Anno | 2012 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Peter Marcias |
Attori | Luli Bitri, Salvatore Cantalupo, Andrea Dianetti, Vesna Bajramovic, Fadil Sulejmanovic Merfin Selimovic, Davide Careddu, Pietrina Menneas, Tullio Sanna, Maria Francesca Lisci, Gianfranco Cudrano, Nino Nonnis. |
Uscita | giovedì 6 dicembre 2012 |
Distribuzione | Pablo |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 5 maggio 2015
Nella storia di Alina, ragazza di origine rom nata in Sardegna, la questione del rapporto tra due culture, quella dei rom e quella dei "gagè".
CONSIGLIATO SÌ
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Alina è una ragazza di origini rom che vive da anni a Parigi. Rientrata nel campo dei genitori, nei pressi di Cagliari, incontra il commissario di polizia della città, a cui è stata affidata l'indagine su un caso di rapimento interno al campo. Tra i due nasce un'amicizia dapprima guardinga poi sempre più stretta. In cambio della sua collaborazione alle indagini, Alina chiede al commissario di non limitarsi a stare ai bordi della sua comunità ma di conoscerla dall'interno, allenando un gruppo di piccoli calciatori.
Si potrebbe credere che il regista si nasconda dietro il personaggio di Alina, a suo agio tra due culture al punto da conoscere i limiti e i pregiudizi di entrambe, invece, per sua stessa ammissione, Peter Marcias è più simile al personaggio interpretato da Salvatore Cantalupo, non avendo mai messo piede in un campo rom prima dell'inizio di questa avventura cinematografica.
In fondo, però, il discorso del film è molto più in generale un discorso sul grande tema del nostro tempo, quell'integrazione che l'etica auspica e la realtà allontana. Con Dimmi che destino avrò Marcias trasforma letteralmente il messaggio in mezzo, realizzando l'integrazione a livello della costruzione filmica, ovvero ibridando finzione e realtà. Anziché, però, mutuare il procedimento della docufiction, che integra i documenti relativi al reale con delle ricostruzioni inventate ad hoc, qui accade l'inverso: è la realtà a supplire e completare la finzione. Dopo una partenza quasi di genere, che potrebbe tranquillamente essere l'ingresso di un giallo, l'oggetto dell'indagine si allarga dalla persona del ricercato ad un mondo intero e subisce una nuova e speculare trasformazione quando il poliziotto entra nella baracca della famiglia di Alina -che è una vera famiglia di nomadi- e finisce per diventare lui stesso l'oggetto della diffidenza e della curiosità dei presenti.
Il movimento che dalla finzione narrativa man mano procede verso un'immersione sempre più profonda nella realtà, fino a confondere i fattori (in una sorta di scambio finale ideale tra le figure di Alina e del commissario), è l'esperienza emotivamente più interessante che il film regala allo spettatore, oltre che la dimostrazione che il metodo usato dal regista per portare la vita nel cinema (e viceversa) è una strada ancora poco frequentata che può dare invece dei bei risultati.
Pur con qualche imperfezione e ingenuità (ci si chiede, per esempio, se c'era davvero bisogno della storia privata del commissario per insistere sul tema dell'accettazione della diversità), Dimmi che destino avrò è un film nel quale si respira una salubre aria di libertà creativa e si applaude alla prova di una giovane grande attrice quale è Luli Bitri.
DIMMI CHE DESTINO AVRÒ disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
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Un mite commissario di mezza età indaga sul presunto rapimento di una ragazza Rom da parte di un suo giovane compagno di campo, a Cagliari. Alina, la maggiore delle sorelle del ragazzo rientra da Parigi, dove lavora presso un'associazione per i diritti umani, per assistere i genitori e confrontarsi con le istituzioni. L'incontro tra i due sarà l'occasione per il poliziotto [...] Vai alla recensione »
Cagliari. Un commissario di polizia viene incaricato di svolgere delle indagini inerenti alla scomparsa di due giovani rom. La sorella del presunto rapitore, appena tornata da Parigi dove lavora, cercherà di fare aprire gli occhi al commissario per farlo recedere dai suoi pregiudizi. Senza tante parole e con poca retorica questa pellicola ha il merito di raccontare quello che può avvenire [...] Vai alla recensione »