Anno | 2012 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Libano, Canada |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Maryam Najafi |
Attori | Oula Hamadeh, Seira Emami, Kayan Bennett, Kiara Bennet, Mohamed Saadi Al Baqshi Milad Hamidi, Maryam Ghaeni, Rubina Tchakedjian, Pirouz Ebaypour, Roupak Lahori. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 15 ottobre 2012
Proprietaria di un ristorante chiamato "Kayan", la libanese Hanin, divorziata, ha una vita molto frenetica e stressante.
CONSIGLIATO SÌ
|
Hanin, di origini libanesi e madre di due bambine, gestisce un ristorante a Vancouver: il lavoro è intenso, ma - tra la preparazione di un evento e i mille problemi di figlie, amici e clienti affezionati, la donna affronta con carattere ogni difficoltà, nonostante l'insofferenza per la prolungata assenza del suo compagno.
Forse per via della suggestione legata al nome di Amir Naderi, che figura come executive producer del film, erano molte le aspettative riposte nel libano-canadese Kayan. Stupisce quindi nel film di Maryam Najafi la mancanza di quello slancio che gli permetterebbe di distinguersi da un tipo di produzione di area mediorientale che va ormai standardizzandosi, e che trova in Nadine Labaki (Caramel) il suo alfiere. Kayan parrebbe infatti iscriversi nel sottogenere di nuova concezione: storie al femminile e corali, frammenti di vita quotidiana raccontati con leggerezza tra una fumata di narghilé, un'aggiustata al reggiseno e un movimento di danza del ventre. Esotico da esportazione, il filone riesce a mietere consensi tra il pubblico occidentale in virtù di una rappresentazione del diverso ammorbidita da tinte, sonorità e sapori facilmente identificabili e rassicuranti. Mentre la vita del ristorante libanese - crocevia di personaggi eterogenei, luogo dove innamorarsi o dove rompere definitivamente - scorre tranquilla, la Najafi cerca di coinvolgere, macchina da presa prima e pubblico poi, in una quotidianità che necessiterebbe di una regia più coraggiosa e innovativa per percorrere la strada cassavetesiana del film "di attori". In ogni caso, il racconto della possibilità di una nuova vita in un paese straniero ha convinto ed emozionato la giuria di Busan 2012, presieduta da Béla Tarr, che ha assegnato ex aequo a Kayan il premio al miglior film della sezione "New Currents".