Anno | 2012 |
Genere | Documentario |
Produzione | Canada, Francia |
Durata | 72 minuti |
Regia di | Denis Côté |
Tag | Da vedere 2012 |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 14 febbraio 2012
Gli animali e le persone si osservano reciprocamente attraverso il ritmato cambio delle stagioni.
CONSIGLIATO SÌ
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Ad un corso di disegno, un piccolo gruppo di persone cerca di riportare sulla carta l'immagine di un animale. Al Parco Safari di Montreal, animali di grossa taglia vivono in gabbia o nei recinti e moltissime persone si recano a guardarli ogni giorno. In un laboratorio di tassidermia, un imbalsamatore previene la decomposizione di un cadavere di uccello e lo lavora per mantenerlo in una posa fissa, simile a quella di un essere ancora in vita.
Cosa vediamo quando guardiamo negli occhi un animale? Ciò che ci accomuna a loro o ciò che ci differenzia? E cosa vedranno in noi i loro grandi occhi? Ma soprattutto, come s'inquadra un animale? Che fare del movimento nervoso del collo dello struzzo o delle gambe delle zebre, che non stanno ferme, oppure, al contrario, della lunga immobilità di cui è capaci uno scimmione? Se lo chiede Denis Côté con Bestiaire, un film non di finzione ma nemmeno totalmente documentario, poiché non è il Parco Safari l'oggetto dell'indagine ma è il mezzo cinematografico stesso, o più precisamente l'attività della visione.
Senza smettere di fare la stessa cosa, vale a dire di inquadrare frontalmente i diversi animali, Côté fa in realtà moltissime cose diverse, giocando con la nostra percezione. È così che, se inizialmente ci troviamo di fronte allo sfuggire dell'animale dallo schema rigido del quadro, un attimo dopo lo scopriamo fatto per l'inquadratura, più e meglio del soggetto umano, colorato e piumato, di una bellezza pittorica sconcertante; se prima ne ammiriamo la natura selvaggia, improvvisamente ne compatiamo la prigionia; non appena percepiamo la sua totale aderenza col comportamento umano, ci ritroviamo nel giro di pochi fotogrammi ad osservare una specie di un altro pianeta, e così via. Soprattutto, Bestiaire trasforma silenziosamente ma sistematicamente lo schermo in specchio, rimandandoci costantemente alla nostra posizione di spettatori, quasi la macchina da presa fosse dall'altra parte, puntata verso la sala. Un'esperienza di semplicità estraniante.