Inti-illimani - Dove cantano le nuvole

Storia, emozioni e impegno politico degli Inti-Illimani, gruppo musicale di punta della Nueva Canción Chilena. Attraverso le testimonianze dei vari componenti ne conosciamo le origini, l'esilio italiano (dal 1973 al 1988) conseguente al golpe di Augusto Pinochet, il glorioso ritorno in Patria, i dissidi interni e l'avvio di due diverse e parallele formazioni, sempre nel nome di un'identità che riesce ad attraversare i cuori di più generazioni con messaggi di speranza e solidarietà civile.
I due registi Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli si avvicinano con affetto e altrettanta competenza ad un monumento della musica engagé cercando di restituirne la valenza artistica al di là del simbolo, della retorica e delle classificazioni più immediate. Le tracce di un'ispirazione fortemente legata alla terra d'origine e ai ritmi andini e l'amore per un popolo cui gli Inti non si sono mai realmente allontanati emergono senza invadenza in un racconto che procede per accumulo senza avere un preciso piano operativo. L'evoluzione del loro percorso musicale ha la meglio sull'aneddoto e sul privato dei singoli musicisti, sulla precisa notazione politica e sul dato storico: fortunatamente è più un film incentrato su un presente da cui affiora qua e là un passato gravido di ricordi e di lotte, passione e sofferenze che una santificazione in vita come troppo spesso accade con produzioni similari.
Privo di filmati d'epoca, ci sono solo alcune vecchie fotografie del gruppo con il tipico poncio indosso, Inti-Illimani - Dove cantano le nuvole è un documentario che sfugge alle molte e fastidiose trappole del genere, sebbene a lungo andare perda anche la possibilità di avere una sua precisa fisionomia per la legittima volontà di incontrare non solo i gusti degli appassionati. L'affascinante storia della band cilena che in un certo momento ha venduto quanto i Pink Floyd - come ricorda uno dei fratelli Coulon - incontra il cantautore italiano Daniele Silvestri, loro fan fin da bambino, in una bella sequenza intorno ad un falò sulla spiaggia. Limite non da poco per un documentario musicale è la non sempre buona qualità delle riprese delle esibizioni dal vivo. La frase più bella e significativa è di Jorge Coulon: "Quando si torna a casa qualcosa nell'anima si mette a posto". Prodotto dalla World Video Production ed esposto nelle sale da Distribuzione Indipendente. 