Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Shane Bissett |
Attori | Dave Coleman, Jade Elysan, Chris Galanti, Timothy McDermott, Mary Sharples Brendan McHugh. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 agosto 2013
È la vigilia del 21 dicembre 2012, il giorno che secondo la profezia Maya segna la fine del mondo. Stacey O'Brien decide che vuole rivedere la sua ex-fidanzata, Parker.
CONSIGLIATO SÌ
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Vigilia del 21 dicembre 2012, il fatidico giorno che, secondo la profezia dei Maya, segna la fine del mondo. Stacey O'Brien, aspirante scrittore con una carriera avviata a New York, vuole trascorrere l'ultima giornata della sua vita nella sua ex città, Philadelphia, e soprattutto in compagnia della sua ex fidanzata Parker. Non che Stacey creda realmente alla chiacchieratissima profezia, ma, nella remota eventualità in cui il mondo finisse davvero, non vuole avere rimpianti. Piombato sotto casa di Parker, che non vede da un anno, il giovane prova a riannodare i fili di una relazione importante, spezzata troppo presto e con troppi non detti. All'inizio prevale l'imbarazzo, che si scioglie progressivamente in un'inusuale vigilia che ha l'elettrizzante sapore del primo appuntamento.
Il giovane americano Shane Bissett, produttore cinematografico e collaboratore di Jonathan Demme, firma un sorprendente esordio alla regia di un lungometraggio di fiction. Sorprendente perché, come molti debutti, è stato girato in pochissimo tempo, con un budget ridotto all'osso e attori alle prime armi. Eppure, This Time Tomorrow coniuga la freschezza e la spontaneità dell'opera prima con una consapevolezza registica fuori dal comune. A colpire è soprattutto la semplicità con cui Bissett affronta il tema delle complicazioni d'amore, lasciando emergere con forza l'autenticità dei sentimenti. Un'immediatezza di approccio che non scade mai nella banalità di tante commedie romantiche e che si traduce in un senso profondo di onestà nei confronti della storia e dei protagonisti, entrambi sfaccettati dal punto di vista psicologico, malgrado l'assenza di una vera e propria sceneggiatura. Partendo da un canovaccio di quindici pagine e affidandosi spesso a performance improvvisate degli attori, con un andamento a tratti da pièce teatrale, il regista costruisce una vicenda credibile e personaggi con un certo fascino.
Il merito va attribuito anche ai due interpreti protagonisti, Dave Coleman e Jade Elysan, capaci di rendere con efficacia le differenze caratteriali che hanno determinato la fine della relazione sentimentale. In particolare, Coleman catalizza l'attenzione della macchina da presa con le sofisticate elucubrazioni mentali del suo personaggio sui rimpianti e sul senso della vita. L'amore diventa, così, il pretesto per fotografare un sofferto percorso di elaborazione del lutto e dell'abbandono, di accettazione della solitudine e superamento delle paure che imbrigliano l'istinto alla libertà mentale. Il regista tratta questi temi con leggerezza e sensibilità, innalzando la pressione delle emozioni in alcune scene clou, come quella in cui il protagonista partecipa alla gara di storie della propria infanzia.
Con un occhio alla trilogia romantica di Richard Linklater (Prima dell'alba e sequel), Bissett non dimentica di infondere vita alla città che fa da sfondo a questa storia d'amore, una Philadelphia capace di parlare per bocca delle sue luci e dei suoi rumori. Una metropoli dal volto molto più umano rispetto a quello di tante altre grandi città, dove è ancora possibile sentire sulla pelle il calore del contatto e della vicinanza.