Titolo originale | Sai Nam Tid Shoer |
Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | Tailandia |
Durata | 71 minuti |
Regia di | Nontawat Numbenchapol |
Attori | Somchai Tongfah . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 dicembre 2013
Un ragazzo di Klity si immerge ogni giorno nel fiume per catturare pesci per la sua amata, ma questa volta è scomparso.
CONSIGLIATO SÌ
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A Lower Klity, villaggio nella provincia tailandese di Kanchanaburi, vive una comunità di etnia karen dedita alla pesca. Un fiume, infatti, attraversa quelle terre tranquille, una lingua d'acqua che da sempre ha rappresentato l'unico sostentamento possibile. Da qualche anno, tuttavia, le scorie di un impianto industriale finiscono dritte nel corso d'acqua con gravissime conseguenze per la popolazione. Oltre a ciò, un ragazzo si immerge al fine di catturare pesci da portare alla sua donna, ma un giorno non fa ritorno.
Si comincia a raccontare dall'ambiente, seguendo lo scorrere di un fiume a cui tutto torna, prima portatore di vita e poi di morte: Nontawat Numbenchapol documenta l'esistenza di un gruppo di persone, stringendo lo sguardo, lentamente, dalla cornice fino ad arrivare al particolare. Senza alcuna fretta, porta lo spettatore dentro a Klity, mostrando i bambini nelle aule di scuole, i giochi di due ragazzi con un gatto, le abitudini di un popolo abituato a ripetere gli stessi gesti, di generazione in generazione. Dopo una prima metà, leggibile forse come un lungo set up, By the River svela la situazione di pericolo costante in cui vivono quegli abitanti che abbiamo imparato a conoscere, informando sulle scorie rilasciate nel corso d'acqua da un impianto industriale situato a monte. A livello stilistico, non si tratta di un cambiamento brusco, né di uno spostamento d'attenzione, sebbene la scelta di rivelare soltanto in un secondo tempo un aspetto della vicenda così centrale crei un effetto straniante, invero imparentato con il concetto classico di suspense. Ma il ritmo del documentario subirà un'altra potente sferzata raccontando la storia dell'annegamento di un ragazzo e del dolore della sua compagna, che continua, invano, ad aspettarlo. È forse qui che il regista riesce a controllare maggiormente la misura tra la ricerca del realismo e la capacità espositiva, nonostante il ritmo si faccia ancora più rarefatto, sempre meno chiaro: un canto ad esprimere uno stato d'animo, una ripresa ravvicinata di un focolare per dire altro.
Interessante per il suo alternare temi e argomentazioni, questo anomalo documentario, volutamente scentrato, richiede una considerevole disposizione d'animo da parte di chi guarda, capacità di ascoltare e di soffermarsi. Certamente vitale, By the River rappresenta uno di quei film che ambiscono a reinventarsi ad ogni sequenza, ma inevitabilmente schiacciati dal peso delle loro stesse ambizioni. Fortunatamente, il minutaggio non è di quelli punitivi.