Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 129 minuti |
Regia di | Sion Sono |
Attori | Sometani Shôta, Fumi Nikaidô, Tetsu Watanabe, Mitsuru Fukikoshi . |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Fandango |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,48 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 27 giugno 2012
Sion Sono dirige Himizu, l'adattamento dell'omonimo fumetto giapponese. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Giappone, dalle parti di Fukushima. Vessato da un padre crudele, violento verbalmente e fisicamente, e da una madre assente, Sumida sogna la normalità dell'uomo comune. Chazawa invece sogna Sumida, difficile oggetto d'amore che richiede di essere domato oltre che catturato.
Famiglie disfunzionali e teenager in difficoltà, squassati da istinti autodistruttivi, si vedono spesso su grande schermo e il tema men che mai è nuovo per il talentuoso Sono Sion, specie dopo l'abbraccio cosmico (e sostanzialmente definitivo) di Love Exposure. Ma quel che sconcerta - e che lo allontana da controparti occidentali dedite all'esplorazione di ambiti apparentemente similari (Solondz, Clark, Korine) - è la robustezza dell'idea di cinema che c'è alle spalle, l'impatto visivo e uditivo di opere che non temono di scalare su differenti registri narrativi e stilistici, anziché adagiarsi su ammiccanti cliché, per gridare il proprio insanabile dolore. Frutto dell'adattamento molto libero del manga di Minoru Furuya e ulteriormente contaminato narrativamente dal disastro di Fukushima, Himizu - ovvero "la talpa", come spiega una scena del film - (ri)propone una galleria di mostruose maschere sociali - yakuza, pervertiti, killer, emarginati di vario genere costantemente attraversati da istinti malvagi - suscitando nello spettatore tanto un disdicevole riso (specie nelle sequenze più caricaturali) che un profondo sgomento per la sfiducia palpabile verso il genere umano. L'assenza di eroi e della necessità di (ricorrere ad) essi è resa evidente dalle ambizioni del protagonista Sumida, che non anela a nient'altro che la "normalità" (così semplice e così irraggiungibile) prima del punto di rottura che lo porterà a inseguire l' a-normalità di un vano quanto infruttuoso eroismo. L'amore ostinato (e ostinatamente subalterno) di Chazawa resta la sola fioca speranza di salvezza per la coppia di ragazzi, sin troppo facilmente accostabili allo spirito di una nazione che ciclicamente è sottoposta a prove durissime, come se queste fossero necessarie al suo peculiare ciclo evolutivo. Solo il Giappone è in grado di sopportare ciò che sopporta il Giappone e, complice forse un oscuro disegno, solo il Giappone è costretto a sopportarlo.
Anche questo film, come altri del regista Sion Sono (Suicide club, Love exposure) mi ha dato l'impressione di un capolavoro mancato. Ci sono alcune ottime e potenti idee (come quella del parallelismo fra la devastazione naturale dello tsunami e la devastazione esistenziale delle giovani vite dei due protagonisti) e parecchie scene drammatiche e commoventi che non possono non affascinare e coinvolgere [...] Vai alla recensione »
Un Giappone distrutto, sia moralmente che fisicamente, in cui il peso ricade sui giovani, in cui le persone vivono in uno stato di costante degrado ormai senza speranza. Tutto questo fa da sfondo alla storia di Sumida, un ragazzo di 14 anni che vive una situazione familiare travagliata ed è costantemente picchiato dal padre. Un giorno Sumida farà la conoscenza di Chazawa, una ragazza [...] Vai alla recensione »
"Himitzu" vuol dire nascosto dal sole ed è il modo giapponese di chiamare la talpa. Scroscia la pioggia su Keiko Chazawa e il rumore in sala è così reale che se ne percepisce l'odore. "Conosco tutto, tranne me stesso", immobile continua a recitare la ragazza e intanto scorrono immagini di un paesaggio ridotto a mucchi di macerie. Yuichi Sumida vive in una baracca accanto al lago e sogna di essere [...] Vai alla recensione »
Himizu di Sion Sono presentato alla 68 mostra del cinema di veezia (e vincitore del premio Marcello Mastroianni per il miglior giovane attore)risulta interessante per tematiche trattate : i nuclei familiari in cui regna la violenza e la violenza stessa che permea la societa giapponese,le difficolta di vita successive l'esplosione della centrale nucleare e la ricerca della speranza(forse irraggiungibile?).A [...] Vai alla recensione »