Anno | 2011 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Antonio Manetti, Marco Manetti |
Attori | Ennio Fantastichini, Francesca Cuttica, Juliet Esey Joseph, Antonello Morroni, Li Yong Jader Giraldi, Rodolfo Baldini, Furio Ferrari, Angelo Nicotra, Massimo Triggiani. |
Uscita | venerdì 9 marzo 2012 |
Distribuzione | Iris Film Distribution |
MYmonetro | 2,68 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento venerdì 16 marzo 2012
Il film è una storia fantascientifico-psicologica scritta, diretta e prodotta dai Manetti Bros. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office L'arrivo di Wang ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 8,1 mila euro e 5,5 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
|
Mentre è alle prese con la traduzione di un film cinese da consegnare il giorno dopo, Gaia riceve per telefono un misterioso e urgente ingaggio profumatamente pagato. Dopo mezz'ora un'auto passa a prenderla a casa per condurla nel luogo in cui dovrà tradurre il dialogo tra Curti, l'agente che l'ha prelevata, e il fantomatico Mr. Wang. Prestare la sua professionalità le risulterà però difficile a causa della strana richiesta di lavorare al buio per non essere compromessa in una situazione della massima gravità. Solo dopo aver preteso e ottenuto di accendere la luce, la giovane interprete comprenderà il motivo di tanta segretezza.
Fedeli a quel cinema di genere frequentato sin dall'inizio della loro carriera, i Manetti Bros. si cimentano con la difficile via della fantascienza, confezionando una pellicola che pur entrando ampiamente nella categoria finisce con l'avere un'impostazione tanto curiosa da sconfinare nel dramma psicologico. Tra il breve incipit in cui la protagonista viene bendata e quel finale rivelatore per più motivi, si sviluppa, infatti, una storia basata sullo scontro tra discordi, inconciliabili visioni e sulla difficoltà di comprendere se stessi così come l'altro da sé. Con una caratterizzazione spesso esasperata, soprattutto nell'agente interpretato dal bravo Ennio Fantastichini, i tre personaggi in campo - più o meno stabili intorno al tavolo dell'interrogatorio - diventano presto simboli della volontà di comunicazione o della sua negazione assoluta, perdendo tuttavia la possibilità di diventare caratteri a tutto tondo, dotati quindi di profondità e spessore.
Nonostante sprizzi una certa vitalità e sia spesso divertente, il film soffre i limiti di un impianto a lungo andare troppo meccanico nell'uso ripetuto dei flashback e nel ricorso eccessivo a quell'umorismo nero ormai tipico dei due registi. Nella parte conclusiva, comunque, il ritmo ha una notevole impennata. Come in Zora la vampira, sotto l'aspetto ludico - orrorifico, si nascondeva il tema sociale legato all'immigrazione e all'emarginazione, qui si tocca quello etico riferibile alla diversità e al pregiudizio, a conferma di un cinema più solido di quanto si creda. Considerato il basso budget, davvero buona la resa fotografica della pellicola e più che accettabili gli effetti speciali.
L'ARRIVO DI WANG disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | – | |||
€9,99 | – |
Può una persona essere regista, sceneggiatore, produttore e via di seguito? E se questo accade, qual è il risultato che ci si deve attendere? Si che può; è la mia risposta alla prima domanda; ed i diversi ruoli, se ben armonizzati devono consegnare un risultato ottimo. Il motivo di queste affermazioni risiede semplicemente nel fatto che uno sceneggiatore, si parte sempre [...] Vai alla recensione »
Visto in anteprima alla 68a mostra del cinema di Venezia questo film ha saputo stupire; pur non dovendo ricorrere a chissà quali effetti speciali da assuefazione, l'atmosfera fantascientifica è ben resa. Sebbene a tratti siano un pò grotteschi, i protagonisti caratterizzano bene i propri ruoli; Francesca Cuttica è semplicemente straordinaria, con un'interpretazione [...] Vai alla recensione »
Credo che in questo piccolo e convincente film ci sia tutto il cinema dei Manetti con i loro pregi e difetti; ci sono personaggi caratterizzati con tratti molto marcati tipici del cinema di genere, ci sono atmosfere dark con un pizzico d'ironia, ambientazioni off-romane a volte un po' troppo caserecce; poi scarsa attenzione per i dettagli e molta immediatezza con la macchina da presa.
Ho trovato suggestivo l'incipit di respiro teatrale. La storia del film è surreale e sorprendemente spiazzante, semina indizi per una lettura prima noir, poi psicologica, per poi virare nel finale nella pura fantascienza. La tagliente fotografia è funzionale alla sceneggiatura. Insolitamente coraggioso per essere un film italiano.
L'arrivo di Wang (2011) scritto, prodotto e diretto dai Manetti Bros. (Antonio e Marco Manetti). L'interprete di cinese Gaia viene assunta d'urgenza per un lavoro a Roma in un luogo sotterraneo e nascosto da un uomo misterioso: Curti. Giunta sul posto viene condotta in una stanza buia per tradurre le parole di un individuo chiamato Wang che parla esclusivamente cinese.
Mi è piaciuto. Abbastanza scorrevole, i primi tre quarti d'ora vanno via veloci; ogni dettaglio è molto curato ( ad esempio, l'appartamento di Gaia, uno dei pochi ambienti, fa intuire una sistemazione ancora in divenire ); incuriosisce la totale segretezza del colloquio, chi bisogna interrogare? Quanto può essere pericoloso? Durante la primissima fase dell'interrogatorio molti penseranno al cinese [...] Vai alla recensione »
I Manetti Bros. abbandonano per un attimo Bologna e l'ispettore Coliandro e ci regalano un divertente breve film molto particolare. Si tratta di fantascienza un po' annacquata, condita con un po' di thriller, molta suspence e una notevole dose di claustrofobia. Gaia è una traduttrice e viene ingaggiata da Curti per la traduzione-simultanea con una persona che parla solo il cinese-mandarin [...] Vai alla recensione »
La traduttrice Gaia, il misterioso Wang e l'inquisitore Ennio Fantastichini sono attorno ad un tavolo intenti, ciascuno nel suo ruolo, a dare (o non dare) risposta alla domanda chi è Wang? Chi è l'altro da me? Chi è colui che, così diverso, non posso dire se sia venuto in pace oppure no? Il film è un lungo interrogatorio (forse troppo lungo.
Creare un opera fantascientifica low-cost per il cinema, in un panorama di serie televisivie che ci offrono effetti speciali e storie ben più avvincenti di questa mediocre cozzaglia di eventi incredibili male interpretati è molto azzardato.Idea già sfruttata in altre occasioni che poteva sfociare magari in qualcosa di "simpatico" ed accattivante come l'alieno, ma sicuramente con poche chances.
E' perfettamente inutile inscenare una farsa perversa se si hanno solo i soldi e niente idee. Non è ovviamente il caso di questo "medio" dei Manetti Bros. che anche questa volta con il loro stile asciutto e geometrico creano un'atmosfera ansiosa, cupa, curiosa che appena cessa di essere tale diviene particolare e mantiene un buon tono di ritmo e linguaggio che comunque inchioda. [...] Vai alla recensione »
un film che sarebbe stato un buon film se si fosse trattato di un corto. Un'idea non troppo nuova ma forse in grado di stupire e far pensare se giocata in altro modo. E' in generale troppo lento e sembra che in gran parte del tempo succedano sempre le stesse cose solo per perdere tempo e allungare così il film...
Mai visto niente di più INDECENTE, assolutamente inguardabile, allo stesso livello dei film giapponesi di Godzilla...e quello che fa rabbia che la televisione di stato ( e pertanto soldi nostri) abbia sponsorizzato questo coso, dire film sarebbe offendere qualsiasi altra pellicola. Vi giuro, mai visto niente di peggio!!!
Visto recentemente in tv, c'è da rimanere basiti di fronte al dilettantismo che trasuda da ogni aspetto della messa in scena.
Come si gestirebbe una "anomalia" in Italia, bene la risposta è in questo film a basso costo italiano. Finale a "sorpresa", la domanda è siamo realmente pronti ad affrontare il "diverso" ? Tematica: INVASIONE ALIENA
Dopo aver scelto un buon soggetto con diverse possibilità di sviluppo,dopo aver seguito con interesse un incipit che lasciava intravedere una discreta e personalizzata sporcatura dell' "americanstyle" tutta italiana. . .con rammarico e delusione si approda ad un Fantastichini che sembra faccia davvero fatica a recitare un ruolo poco personalizzato e messo a dura [...] Vai alla recensione »
L' idea di partenza è interessante ma la realizzazione è quanto meno criticabile. Sul piano recitativo siamo alle solite, non si riesce a superare il pessimo standard televisivo, escludendo la professionalità di Fantastichini e...della "Creatura". A proposito di quest' ultima bisogna dar merito ai fratelli Manetti di aver realizzato un "prodotto" molto [...] Vai alla recensione »
Dopo l'ultimo terrestre ecco un'altro Splendido film sulla paura del diverso, su ciò che potrebbe rappresentare per noi nel bene e nel male. Gaia viene condotta bendata in un luogo segreto per tradurre una conversazione in cinese con uno strano personaggio al buio. Ben presto scopre che il suo interlocutore è un alieno. Lo spettatore, in un crescendo di tensione, si trova a dover [...] Vai alla recensione »
Un' interprete di cinese, Gaia, viene contattata per una traduzione simultanea: c'è bisogno di lei sùbito, verrà pagata bene. Lei accetta ma i co0mmittenti sono misteriosi, la bendano affinché non capti il percorso e, quando giunge di fronte al personaggio da intervistare, la fanno lavorare a luci spente: a un certo punto, stanca, chiede almeno di poter vedere in faccia chi è l'interlocutore e, nonostante [...] Vai alla recensione »
tanta ingenuità da parte di registi oramai esperti non è giustificabile. non vale neanche in un sagglo di primo anno al centro sperimentale di cinematografia. gli attori poi, a parte Fantastichini, sembrano presi a caso o sono diretti veramente male. un film di cui non si sente proprio il bisogno... e ci spiace per il cinema italiano che langue...
Fa piacere vedere della fantascienza italiana, materia più unica che rara. I fratelli Manetti si cimentano ma cincischiano. L'idea sembra adatta ad un corto o al massimo ad un mediometraggio. la prima parte del film si dilunga e arriva a risultar noiosa facendo subodorare il fatidico colpo di scena finale. Se da una parte Ennio Fantastichini regge una piece teatrale alla grande dall'altra si avverte [...] Vai alla recensione »
Un raro film di fantascienza italico. In realtà, per gran parte trattasi soprattutto di thriller. Gli effetti speciali sono veramente puerili, ma l'argomento trattato è all'altezza. Si fa notare negatività nei metodi d'interrogatorio e positività nella difesa dei diritti umani ma, ovviamente, non è mai tutto bianco o tutto nero; spesso è la strada [...] Vai alla recensione »
Il film è inguardabile, quanto di peggio sia mai stato prodotto. A confronto Walker Texas Ranger meriterebbe 10 Oscar, tra cui a Trivett e ad Alex Keyl. Doppiaggi assurdi, effetti speciali da Godzilla del 1939, Wang di plastica...non ho parole. Consiglio vivamente un gelato nel caso in cui voleste vederlo.
Un Voto per l'impegno! Un voto Per la regia! Un voto per la Creatività! Un voto per gli effetti ! Un voto a me che ho votato!
l'effetto speciale di wang è troppo finto... peccato l'idea è molto bella
Per fortuna ci sono i Manetti bros. a mettere da parte tutto il buonismo e il politicamente corretto che stiamo vedendo declinati in tutte le salse nelle tante pellicole della Mostra sui temi dell’immigrazione. Così, finalmente, ecco il nuovo film deidue fratelli romani «nichilisti», L’arrivo di Wang (in Controcampo Italiano) che scardina, attraversol’utilizzo del cinema di genere dì fantascienza per [...] Vai alla recensione »
Dici Manetti bros. e pensi ad un modo di fare cinema in Italia che ha le sue origini nella gloriosa stagione dei film di genere. I due fratelli ormai non hanno bisogno di presentazione e, dal piccolo (L’ispettore Coliandro) al grande schermo (Zora la vampira o Piano 17 per fare due soli esempi), presentano con coerenza uno stile sempre fedele a se stesso.
Sei minuti di applausi in Sala Grande. Non se l’aspettavano i Manetti Bros., che a Venezia hanno presentato nella sezione competitiva Controcampo L’arrivo di Wang. Forse, i fratelli Marco e Antonio, ultimi tenaci alfieri del cinema di genere italiano, neppure si aspettavano la Sala Grande, l’invito alla Mostra, l’accoglienza che si riserva ai cineasti “festivalieri”.
Cinese-italiano: una traduzione urgentissima, un’interprete (Francesca Cuttica) cooptata. La vuole Curti (Ennio Fantastichini), un agente senza scrupoli, perché interroghi il fantomatico signor Wang: al buio Gaia non riesce a tradurre bene, si accendono le luci e il signor Wang... non è di questo mondo. È “L’arrivo di Wang” dei Manetti bros, che tra sci-fi proletario e Kammerspiel all’amatriciana ripassano [...] Vai alla recensione »
Che gran divertimento con i Manetti Bros. «L’arrivo di Wang» è quasi rivoluzionario per l’ignava Cinecittà: una spy story con risvolti fantascientifici più alla «Mars Attack!» che alla «E.T.», un gioco d’incastri a suspense, un incubo concentrazionario dalla coda avvelenata. Un piccolo film, certo, ma quanto più ingegnoso e divertente dei diluvi di egocentrismo goliardico effimeri campioni al botteghino… [...] Vai alla recensione »
Un artefatto "alieno". Nel panorama complessivo del cinema italiano contemporaneo, un film come L’arrivo di Wang dei Manetti Bros non lo si può definire che così. Un masso erratico. Un oggetto schermico non identificato: un film che non sai bene come prendere, dove collocare, in che modo etichettare. Perché sfugge alle regole, alle convenzioni, alle buone maniere.
Scorazzando di genere in genere i romani Manetti Bros sono approdati alla fantascienza, con budget poveristico messo bene a frutto da effetti speciali all’antica italiana, ovvero affidati all’artigianalità e all’inventiva. Allora, abbiamo la sinologa Francesca Cuttica condotta, a occhi bendati, in un sotterraneo per fare da interprete fra un misterioso prigioniero che parla cinese ed Ennio Fantastichini, [...] Vai alla recensione »
Si può fare un film di fantascienza all'italiana con 200.000 euro? Beh... insomma. Dopo L'ultimo terrestre di Gipi, arriva sui nostri schermi L'arrivo di Wang dei Manetti Bros, un altro film di fantascienza italiano a basso costo proveniente dalla Venezia di Muller (questo era a Controcampo, una rassegna che il neo-direttore Barbera ha tolto di mezzo gettando in una valle di lacrime i nostri produttori). [...] Vai alla recensione »
La fantascienza atterra in Italia. Prima L’ultimo terrestre firmato Gianni Alfonso Pacinotti (in Concorso alla Mostra di Venezia 2011), poi la distopia alla Philip K. Dick, Sleeping around e infine L’arrivo di Wang (a Venezia 2011 nella sezione Controcampo) firmato dai sempre vispi Marco e Antonio Manetti. Gli alieni sono tra noi e parlano cinese. Prontamente arrestato dai servizi segreti italiani [...] Vai alla recensione »
I Manetti Bros sono famosi dai tempi di Zora la vampira, stravagante horror comico prodotto nientemeno che da Carlo Verdone nel 2000. Fanno cinema di genere, a basso costo, e snobbano le produzioni «alte» con l’eccezione della serie tv L’ispettore Coliandro, scritta da Carlo Lucarelli, che dirigono ben volentieri. L’arrivo di Wang è una risposta intelligente e ironica a chi pensa chela fantascienza [...] Vai alla recensione »
Una traduttrice sinologa viene ingaggiata da un funzionario dello Stato per tradurre l’interrogatorio, in un seminterrato, di un E.T. che parla solo cinese (ebbene sì, sono arrivati anchelì); cosa è venuto a fare sul nostro pianeta? Ma quanto è bello questo gioiellino dei mai banali Manetti Bros che prende a calci tutte le convenzioni del politicamente corretto mostrando i rischi dell’accoglienza buonista [...] Vai alla recensione »
I Manetti bros., Antonio e Marco, continuano a privilegiare, per loro stessa ammissione, il cinema di genere. Così, dopo aver visitato a modo loro l’horror con “Zora la vampira” e il thriller con “Piano 17”, eccoli rivolgersi alla fantascienza con le intenzioni solite anche cli altri loro film, da “De generazione”, con cui hanno cominciato, a “Torino boys”.