Il linguaggio dei machete

Film 2011 | Drammatico 82 min.

Regia di kyzza terrazas. Un film con Jessy Bulbo, Andrés Almeida, Flor Eduarda Gurrola, Luisa Huertas, Julieta Egurrola. Cast completo Titolo originale: EL LENGUAJE DE LOS MACHETES. Genere Drammatico - Messico, 2011, durata 82 minuti. - MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 25 luglio 2011

Un gesto estremo compiuto da una coppia di innamorati trentenni.

Consigliato sì!
3,00/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Eros, politica e autodistruzione per una storia d'amore violenta e sensuale.
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 7 settembre 2011
Recensione di Edoardo Becattini
mercoledì 7 settembre 2011

Ray e Ramona sono una coppia di trentenni sbandati: attivista politico e aspirante scrittore lui, musicista e cantante in un gruppo post-punk lei. La loro vita è scandita da serate a base di alcol e droghe e partecipazioni a manifestazioni di protesta. Sono profondamente innamorati, ma mentre Ramona vorrebbe avere un figlio, Ray tergiversa, indeciso fra la rassegnazione nei confronti della lotta politica e il timore di costituire un nucleo conformista e borghese come quello da cui proviene. Dopo esser stato colpito dai manganelli della polizia durante uno scontro di piazza, Ray pensa di smettere con le manifestazioni e di dedicarsi alla scrittura, ma poi l'urgenza di compiere un ultimo gesto eclatante si fa sempre più forte.
Eros, politica e autodistruzione. In questa opera prima prodotta da Diego Luna e Gael Garcia Bernal, il progetto della lotta di classe si interseca con le dinamiche di coppia e con le pulsioni autodistruttive della trasgressione, fino a formare un violento intreccio di terrorismo politico e nichilismo sentimentale.
Nella sequenza iniziale, vediamo i due protagonisti prepararsi a compiere un attentato kamikaze sistemandosi degli esplosivi dentro i vestiti, subito prima di cantare un brano a metà fra una canzone d'amore e un canto rivoluzionario. Questo regime di ambiguità permane per tutto il film, che si costruisce come un lungo flashback preparatorio a quel momento iniziale, in cui l'incertezza fra il fatto di trovarsi di fronte a una storia d'amore o al racconto di una folle militanza rimane fino alla deflagrazione finale. Kyzza Terrazas costruisce un circuito di interferenze che fa incontrare l'impulso per l'eccesso con il bisogno di stabilità, il materialismo politico con la crisi sentimentale e con quella esistenziale. Al tempo stesso, giustappone varie espressioni del desiderio (sociale, politico, sessuale, affettivo) dell'uomo come individuo e come parte di una coppia, riuscendo a contenerle dentro a un racconto estremamente essenziale, concentrato attorno a immagini di affetto, solitudine e rabbia. Difatti, attraverso una serie di quadri che aprono ai momenti di intimità di una coppia e ai tormenti di un borghese ribelle ed eternamente insoddisfatto, Terrazas concede poco spazio all'attualità e al reale contesto politico messicano. Il progetto kamikaze di Ray e Ramona viene raccontato più come un gesto romantico di auto-dissoluzione o come l'esibizione di un'inquietudine borghese: non è la dialettica politica a rifrangersi nelle dinamiche di coppia, quando piuttosto il desiderio d'amore e di annullamento a deflagrare in un progetto terrorista.
Man mano che si va avanti, la dialettica dell'ideologia rivoluzionaria si converte in una serie di pulsioni contrastanti che hanno a che vedere sempre meno con l'aspetto sociale e sempre più con la sfera degli affetti personali: il desiderio di una famiglia contro il rifiuto dei valori borghesi; la crisi della coppia e la crisi politica. L'intelligenza del regista messicano è di riuscire a creare questo insieme di situazioni lavorando sui meccanismi del desiderio, sulla lotta sociale come risposta a una serie di vuoti esistenziali. Così facendo, dona al suo film una sensualità fatta non di gioia e rivoluzione, ma del più ancestrale dualismo fra amore e morte.

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