Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Regia di | Monica Stambrini |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 settembre 2012
Un documentario su Bernardo Bertolucci, girato durante le riprese del film Io e te.
CONSIGLIATO SÌ
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Con un titolo come Sedia elettrica, ironico e privo di inutili buonismi, Monica Stambrini dice già molto dello spirito di cui è permeato il suo documentario-backstage girato sul set di Io e te di Bernardo Bertolucci. Il medesimo spirito che caratterizza il regista emiliano, autore proprio della "scomoda" definizione del titolo per sintetizzare la condizione che lo vede costretto su una carrozzella a seguito di una malattia (definendola scherzosamente un contrappasso per i troppi dolly girati). Ma Bernardo ama il cinema a tal punto da vedere nel più grave degli impedimenti una nuova possibilità, che gli permette di muoversi - come la Stambrini non manca di evidenziare, inseguendo Bernardo con la macchina da presa - dentro e fuori dal set adottando una nuova visuale, un differente punto di vista. Quello che lo ha portato a tornare dietro la macchina da presa dopo nove anni e forse mai così idealmente vicino ai corpi degli attori, avvinghiati in una vicenda intima e claustrofobica insieme.
Sedia elettrica monta rapidamente le fasi delle riprese e quelle che le precedono, procedendo per impressioni, privilegiando momenti in cui Bertolucci si ferma a riflettere e regala attimi di grande saggezza o in cui dirige sequenze emblematiche, come quella già cult sulle note di Ragazzo solo, ragazza sola di David Bowie. Un'ulteriore possibilità di approfondire la conoscenza e l'amore per il cinema di un instancabile sperimentatore - qui Bertolucci rivela che avrebbe voluto girare il film in 3D, se la tecnologia glielo avesse consentito - e osservarlo circondato dai suoi amici illustri (Debra Winger, Richard Gere), nella serenità di un combattente che non ha smesso di seguire le sue passioni.