Titolo originale | Valentine Road |
Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Marta Cunningham |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 5 dicembre 2013
Larry King aveva solo quindici anni quando fu sparato a bruciapelo dal compagno di classe Brandon McInerney, infastidito dalla sua omosessualità.
CONSIGLIATO SÌ
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Simbolo dell'intolleranza e dell'omofobia a quindici anni. È la sconvolgente storia di Larry King, ucciso da un compagno di classe perché gay. La regista Marta Cunningham ricostruisce questo tremendo episodio di cronaca nera, avvenuto il 12 febbraio 2008 alla E.O. Green Junior High School di Oxnard, cittadina della California. Attraverso filmati di repertorio, ma soprattutto le testimonianze dirette dei protagonisti di questa vicenda, il documentario offre uno spaccato sociale ben preciso: quello di una comunità incapace di offrire un reale sostegno psicologico ai ragazzi che vivono situazioni di disagio nella fase più delicata della crescita.
A raccontare il contesto in cui è maturato l'omicidio di Larry sono le insegnanti, i compagni di classe, gli amici e le assistenti sociali che avevano accolto il ragazzo all'interno di una casa famiglia. Larry, di origini non americane, era stato adottato, ma veniva picchiato dai genitori adottivi. Una situazione carica di problematicità, a cui si aggiunge la scoperta della propria identità sessuale. Larry si sente una donna e non fa nulla per nasconderlo. Sopra l'uniforme scolastica inizia a indossare accessori femminili, stivali col tacco, gioielli e borsette. Attira, così, su di sé la derisione e gli sberleffi dei compagni. Il bullo più violento nei suoi confronti è Brandon McInerney, quattordicenne attratto dall'ideologia ariana di stampo nazista, anche lui - come raccontano la madre e i fratelli - con una situazione familiare problematica, i genitori separati, con un passato di droga, e il padre violento.
Le insegnanti non sanno come gestire la situazione, alcune, decisamente intolleranti, provano a vietare a Larry i suoi eccentrici atteggiamenti, altre lo assecondano. L'adolescente non sembra turbato dalle offese dei compagni. Al contrario, pochi giorni prima di San Valentino si dichiara a Brandon, ammettendo davanti a tutti di provare attrazione nei suoi confronti. È la goccia che fa traboccare il vaso. Brandon si sente offeso, medita il suo agghiacciante piano. Con la facilità con cui negli Stati Uniti i ragazzini portano armi a scuola, si presenta nell'aula di informatica con una pistola e spara al compagno. Larry morirà 42 ore dopo, proprio nel giorno di San Valentino, quando sarebbe voluto uscire col suo assassino.
Quello che accade dopo è devastante. I compagni sono scioccati, richiedono assistenza psicologica e, anziché offrirla, la scuola rende tabù quanto avvenuto. La regista documenta anche il processo, intervistando il pubblico ministero assegnato al caso e i legali difensori di Brandon. Rimandato e trasferito diverse volte, il dibattimento inizia, sollevando un grande clamore mediatico. In virtù di una legge pensata per le gang giovanili, l'omicida viene giudicato come se fosse maggiorenne, rischiando l'ergastolo. Ma la prima giuria non se la sente di condannare un adolescente al carcere a vita e il verdetto non viene raggiunto. Il processo è da rifare. Alla fine l'imputato patteggia e viene condannato a 21 anni di carcere. Nel frattempo si diploma - vediamo il suo discorso di ringraziamento - e sembra aver trovato un proprio equilibrio. Uscirà di prigione a 39 anni.
Questa vicenda, che già di per sé è un pugno nello stomaco, è raccontata con efficacia, unendo la documentazione giornalistica e processuale al pathos delle interviste alle persone coinvolte e sconvolte dalla tragedia. Toccanti sono, in particolare, quelle all'insegnante di Larry, l'unica che lo aveva sostenuto nel suo coming out, licenziata subito dopo l'omicidio e scioccata a tal punto da tentare il suicidio. E poi le testimonianze degli amici di Larry, che ricordano la sua vitalità e il suo coraggio, un esempio che uno di loro ha voluto seguire - e omaggiare dal giorno stesso dell'assassinio - smettendo di nascondere il suo orientamento sessuale. Volti e storie di un caso di intolleranza e inadeguatezza delle istituzioni educative che dovrebbe servire da monito, nel rispetto postumo di una vita calpestata.