Anno | 2013 |
Genere | Drammatico |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Sébastien Betbeder |
Attori | Vincent Macaigne, Maud Wyler, Bastien Bouillon, Audrey Bastien, Thomas Blanchard Pauline Etienne, Jean-Quentin Châtelain, Olivier Chantreau, Eriko Takeda. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 7 settembre 2015
Due trentenni, Arman e Amélie, si inseguono, si innamorano e vanno in crisi. E le stagioni si susseguono. Il film è stato premiato a Torino Film Festival, Al Box Office Usa 2 Automnes 3 Hivers ha incassato 2 mila dollari .
CONSIGLIATO SÌ
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È autunno e Arman ha voglia di cambiare vita. Compiuti i trentatre anni decide per la salute e per la corsa al parco, dove incontra e si scontra con Amélie, una ricercatrice in cerca di se stessa. A turno si raccontano allo spettatore incrociando coi pensieri la vita di amici, genitori, fidanzati ed ex fidanzati. Abbandonato da Celine nel passato e innamorato di Amélie nella nuova stagione, Arman si confida da sempre con Benjamin, compagno di accademia a Bordeaux, che prova a riprendersi da un ictus e ad articolare con l'aiuto di Katia, un'ortofonista che soccorre i difetti di fonazione ma starebbe volentieri in silenzio. Dentro inverni rigidi e autunni crepuscolari, Arman e Amélie, Benjamin e Katia faranno esperienza della vita e della sua insostenibile gravezza.
Non contempla la primavera e non brucia dentro nessuna estate la commedia esistenziale di Sébastien Betbeder, che affida ai suoi attori, visibili e frontali voci narranti, il commento delle vicende. Nondimeno 2 Automnes 3 Hivers è un dramma ritrattistico che scioglie l'angoscia negli autoritratti dei personaggi, alla ricerca dell'identità nel modo di Munch, frequentato nell'epilogo. Sguardo in macchina, i protagonisti problematizzano, glossano, anticipano gli sviluppi futuri, suggeriscono allo spettatore le domande che è bene porsi, qualche volta lo depistano, più spesso lo indirizzano sulla strada giusta e verso la stagione più dura dell'anno. Le loro storie passano poi per i (loro) personaggi e per i luoghi che non parlano ma si fanno vedere. I luoghi che 'fa vedere' 2 Automnes 3 Hivers sono i parchi di Parigi, i suoi caffè, la sua metrò e poi fuori porta la montagna colta nel candore dell'inverno del nostro scontento.
Alla maniera delle sue opere precedenti (Nuage e Les nuits avec Théodore), il regista francese si confronta con altri immaginari e altre arti, mostrando e dando una forma all'amore. Diffuso di accenti rohmeriani e alla deriva verso il fantastico, 2 Automnes 3 Hivers aggiorna l'amore al presente, trovando un linguaggio che lo rende comunicabile e facendolo aderire al carattere di due stagioni.
L'amore secondo Betbeder si prepara in autunno e si concretizza nel movimento di tesaurizzazione dell'inverno, dove i sentimenti sorreggono un maggiore impegno e quindi sono soggetti a indebolimento e malattie. Attraverso un dispositivo, a volte troppo visibile, Sébastien Betbeder realizza un film che vive dentro la leggerezza dei cortocircuiti e la gravità di un minimalismo sentimentale, un film che insieme alla vita racconta la morte. Ma non la morte-spettacolo, piuttosto quella invisibile, quella di chi può vedere la propria vita perché non la vive più come Arman e come Benjamin, passati dall'altra parte per un breve intervallo. Un intermezzo che è bastato per vedere e vedersi. Dopo la coltellata in un vicolo e dopo l'ictus i due amici affrontano l'esperienza-limite della morte, concedendosi con il film un'escursione verso i territori del non visibile. Rendersi invisibili e vedersi vivere, fare i conti con chi si è stati, per se stessi e per gli altri, dentro autunni a cui si avvicendano inverni e poi ancora autunni.
A una stagione di passaggio succede una stagione 'ritirata' sotto la neve dove i personaggi di Betbeder resistono in profondità e in attesa. Forse dell'effervescenza della primavera e degli eccessi dell'estate.
2 Automnes, 3 Hivers non è un film. Potrebbe essere invece un libro . O un 'opera d'arte plastica. Strutturato in capitoli intercalati da una narrrazione pretenziosa e inventiva dove i protagonisti guardando in camera sembrano parlare direttamente con te spettatore, quasi tuoi amici, il film riesce a creare un livello di fruizione intimo, adeguato, personale.
In concorso al TFF una sorpresa piacevolissima . Un film intrigante ,simpatico , intelligente . Gli attori sono tutti bravi . Su tutti Vincent Macaigne , una rivelazione . Un piccolo film con delle grandi idee .