Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 96 minuti |
Regia di | Mark Christopher Covino, Jeff Howlett |
Attori | Alice Cooper, Bobby Hackney, Dannis Hackney, David Hackney, Henry Rollins Robbie Duncan, Kathleen, Earl V. Hackney Jr., Victor Veve, Majora Florida Hackney, Victor Twiggs, The Beatles, The Who, Don Davis (III), Brian Spears, Steve Williams (V), Steve Comegno, Heidi Simpson, Dylan Giambatista, Lambsbread, Bobby Hackney Jr., Urian Hackney, Julian Hackney, Ben Blackwell, Don 'Das' Schwenk, Robert Manis, Spencer Crispe, Rian Murphy, Tammy Hackney, Mike Rubin, Kid Rock, Elijah Wood, Mick Collins, Ahmir-Khalib Thompson, Vernon Reid (II), Mickey Leigh, Jello Biafra, Matt Smith (X), Doug Parrish, Chuck Treece, Tom Mullen (II), Jim Vitti, Death (II), Wayne Kramer (II). |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 agosto 2013
Prima dei Sex Pistols e dei Ramones ci fu una band chiamata Death. Non ebbe successo, ma avrebbe potuto rivoluzionare la musica.
CONSIGLIATO SÌ
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Detroit, inizio anni Settanta. I fratelli David, Dannis e Bobby Hackney decidono di formare un gruppo. Provano la loro musica in cameretta, dalle 15 alle 18 del pomeriggio, incorrendo nelle ire dei vicini e attirando ragazze desiderose di vedere che cosa succede là dentro. Nascono così i Death, garage band d'ispirazione punk rock; ma c'è un dato non da poco da segnalare: nel 1971 quel genere non esisteva ancora. Quando una casa discografica vorrebbe metterli sotto contratto, a patto che cambino il loro lugubre nome, David rifiuta l'offerta. Con gli anni passano quindi nel dimenticatoio finché un passa parola su internet li riporta alla ribalta.
Ritratto musicale e cronaca famigliare insieme, il documentario di Mark Christopher Covino e Jeff Howlett estende il discorso sull'unicità del complesso, per forza di cose limitato, mettendo l'accento sul legame che unisce i due componenti superstiti. Attraverso le loro parole, A Band Called Death diventa presto il ritratto, puramente emozionale, del carismatico David, morto per un cancro ai polmoni dopo aver attraversato una triste storia di alcolismo. "Militi ignoti del rock", come vengono definiti, i tre fratelli hanno seguito la propria inclinazione, misurandosi con una musica ben diversa da quella generalmente associata alla comunità nera di cui fanno parte: benché apprezzino gli Earth, Wind and Fire e inizialmente siano incerti se votarsi al funk o al rock, l'incontro con la musica di Alice Cooper o dei The Who decide per loro.
Contro le aspettative e contro il mercato, diventano quasi un simbolo di chi non si piega e va dritto per la propria strada, perché saranno risarciti dal tempo di quello che non hanno avuto in passato. Alla prima parte in cui è tratteggiato il percorso della band segue una seconda in cui si spiega in che modo, nel 2009, si arriva alla pubblicazione dell'album ...For the Whole World to See per l'etichetta Drag City, trentacinque anni dopo la sua effettiva registrazione. Anche in questo passaggio si deve tornare alla famiglia. È per merito dei figli degli Hackney, infatti, che il raro 45 giri con Politicians in My Eyes/Keep on Knocking, già venduto dai collezionisti a ottocento dollari, torna ad attirare critici e appassionati fino a conquistare mezza pagina del New York Times, risvegliando così l'interesse per l'intero progetto. Qualche minuto in meno avrebbe certamente giovato al ritmo di questo documentario inconsueto che appassiona con una storia degna di essere raccontata. Non solo per musicofili.