House Broken - Una casa sottosopra

Dopo una vita passata a lavorare, Cathkart va finalmente in pensione, con l'unico sogno di trascorrere le giornate in compagnia della moglie e della sua televisione. Non ha tenuto però conto che il salotto è il luogo preferito dai suoi figli, Elliott e Quinn, ormai ventenni, che non sembrano intenzionati a crescere, tantomeno a lasciare il nido familiare. All'insaputa della moglie, l'uomo decide che è giunto il tempo di impartire ai ragazzi una lezione di vita. Riusciranno i nostri eroi a cavarsela?
Commedia inedita in Italia che segna l'esordio nella regia di Sam Harper, sceneggiatore di Oggi sposi niente sesso di Shawn Levy, House broken - una casa sottosopra affronta il tema della crescita, della necessità di assumersi delle responsabilità, suggerendo l'opportunità di affidarsi alla saggezza proverbiale del tipo, "a mali estremi, estremi rimedi". Almeno è quanto deciderà di fare l'ex vigile del fuoco, intepretato dal sempre bravo Danny De Vito, padre dei due sfaccendati protagonisti.
Nell'esemplarità della vicenda, il film privilegia una scrittura demenziale, senza però avere il coraggio di andare fino in fondo, pena la scontatezza e prevedibilità di certe situazioni, riuscendo almeno parzialmente a riscattarsi nel finale. L'azione si svolge in una tranquilla e tipica cittadina statunitense in tutto e per tutto conforme al cliché: non da meno lo è la caratterizzazione dei personaggi. Il padre buono che ha lavorato una vita per dare agiatezza ai propri cari, la madre dedita ai figli, ad accudirli e a viziarli.
Tutto sembra procedere in una certa direzione, fino a quando un evento rovescia precipitosamente i destini dei due ragazzi. Per quanto possa sembrare tutto già visto o forse, semplicemente, mal scritto, House broken - una casa sottosopra offre anche una riflessione sulla coppia e, più in generale, sulla genitorialità. Spesso l'eccessiva accondiscendenza può portare alla rovina, d'altro canto, neppure l'indifferenza o l'anaffettività possono essere le scelte educative più opportune. Insomma il messaggio, se è quello che cerchiamo in una pellicola, c'è, sta allo spettatore trovarlo... 