Anno | 2010 |
Genere | Cortometraggio |
Produzione | Italia |
Durata | 15 minuti |
Regia di | Roberto Zazzara |
Attori | Andrea Lucente, Andrea Miglio Risi, Lorenzo Richelmy, Giuseppe Orsillo, Gianluca Vicari . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 febbraio 2012
Prodotto dal Centro Sperimentale di Cinematografia, un cortometraggio nato nell'ambito di NCN Lab 2010 (New Cinema Network Lab).
CONSIGLIATO SÌ
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Due ragazzi perdono tempo nella palestra della scuola. Cellulare in mano e pallone da calcio al piede. Tra loro nessuna parola, nessun patto d'amicizia ma solo la fiacca condivisione di un momento di svago. Nello stesso momento altri due ragazzi sono fuori da quelle mura, a percorrere insieme, su uno scooter scintillante, le strade della periferia romana, ascoltando musica sull'iPod e scambiandosi opinioni sulla qualità delle canzoni. Quando i due gruppi si incontrano, uno del primo decide di minacciare uno del secondo, chiedendogli di portare lo scooter dell'amico in un piccolo bar sul litorale. Di fronte all'arroganza del bulletto, il ragazzo ricattato dovrà scegliere se comportarsi da codardo o trovare il coraggio di ribellarsi.
Perché prevaricare sui più deboli? "Perché sì". Lo spaccone della scuola, interpretato dal giovane Lorenzo Richelmy (già visto nella serie televisiva I liceali) e i suoi compari risponderebbero esattamente così: "perché sì". La filosofia dei bulli non si basa su regole di vita legate al sentimento ma è un groviglio di regole freddo e spietato votato all'esclusiva ricerca di affermazione del proprio ego. Tra di loro non esiste amicizia ma solo una complicità arida che serve a farsi strada nel mondo, a imporre agli altri, più deboli e insicuri, la propria ingombrante presenza.
Il cortometraggio di Roberto Zazzara è un piccolo saggio sul tema del bullismo, argomento controverso, tanto imposto come stereotipato spauracchio dai media quanto superficialmente demonizzato dalla politica. Tiro a vuoto cerca di andare oltre e, con un linguaggio semplice, togliendo colori e virtuosismi, impressiona sullo schermo ciò che del teppismo giovanile andrebbe detto e ridetto con forza: tutti noi possiamo ribellarci alla violenza del brutto. Chi domina attraverso le intimidazioni ha punti deboli e limiti contro i quali si può fare opposizione. Attori emergenti ma capaci di esprimere verosimilmente i turbamenti interiori di una generazione priva di ideologie contribuiscono a centrare il bersaglio. Mentre il 'tiro' dei ragazzetti arroganti va a 'vuoto', quello di Zazzara è un piccolo punto messo a segno, per chi soffre nell'ombra e non trova il coraggio di parlare.