Pusher - L'inizio

Film 1996 | Drammatico, 105 min.

Regia di Nicolas Winding Refn. Un film Da vedere 1996 con Kim Bodnia, Zlatko Buric, Laura Drasbæk, Slavko Labovic, Mads Mikkelsen. Cast completo Genere Drammatico, - Danimarca, 1996, durata 105 minuti. distribuito da Movies Inspired. - MYmonetro 3,36 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 31 luglio 2024

L'esordio cinematografico del regista danese Nicolas Winding Refn.

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Consigliato sì!
3,36/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,23
CONSIGLIATO SÌ
Un'opera prima divenuta un cult.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Frank, uno spacciatore che è anche cocainomane, sta per vivere la peggiore settimana della sua vita. Dopo aver venduto droga ottenendone meno di quanto previsto si ritrova in un grosso guaio. Deve rendere al serbo Milo una grossa somma a cui se ne aggiunge una esorbitante perché, mentre trattava un importante affare con uno svedese, è stato catturato dalla polizia e ha versato tutto il quantitativo di droga (avuta da Milo) nel lago. Ora deve trovare in tempi brevissimi tutti i soldi.
Il film d'esordio di Nicolas Winding Refn è divenuto un cult nonostante non fosse nato sotto i migliori auspici. Refn si è sempre vantato di non avere nessuna 'scuola' di cinema alle spalle e suo padre Anders (montatore di film come Le onde del destino) riteneva che fosse sintomo di follia girare un'opera prima senza un minimo background professionale alle spalle. Nicolas gli ha dimostrato che invece era possibile realizzando un film in cui i difetti (se ci sono) scompaiono dinanzi alla tensione che pervade l'intero film. Si tratta di una progressione che, sia sul piano della sceneggiatura che su quello stilistico, accompagna Frank nei gironi sempre più cupi di un inferno in cui vive quasi da sempre (quasi, perché la scena con la madre fa intravedere un passato tanto remoto quanto diverso). È la Copenaghen dei locali notturni, delle stanze sul retro, degli alberghetti di quart'ordine quella che lo spettatore attraversa con Frank. Un uomo la cui personalità è come dominata dal pendolo di Edgar Allan Poe che ondeggia tra i due estremi della droga e del denaro e che può, ad ogni istante, togliergli la vita.
Refn lo pedina con una macchina da presa mobilissima ma lontana dal Dogma vontrieriano che proprio allora tendeva a imporsi come stile assoluto nel cinema danese di qualità. Il suo è un modo di girare privo di autocompiacimenti, asciutto, a tratti quasi chirurgico. Salvo poi non rinunciare a mostrare, senza però cercare facili giustificazioni al suo agire, il sentimento che Frank prova nei confronti di Vicki. Un sentimento che, ogni volta che emerge anche solo per un istante, deve essere costantemente annullato quasi che il rischio di soccombervi sia troppo forte. In un film di uomini privi di scrupoli e capaci di esercitare la violenza sia in modo subdolo (come Milo) che brutale (come il suo braccio destro Radovan) Vicki conserva un suo ruolo che va seguito con attenzione perché è lo specchio in cui Frank cerca la parte perduta di sé.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 6 marzo 2014
davide chiappetta

Un film dal ritmo frenetico che tiene incollati allo schermo per tutta la sua durata, ha il pregio di raccontare una storia con una trama che non si discosta poi molto dal clichè dei film di genere, ma che ha un suo stile ben preciso e rende godibilissima la sua visione. Sporco, cattivo, senza speranza e senza ironia, il film è il volto della Copenhagen nera, quella di spacciatori, prostitute [...] Vai alla recensione »

giovedì 27 aprile 2017
andrej

Film d’esordio di Refn eppure, a mio parere, superiore a varie altre sue pellicole successive e forse piu’ note (Bronson, Valhalla rising, Solo Dio perdona, The neon demon). Rispetto ad esse questo film e’ di impianto molto piu’ tradizionale, non presentando nessuna di quelle caratteristiche che in seguito sembrano purtroppo essere diventate un marchio di fabbrica del regista: [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 dicembre 2013
Alessandro Rega

Film Danese del 1996, primo di Refn, Non mancano sequenze tipiche del regista danese, alcune ambientate in locali tramite i quali può permettersi di usare luci ad intermittenza. Nelle successive opere, di quell’effetto, che tanto surreale rende il film, Refn fa un uso perenne senza sentire il bisogno di giustificarle ambientando le sequenze in locali, ad esempio.

martedì 2 ottobre 2012
paride86

Storia (non conclusa) di Franck, piccolo spacciatore di città che si destreggia tra polizia, fornitori, affari e sentimenti - se così si può dire, vista la sua anaffettività. Girato in maniera asciutta e realistica, senza fronzoli di sorta, è un esperimento poco riuscito di cinema-verità.

giovedì 11 novembre 2021
figliounico

 L’ineluttabile discesa all’inferno di un piccolo malavitoso di Copenaghen. Questo in estrema sintesi il soggetto del film esordio di Refn, un drammatico noir a tinte fosche, con un eroe negativo al centro della vicenda, come nel Rififi di Dassin ed in tanti altri film dello stesso genere in auge in Francia negli anni ‘50. Fin dall’inizio, grazie alle prime sequenze girate [...] Vai alla recensione »

martedì 14 aprile 2020
Onufrio

La macchina da presa di Refn segue attraverso riprese realistiche una settimana alquanto pesante e complicata per lo spacciatore Frank, alle prese con una serie di guai che accumulandosi giorno dopo giorno diventano catastrofici per se stesso. La dura vita di un Pusher in quel di Copenaghen vista attraverso l'occhio di una telecamera priva di fronzoli, che bada all'immagine naturale senza strafare [...] Vai alla recensione »

giovedì 30 maggio 2013
alescio92

Bellissimo

sabato 6 ottobre 2012
Tetsuo

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