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Ultimo aggiornamento venerdì 16 giugno 2023
Ambientato nel 1870 in America, il film racconta di un colono che decide di vendicare l'assassinio della sua famiglia. Al Box Office Usa The Salvation ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 41 mila dollari e 5 mila dollari nel primo weekend.
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È il 1870 e sono sette anni che il colono Jon attende che la moglie Marie e il figlio di dieci anni lo raggiungano in America, dalla lontana Scandinavia. Per loro ha lavorato duramente in una terra inospitale, insieme al fratello, e ora, finalmente, può essere ricompensato. Ma la felicità dura meno di un attimo e lascia il posto alla tragedia. Come in ogni classico del genere, Jon, da uomo per bene, discreto e onesto, si ritrova fuori legge solitario, vendicatore dell'anima, duro a morire anche quando non ha più niente da perdere.
Levrig e Anders Thomas Jensen, sceneggiatore di molti tra i film danesi più conosciuti all'estero, si divertono con il mito del western, giocando a non tralasciare alcun ingrediente della ricetta originale ma anche a cucinarla con serietà.
L'attenzione all'autenticità dell'ambientazione, la violenza (tanta, ma senza grandguignol), i caratteri archetipici (dal sindaco becchino allo sceriffo prete), sono alcuni degli elementi del quadro che saltano all'occhio, cui si aggiungono le allusioni ai dolly di Leone e persino un ricordo del "duca", nella statuaria presenza del protagonista Mads Mikkelsen. Ciò che normalmente viene dato come antefatto e lasciato fuori schermo, vale a dire la terribile perdita di cui è vittima il protagonista, questa volta è parte integrante della scena e funziona da prologo, teso e efficace. Lo sviluppo che segue adotta man mano il sorriso, complicando le reazioni narrative a catena e presentando una donna-premio quasi camp, la "principessa" Eva Green, che parla letteralmente con gli occhi, perché gli indiani le hanno tagliato la lingua. La piramide di vendetta si amplia ad ogni scena, lasciando sempre più caduti sul campo, sopra i quali ascende, gradualmente ma incessantemente, Mikkelsen, perfettamente in parte. È un film che nulla toglie e nulla aggiunge alla storia del western: se mai non fa che ribadire il suo inesauribile fascino e segnala una curiosa e reale affinità tra i personaggi silenziosi e solitari del grande Nord d'Europa e quelli che sugli schermi americani si spingono da sempre a Ovest. Ma è un confronto rispettoso e divertito, come rivela la battuta dello sceriffo verso il finale, del genere "stavamo aspettando proprio un danese per fare quello che qui in America non siamo in grado di fare". E allora si apprezza l'umiltà di Levrig ma ci si dispiace anche un po', perché fino a quel punto l'esercizio di stile reggeva piuttosto bene, ma così sembra che non ci creda fino in fondo nemmeno lui.
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Anomalo western scritto e diretto da un regista danese con protagonista un danese e interamente girato in Sudafrica. Questo “multiculturalismo” dona al film una marcia in più, uno sguardo se non originale o innovativo, quantomeno interessante sul genere. I paesaggi sudafricani appaiono del tutto credibili al pari di un film effettivamente girato nella Monument Valley di Ford, gli [...] Vai alla recensione »
Raramente si vedono western ormai, ancor più raro uno spaghetti western diretto da un regista danese. Si vede che è arrivata l'estate sul grande schermo:tempo di titoli non proprio di prima fascia, o addirittura recuperati dalla distribuzione per riempire i buchi di programmazione. Il che non é sempre un male, intendiamoci… è questo il caso di The Salvation? In ordine: The Salvation è un film del [...] Vai alla recensione »
Per gli amanti del western ma anche per chi voglia vederlo come un bel thriller senza voler schivare il genere come sento spesso dire, raccomando questo film del regista danese Levring. Essendo un western scandinavo ero un po' perplesso nel vederlo poiché sono un appassionato del genere ma quando i titoli di coda scorrevano devo ammettere che ne sono rimasto più che [...] Vai alla recensione »
Piuttosto ruvido e tagliato con l'accetta, ma niente male. Il problema, per chi ama il western, è che il western classico aveva un'ampiezza e una profondità mitica di racconto che qui viene molto ridotta. Però Mikkelsen è sempre una presenza potente, il film è crudo ma funziona e in questo periodo estivo è di sicuro tra le cose migliori in circolazione.
La scena iniziale e' di grande impatto e complessivamente la crudelta' e' il sentimento principe di tutta la pellicola. Asciutta ma convincente tutta l'ambientazione e sopratutto le scene notturne danno un tocco di raffinatezza al film. La trama e' semplice ma avvincente. Il sindaco e lo sceriffo sono personaggi eccessivamente penosi e troppo privi di etica, un plauso invece [...] Vai alla recensione »
Un western girato dal danese Kristian Levring seguendo i classici stilemi del genere ovvero la messa in scena dell’eterna lotta tra il bene ed il male metaforicamente calata nello scontro tra il colono onesto ed il pistolero violento nella cornice di una bella fotografia dei paesaggi aperti del nuovo mondo mimesi moderna del giardino dell’eden. Rispettati anche i canoni del sottogenere del revenge [...] Vai alla recensione »
Jon (Mikkelsen) è un colono di origini scandinave che cerca fortuna nel West. Dopo anni di duro lavoro può finalmente far arrivare la moglie e il figlio in America. Ma appena ricongiunti, una banda di malviventi uccide il bambino e violenta poi uccide la donna. Vendetta, tremenda vendetta di un uomo che non ha più nulla da perdere: il film ripropone tutti gli stereotipi [...] Vai alla recensione »
Sono gli anni '70 del 1800 e siamo in America. Jon e suo fratello Peter (rispettivamente, Mads Mikkelsen e Mikael Persbrandt), due coloni ed ex soldati Danesi, sono alla stazione ferroviaria della città. Stanno aspettando la moglie ed il figlio di Jon. Una volta arrivati i famigliari, questi scendono dal treno e per recarsi alla loro abitazione, salgono, insieme a Jon, su una carrozza. [...] Vai alla recensione »
Premetto che non amo i film western, infatti inizialmente volevo stoppare la pellicola..successivamente sono riuscita a vederlo tutto e a farmi un'idea migliore del previsto. L'ho voluto vedere per l'attore protagonista, Mads Mikkelsen che è perfetto in quel ruolo..affascinante, buono ma aggressivo, coraggioso e imprevedibile: non potevano scegliere una parte migliore per lui.
Si tratta di un buon film, genere western quindi per appassionati. Niente pellerossa e tono crepuscolare, il west crudo e non romantico di Sergio Leone ma - stranamente - privo di citazioni (forse le gocce di kerosene che cadono dal soffitto richiamano qualche precedente). Mi chiedo se in generale si senta davvero il bisogno di film di questo genere (tipo Appaloosa di qualche tempo fa).
1) erano anni che non vedevo un western classico così ben fatto e in tempi di magra come questi va benissimo.se vi piace il genere correte a vederlo. 2) il genere western è triste . 3) i film danesi sono molto tristi . 4) questo film è molto triste . 5) il dirittero della fotografia di questo film è danese e quindi i colori sono terribilmente saturi .
In una diligenza due banditi uccidono il figlio di 10 anni e la bella moglie di Jon, l'uomo si vendicherà...Il western di Levring ripropone il genere vecchia maniera ma al doppio di velocità, una storia tutto sommato credibile ben interpretata, animata da pochi dialoghi e illuminata da un'ottima fotografia. Saluti.
Nel 1870 il danese Jon, emigrato nel West, è raggiunto dalla moglie e dal figlio, ma subito li perde, per colpa di due killer che lui uccide. Dato che uno era fratello dello spietato boss della zona, Delarue, questi vuole la pelle di Jon. Che si trasforma in angelo sterminatore, disseminando di cadaveri la prateria. Tenendosi ben lontano da certe parodie involontarie del western, come il vecchio Sole [...] Vai alla recensione »
Eccellente western danese, ispirato ai film di Sergio Leone, una storia cupa e violenta di crudeli vendette incrociate. Il mite immigrato danese Jon ammazza i due gaglioffi che gli hanno seviziato e ucciso la moglie e il figlio di dieci anni, appena giunti dall'Europa. L'uomo igriora che uno è il fratello del colonnello Delarue, spietato boss del villaggio.
Qualcuno l'ha definito uno «spaghetti western» per il fatto che trascura gli aspetti epici alla base dello storico filone hollywoodiano, concentrandosi sul teatrino stereotipo dei caratteri: il buono, il cattivo più l'ambigua donna di cuori Eva Green, affascinante a dispetto delle cicatrici sul volto. E tuttavia The Salvation di Kristian Levring non manifesta segno di quella cinica impudenza italica [...] Vai alla recensione »