Anno2013
GenereDocumentario
ProduzioneFrancia
Durata92 minuti
Regia diGuillaume Nicloux
AttoriMichel Houellebecq .
MYmonetro 2,71 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Guillaume Nicloux. Un film con Michel Houellebecq. Genere Documentario - Francia, 2013, durata 92 minuti. - MYmonetro 2,71 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 22 novembre 2014

I fatti accaduti a metà settembre 2011, durante il rapimento dello scrittore Michel Houellebecq.

Consigliato sì!
2,71/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 2,92
CONSIGLIATO SÌ
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Cinema
Una commedia fortemente dialogata in cui testa e fisico si misurano reciprocamente, prendono le distanze e si avvicinano.
Recensione di Gabriele Niola
Recensione di Gabriele Niola

È un fatto vero che una parte della stampa francese intorno al 2004 annunciò il rapimento dello scrittore Michel Houellebecq. In realtà si trattava solo di un problema che lo scrittore aveva con il proprio telefono cellulare che lo rese irreperibile per circa una settimana durante un viaggio in Nord America. Da quest'incomprensione che diede il via a diverse leggende metropolitane Guillaume Nicloux scrive e dirige un film in cui il rapimento avviene davvero e Houellebecq è prevelevato da una banda di improvvisati con i quali, nel tempo, stabilisce un curioso legame.
Già Jean Claude Van Damme nel 2008 aveva messo in scena il proprio grottesco e irreale rapimento in JCVD, un modo per svelare una parte della propria vita e della propria identità. Qui l'obiettivo di Nicloux e dello stesso Houellebecq è completamente diverso. Nel film non c'è nulla di reale sullo scrittore se non qualche opinione (già nota peraltro), molto di comicamente implausibile (gli avvocati che si presentano per il riscatto) e alcune deviazioni che appartengono al personaggio di finzione più che alla persona vera.
In poco tempo il film di Nicloux diventa una commedia fortemente dialogata in cui testa e fisico si misurano reciprocamente, prendono le distanze e si avvicinano. L'intellettuale dal corpo esile e i continui acciacchi contrapposto ai thai boxer imponenti, ignoranti ma curiosi di un mondo che non conoscono, tutti costretti in una casa, i secondi a fare da custodi del primo. Ben oltre la sindrome di Stoccolma, quello che si instaura tra rapito e rapitori è il più socialista degli avvicinamenti di classe, la comunicazione e l'empatia tra categorie umane molto lontane secondo la società ma molto vicine umanamente che comunicano attraverso i loro specifici. I rapitori nutrono Houellebecq, gli insegnano le arti marziali e gli procurano delle prostitute, lui risponde alle loro domande sulla letteratura e espone le sue idee sulla democrazia.
Proprio in questo continuo conflitto verbale sta però anche il limite principale di un film che nel realizzare uno dei molti sogni socialisti si ostina su dialoghi non sempre brillanti e li sostiene con pochissimi eventi. Se il corpo di Houellbecq (già esplorato quest'anno in Near Death Experience) si conferma un oggetto fuori dai canoni del cinema e per questo sempre interessante (basterebbe anche solo come tiene le sigarette), lo stesso non si può dire della sua recitazione, monocorde e a lungo tediosa. Il trio di attori che interpreta i rapitori ce la mette tutta per ravvivare le scene con caratterizzazioni molto riuscite e momenti di sottile umorismo ma lo stesso, alla lunga, il film mostra segni di stanchezza. Per fortuna un finale a 250 Km/h, in cui brivido, amicizia, passione e non detto si fondono in pochi secondi salva in extremis la parabola.

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Quando la realtà è più strana della finzione.
Overview di Gabriele Niola

C'è un finto rapimento che in realtà è una vera leggenda metropolitana e c'è uno scrittore che interpreta se stesso, o meglio una versione più divertente, grottesca e autoironica di se stesso.
Nel 2011 sul serio i giornali francesi cominciarono a speculare sulla "sparizione" di Michelle Houellebecq, ipotizzandone il rapimento. In realtà, si è scoperto poi, lo scrittore, in quel momento in tour negli Stati Uniti, aveva solo avuto dei problemi di connettività che lo avevano tenuto fuori dai radar per qualche tempo. Da qui è partito il regista Guillaume Nicloux per inventare un rapimento paradossale immaginato come un'assurda celebrazione di Houellbecq (i criminali pensano che Hollande verserà loro 20.000 euro per riavere indietro il "grande intellettuale") in cui i rapitori cercano di mettersi al suo livello e intavolare con lui delle puerili speculazioni teoriche, sviluppando una forma di sindrome di Stoccolma non troppo diversa da quella di altri film di "rapimenti illustri" come visto in JCVD.
Sempre di più al cinema i non attori arrivano ad interpretare se stessi o versioni distopiche di se stessi (ne sa qualcosa Eric Cantona che l'ha fatto per Ken Loach, ma anche il nostro Gianni Morandi in Padroni di casa), qui Houellebecq, contrariamente all'aperta finzione di Near Death Experience, si apre alle idee e alle invenzioni di Nicloux, non interpreta nulla se non i propri limiti. Il ridicolo spunto reale, cioè l'ossessione dei media per la presenza che li portò ad ipotizzare un rapimento senza nessuna base, verrà presto dismesso come il pretesto che è messo per far posto ad un confronto tra rapito e rapitori difficile da prevedere.

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