Titolo internazionale | Other Eyes |
Anno | 2013 |
Genere | Docu-fiction |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Silvio Soldini, Giorgio Garini |
Uscita | mercoledì 9 ottobre 2013 |
MYmonetro | 3,13 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 marzo 2015
La cecità unisce i protagonisti di questo film, senza impedire loro di vivere esperienze uniche.
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CONSIGLIATO SÌ
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Enrico è un fisioterapista che ha imparato ad andare in barca a vela a cinquant'anni. Gemma una studentessa che suona il violoncello e vince gare di sci. Luca è pianista, compositore e fotografo. Felice uno scultore con tanti amici in galera.
Che cosa unisce loro e gli altri protagonisti di Per altri occhi? La cecità, ma anche la voglia di impostare la propria esistenza come "una sfida che comunque va vissuta". Silvio Soldini entra nelle loro storie con discrezione mettendosi in posizione di ascolto, senza manipolare eventi o sentimenti, senza ricorrere a pietismi o luoghi comuni.
Ne emergono i ritratti di uomini e donne che affrontano con coraggio e pragmatismo le mille complicazioni che la disabilità aggiunge alla loro giornate, imparando ad orientarsi in spazi sconosciuti, a rinegoziare equilibri e ad affrontare le difficoltà con ironia. Il che, suggerisce il documentario, non è troppo diverso da quello che facciamo tutti noi, quotidianamente, in quanto esseri umani in balìa di vite complicate. E vedere (noi che possiamo) l'esempio positivo di chi ce la fa con "qualcosa di meno" (ma anche molte cose in più), è quanto mai incoraggiante.
La regia di Soldini è pulita, rigorosa, in punta di piedi, e precisa come le vite di chi si muove sapendo che "un centimetro è un'infinità", se ciò che si conosce si ritrova improvvisamente un poco più lontano. Il montaggio è agile e fluido, privo di ridondanze e di quelle esitazioni che, per un non vedente, possono rivelarsi fatali. Un montaggio che lavora per associazioni di idee e continuità di ispirazione, con brio e urgenza narrativa.
I protagonisti usano ripetutamente il verbo "vedere" perché la loro percezione del reale non è meno accurata di quella di chi può guardare con gli occhi, e raccontano le loro esperienze in forma cinematografica, come sceneggiature per immagini solo percepite, ma non per questo meno vivide. E ognuno illustra il proprio punto di vista, che è esattamente ciò che fa il buon cinema.
La cecità, e più in generale la vita, diventano un'avventura polisensoriale: il musicista "sente" Parigi dall'alto della torre Eiffel, l'incontro con gli altri è suono, o calore. Nessuno, in Per altri occhi, fa filosofia, o retorica.
E affinché chi guarda non possa chiamarsi fuori dalla narrazione filmica Soldini compie, ad un certo punto, una scelta eminentemente cinematografica: quella di lasciarci al buio, gettandoci in mezzo al bombardamento di suoni e presenze che assale chi non può contare sulla discriminante del proprio sguardo. Se fino a quel momento Per altri occhi ci ha mostrato nel dettaglio "come fanno loro", in quel momento ci ricorda che loro siamo noi.
Il primo film di Silvio Soldini, futuro regista di «L'aria serena dell'ovest», «Pane e tulipani» e «Giorni e nuvole» (solo per citarne alcuni), è un documentario del 1987 dal titolo evocativo, Voci celate, che racconta la vita in un day-hospital per persone con problemi psichiatrici alle porte di Milano, uomini e donne colti nella loro quotidianità a confronto con il confine mai netto tra normalità e pazzia. Silvio Soldini ha sempre intrecciato la sua carriera di regista a soggetto e di finzione con effrazioni nel mondo documentario, realizzando una decina di film. È una traccia coerente e costante nella sua carriera che a volte sembra rappresentare una sorta di contrappasso rispetto alla dimensione narrativa, talvolta favolistica e lievemente surreale vien da dire, di alcuni suoi film. L'ultimo suo lavoro, che viene definito dagli stessi autori nei termini di un «docu-fllm», (formulazione ambigua che dichiarandosi a metà tra una cosa e l'altra, mozza la pienezza e legittimità dell'espressione documentaria) ci riporta idealmente alle iniziali «voci celate», se non altro per la inesausta tendenza a scoprire il normale dietro il diverso.
Per altri occhi è un racconto corale di un gruppo di non vedenti colti nell'espressione della loro vitalità umana e professionale. Dieci personalità più che personaggi, nella pienezza della loro vita che noi pensiamo limitata dalla loro cecità. Il fisioterapista Enrico che ha la passione della vela (e le immagini in barca sono impressionanti, anche quando con un effetto di chiusura a nero Soldini cerca di replicare il vissuto di questo timoniere cieco ma con tutti i sensi accesi e una pratica di orientamento semplicemente straordinaria), l'imprenditore Giovanni che si butta sulle piste da sci appena può, lo scultore Felice che ama baseball, il fotografo Luca che ha un senso dell'inquadratura impeccabile... Non bisogna pensare a una carrellata di fenomeni da baraccone al contrario, di chi fa cose normali partendo da condizioni anormali. Non è così. Soldini con grazia e profonda ironia, che è prima di tutto quella espressa dal suoi personaggi, li segue il loro vivere senza retorica né eccessi del politicamente corretto. Il suo sguardo è sempre complice, dimensione resa plastica dalle sequenze in cui lo stesso regista viene tirato dentro dai personaggi, come quando lo scultore gli chiede di toccare con mano una piccola imperfezione del suo lavoro. Il film ha avuto ieri una serata evento in alcune sale, ma sarà programmato qua e là, cercatelo.
Da L'Unità, 10 ottobre 2013
Per altri occhi (2013) film di Silvio Soldini con personaggi autentici vari Un bellissimo film documentario che apre una finestra su un mondo poco conosciuto e con cui conviviamo quasi del tutto inconsapevolmente: quello dei non vedenti che però per questa loro disabilità posseggono in potenziata misura tutti gli altri sensi e marcatamente la capacità [...] Vai alla recensione »
Ho visto l'anteprima a Milano, e lo raccomando. Sorprendente, emozionante, divertente. C'è del sentimento e non è a perdere, perché esci da questo film sentendo che tutti abbiamo qualche facoltà in più, che tutti abbiamo del potenziale inespresso. E' un'occasione per soffermarsi con piacere e leggerezza non solo sul tema della disabilità, ma [...] Vai alla recensione »
Felice scolpisce. Lo vediamo all'opera armato di tutti gli strumenti che devono incidere il marmo per realizzare quel che ha in testa. Enrico invece guida la barca a vela, Gemma vince gare di sci e con loro altri raccontano le loro storie davanti allo sguardo di Silvio Soldini e di Giorgio Garini, registi del documentario Per altri occhi. Gli altri occhi sono quelli dei registi e i nostri, occhi che [...] Vai alla recensione »