Anno | 2012 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Ferzan Ozpetek |
Attori | Elio Germano, Paola Minaccioni, Beppe Fiorello, Margherita Buy, Vittoria Puccini Cem Yilmaz, Claudia Potenza, Andrea Bosca, Ambrogio Maestri, Matteo Savino, Alessandro Roja, Gea Martire, Monica Nappo, Bianca Nappi, Giorgio Marchesi, Drusilla Foer, Platinette, Massimiliano Gallo, Anna Proclemer, Eleonora Bolla. |
Uscita | venerdì 16 marzo 2012 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,86 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 11 novembre 2016
Lasciata Catania per la capitale, l'aspirante attore Pietro Ponte si trova a condividere la casa con dei misteriosi inquilini. Il film ha ottenuto 9 candidature e vinto 3 Nastri d'Argento, 8 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Magnifica presenza ha incassato 3,2 milioni di euro .
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Pietro Ponte è un giovane uomo che inforna cornetti di notte e sogna di fare l'attore di giorno. Lasciata Catania per la capitale, cerca e trova casa a Monteverde. Entusiasta dell'appartamento e di una vita ancora tutta da realizzare, si accorge molto presto di non essere solo e di condividere il suo spazio con misteriosi inquilini, che 'appaiono' e 'scompaiono' turbandone il sonno e le notti. Le presenze, distinte e magnifiche, sono ombre di attori di un'altra epoca e di un'altra storia. Prigionieri di un passato nemmeno troppo remoto, la compagnia chiede a Pietro di aiutarli a recuperare la libertà perduta. Tra provini brillanti e cornetti fragranti, il ragazzo imparerà a convivere coi 'propri' fantasmi, indicando loro la porta di casa e un nuovo tempo da abitare.
C'è spesso un incontro al centro del cinema di Ferzan Özpetek, uno sguardo altro che diventa strumento di ricomposizione dell'io. Accadeva alla dirimpettaia di Giovanna Mezzogiorno, pasticcera mancata che spiava oltre i vetri l'intimità di uno sconosciuto, accade al pasticcere perfezionista di Elio Germano, oggetto scopico di una compagnia di fantasmi, che dilagano in un continuo 'far scena' sullo sfondo della scena principale. Eleganti nei loro abiti démodé, le ombre di Magnifica presenza pretendono attenzione, si donano allo sguardo di Pietro e si specchiano nei suoi occhi, per 'inscenarsi' finalmente davanti ai propri. Perché è solo guardandosi da 'una finestra di fronte' che si annulla l'alienazione e ci si ricostituisce come soggetti. Costretti in cattività e a insidiare il presente di inquilini sgomenti, gli attori di una compagnia che fu cortocircuitano il passato e il presente, la Roma di ieri e quella di oggi, traghettando il protagonista e lo spettatore in un altro spazio e in un tempo altro, in cui si è svolto il dramma che li travolge. Indagando su quelle presenze gentili e sui loro anni sconosciuti, il protagonista si riappropria gradualmente della propria 'stagione', impegnandosi a vivere in un mondo migliore e non limitandosi soltanto a sognarlo. Il Pietro 'magnifico' di Elio Germano eredita la saggezza pasticcera di Massimo Girotti, corpo-cinema che incontrava e convertiva la Mezzogiorno, e diventa autore di sei personaggi più due (un bambino e uno scrittore). È lui il poeta senza il quale l'arte degli attori naufragherebbe nel caos, è lui che ricostruisce il problema e lo 'recita' esplicitamente permettendo ai fantasmi di dominarlo invece di esserne dominati. In cambio Pietro riceve una famiglia, di nuovo oltre i limiti biologici e con uno spiccato carattere di collettività, di nuovo da raccogliere intorno a una tavola imbandita, 'accompagnata' da note empatiche e 'addolcita' da torte glassate. Muovendosi con disinvoltura tra picchi emotivi, distensioni comiche e una partecipazione compassata alla maniera dei suoi personaggi, il regista realizza il suo film migliore, eludendo i rischi ideologici e morali dei precedenti, trattenendo il concetto che al centro dell'universo ci sia (soltanto) il privato e la realizzazione personale, misurando il bello stile e i manierismi, e infondendo alla sua storia il fuoco divorante di una passione che viene da lontano e culmina in un teatro (il Teatro Valle) occupato, questa volta da 'presenze' autogestite.
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Magnifico film che parla del senso profondo dell' esprimersi artisticamente ma anche della fruizione dato che si parla di transfert e metafore che sostituiscono "nascondendo", ma anche tenendo in "vita", una interpretazione negata (e quindi "tradita"). Naturalmente ci capirà qualcosa il 2% degli spettatori ma per quelli di buona volontà, senza fare spoiler visto che tutti sanno che è una ghost story, [...] Vai alla recensione »
"Ma fantasmi, come fantasmi, è proprio il caso di dire: neanche l'ombra!" diceva Eduardo, che ben sapeva come gestire apparizioni e cigolii sinistri. Solo che là si parlava di becchi e di corna nascoste,qui non si capisce bene di che cosa si tratti. Film deludente, questa Magnifica Presenza, che non si sa bene come interpretare: lo è Elio Germano alias Pietro? [...] Vai alla recensione »
Quando un normale sabato sera diventa una Magnifica serata. Un film deve essere in grado, attraverso le sue narrate immagini, di coinvolgerti,incuriosire, trasmetterti emozioni e stimolare il tuo intelletto. Magnifica presenza con la sua semplicità riesce a fare tutto questo. La storia mi ha coinvolto, merito di un bravissimo Elio Germano; il soggetto ben diretto riesce ad incuriosirti e soltanto [...] Vai alla recensione »
Un Elio Germano strepitoso domina il nuovo film di Ferzan Ozpetek; la telecamera lo insegue per tutto il film e lui riesce sempre a far rimanere interessato e sorpreso lo spettatore, una grande prova di attore che ha il suo culmine proprio nei titoli di coda, in cui realizza cinque minuti di autentica arte drammaturgica. Il soggetto di questa nuova opera del regista turco è meraviglioso, [...] Vai alla recensione »
Poche righe per commentare un film che forse avrei lodato di più se non fosse firmato da uno dei miei registi preferiti, stavolta molto meno ispirato che nelle prove precedenti. Sono uscito scontento, mi aspettavo di emozionarmi come per " Le fate ignoranti" o " Saturno contro", ma poi ho pensato che non si può pretendere sempre il capolavoro, il cinema ogni volta pieno di passione.
Un attore pieno di speranze, Pietro (costretto nell'eventualità in cui venisse scritturato ad assumere il cognome Ponte) arriva dalla SIcilia a Monteverde Vecchio in una palazzina fatiscente ma affascinante. Tutte le notti prende il tram 8 per raggiungere la pasticceria per la quale sforna cornetti. Vive un'esistenza solitaria, resa meno pesante dalla cugina (Paola Minaccioni, sempre [...] Vai alla recensione »
La nuova opera di Ozpetek non ha ad oggetto una denuncia sociale nè intende focalizzarsi sulla condizione omosessuale nella società moderna;questo può essere il motivo per cui il film non è stato criticato da ambienti moralisti e chiesofili e, dall' altra parte, non è stato rivendicato come manifesto dell orgoglio gay: Proprio il fatto di stabilirsi [...] Vai alla recensione »
Ennesimo film di ozpetek colorato e ricco di personaggi. Premetto che non faro' un riassunto della trama anzi, esorterei gli altri partecipanti al forum di evitare la cronistoria dei film che trovo nella maggioranza dei commenti. Lo trovo inutile e a volte rischioso se non si ha una capacità di controllo notevole sulla propria scrittura , si rischia di rovinare la visione agli altri.
La sottile linea che separa l'omaggio al vero cinema dal plagio è stata ampiamente superata. I fantasmi di Midnight in Paris riemergono per dare vita ad un intreccio, seppur gradevole, troppo vicino a quello del precedente La finestra di fronte. Anche questa volta non mancano icone maschili da dare in pasto ad un pubblico voyerista, non manca il cameo a far brillare gli occhi [...] Vai alla recensione »
Premetto, mi piange il cuore scrivere queste parole perché amo Ozpeteck e tutti i suoi film... ma non si può camuffare in alcun modo il sentimento di spaesamento, incompletezza, freddezza alla fine di "Magnifica Presenza". Penso che da tanto non rimanevo così deluso. Sulla carta il film avrebbe potuto essere un capolavoro, onirico, favolistico, sopra le righe.
Teatrale, colorato, poetico, sognante, emozionante, riflessivo, delicato, mai banale: sono solo alcuni degli aggettivi che frullano in testa per descrivere il nuovo (capo)lavoro di Ferzan Ozpetek. Storia originale, particolari curati con la cura di chi sa condurre in porto tematiche mai sopite. Così, in netta controtendenza rispetto al passato, in “Magnifica Presenza” omosessualità e difficoltà nelle [...] Vai alla recensione »
Questa volta Ozpetek riesce ad aggiungere qualcosa alle solite tavole imbandite, alle storie d'amore "diverso" e non corrisposte e all'ambientazione zona via Ostiense: aggiunge un po' di memoria e di amore per il teatro. Lo fa con l'escamotage di alcune "presenze" nela nuova casa affittata da Elio Germano aspirante attore, presenze di un epoca buia per la nostra [...] Vai alla recensione »
Letta così sembrerebbe davvero una storia interessante. Finalmente, in Italia, ci arrischiamo a fare un film un po’ sopra le righe; ci mettiamo addirittura in mezzo dei fantasmi che nell’immaginario proprio diMagnifica presenza non sono sfocate immagini, corpi eterei, ma corpi reali semplicemente incoscienti del tempo che è trascorso.
Pietro, giovane cornettaio aspirante attore di orgigine catanese, conduce una vita ordinaria con pochi contatti nella realtà se non con la cugina Maria;ma ormai stanco di viver con lei decide di trovarsi una casa tutta sua e riesce a prendere in affitto una villa d'epoca, anche se mal ridotta, in uno storico quartiere romano. Da qui a poco scoprirà di non essere solo, ma di condividere la nuova casa [...] Vai alla recensione »
Un film carino, leggero, sicuramente merita di essere visto. Ho letto commenti entusiastici da parte di chi mi precede.... ma non esageriamo. Ozpetek ha girato film migliori. Di bello c'è che Elio Germano è un talento che si conferma alla grande in questo film ed è una spanna al di sopra di tutti. Bravissimo nelle sue espressioni facciali durante tutto il film.
C'è chi ha da subito liquidato il nuovo film del regista italo-turco Ferzan Ozpetek perchè eccessivo in ogni suo aspetto: eccessivo nella storia, nei personaggi, nelle tante tematiche affrontate nel corso della vicenda. Ozpetek ha fallito, ha osato troppo, Ozpetek ha voluto superare se stesso ma è caduto. Così dicevano in molti.
Finalmente riesco a scrivere... Questo film e' un capolavoro che cita altri capolavori da Kubrik, Woody Allen a Bertolucci, italiano quanto basta, romano senza eccedere, ben girato, denso di emozioni e perle godibilissime: geniali sono il travestito e la "badessa", a meta' fra mago Otelma e il Marlon Brando di Coppola, nella fabbrica delle maschere di Eyes wide shut.
Pietro Ponte (Elio Germano) è un ragazzo innamorato del cinema, tanto da aspirare a diventare egli stesso attore. Da Catania si trasferisce a Roma, dove tra un provino e l'altro sbarca il lunario lavorando alcune ore antelucane in una pasticceria facendo cornetti. Divide la casa con una quasi cugina avvocato di modesto successo, in una situazione che lo tiene in imbarazzo perché [...] Vai alla recensione »
Qualcuno, mimando il penultimo titolo del regista turco, ha parlato di “anime vaganti”e proprio di questo si tratta, perché i fantasmi che prima atterriscono il buon Pietro e poi ne diventano in qualche modo la atipica famiglia (non solo allargata ma addirittura impalpabile) sono spiriti inquieti. Essi ricercano, come nella tradizione lettararia e cinematografica, una loro serenità [...] Vai alla recensione »
Dinamico, arioso, malinconicamente sereno. Sono alcuni dei modi con cui ho visto il film. In sintesi Pietro Pontechievello (in arte Ponte), un giovane omosessuale romantico e parecchio solo, si trasferisce dalla natia Sicilia a Roma per sfondare come attore. E per arrotondare i conti, sforna cornetti di notte. La nuova casa, una villa fatiscente d'epoca, ospita dei personaggi, come dire, “alla [...] Vai alla recensione »
Un film diverso, diverso sia dalle trame dei film precedentemente firmati da Ozpetek, che da da quello che lo spettatore si aspetta dopo aver visto il trailer. Un volare leggero tra tanti argomenti, dalla nostalgica ricostruzione storica di una compagnia teatrale degli anni quaranta, alla tristezza di un "uomo di vita" deluso dal mondo che confida solo nella solidarietà degli estranei [...] Vai alla recensione »
Immerso in un'atmosfera tipicamente almodovariana (nella colonna sonora che pur con accenti orientalegginati somiglia vagamente a quella spagnola), Pietro è un uomo incompiuto: come gay, come attore, come agente attivo nel lavoro e nella società. Un personaggio in cerca d'autore. Isolato dal mondo, vive coi propri fantasmi in un appartamento che non è altro che il luogo [...] Vai alla recensione »
Pietro arriva a Roma dalla Sicilia con un sogno, fare l'attore. Lasciata Catania per la capitale, l'unica compagna che ha a Roma è la cugina Maria con la quale momentaneamente divide l'appartamento. Maria, apprendista avvocato, è una pasticciona dalla vita caotica. Pietro è un ragazzo molto timido che per vivere sforna cornetti tutte le notti, sogna una [...] Vai alla recensione »
Succede che alcuni autori che in passato hanno fatto dei bei film, poi lentamente scivolino nell'apatia dell'artista a cui mancano le idee. Nonostante ciò, si ostinano a fare film. Ferzan Ozpetek da qualche anno sforna film decisamente mediocri e privi di un'idea sostanziosa su cui far ruotare un film di due ore. Magnifica presenza si sarebbe potuto ridurre a cortometraggio, per [...] Vai alla recensione »
Ozpetek da anni lavora sul concetto di “carino”. La linea di galleggiamento, tutta italiota, che ti permette di lavorare, vivere, avere un pubblico, dividere certa critica (e far quindi almeno per un po’ parlare di sé), raccogliere sponsor per il product placement, non certo fare cinema. Una ricetta che inevitabilmente produce mostruose commedie, di più come in quest’ul [...] Vai alla recensione »
Film non riuscito, nonostante non risulti banale o poco sensato, piuttosto lento e noioso. racconta di Pietro, giovane pseudo-pasticcere, giunto a Roma col sogno di diventare attore. Convive con una cugina attratta da lui ma è gay, ha un carattere schivo e pochissime opportunità per socializzare. E' in cerca di una casa tutta sua e quando la trova è felice, anzi euforico. [...] Vai alla recensione »
Magnifica o solo Piacevole visione? Ferzan centra la trama e il cast, ancora una volta. Carina l'idea degli attori- spettri che accompagnano il protagonista. Ma il film nel complesso non riesce a brillare, malgrado gli ottimi presupposti. Non viene ne approfondito ne snocciolato. La storia va avanti e si lascia vedere, ma manca di qualche brio o novità. [...] Vai alla recensione »
il voto basso è causato da un'aspettativa alta. pensavo ( e l'ho pensato per i primi venti minuti del film) che ci fosse una scossa di originalità nell'idea e nel modo di girare. poi tutto lentamente ma progressivamente si affloscia e resta il disappunto per un'occasione persa. è un film che si perde per strada, e per strada si perdono i suoi personaggi.
Non tutte le ciambelle vengono con il buco. Lavoro modesto. Ci ha dato di meglio come regista, saprà riscattarsi.
Si dice che vaghino senza una meta, intrappolati in un tempo che non li appartiene, prigionieri del loro dolore e in attesa di un coraggioso che finalmente li liberi. Ombre moleste, dispettose, forse solo desiderose di essere scovate, fantasmi di un passato lontano, esuli in un mondo che va avanti senza di loro. Le strane figure ritratte da Ferzan Ozpetek nel suo ultimo film “Magnifica presenza” [...] Vai alla recensione »
Ci ha abituato ad emozioni intense Ozpetek: grandi passioni, drammi umani sviscerati, storie che si intrecciano. Eppure non bastano l'originalità del soggetto (almeno per il cinema italiano) né l'ottima interpretazione di Elio Germano né la morbida regia a fare di Magnifica Presenza il film che ci si aspetta di vedere. Non è una commedia, sebbene non manchi l'elemento [...] Vai alla recensione »
Pietro Ponte è un giovane irrisolto: sul piano professionale -fa l'impastatore di cornetti ma vorrebbe intraprendere la carriera di attore-, sul piano delle relazioni sociali -la sua timidezza e le sue paure lo spingono a racchiudersi in una gabbia esistenziale insieme ad una lontana cugina-, sul piano sessuale ("non riesco a fare il gay, figuriamoci l'eterosessuale")- .
Tornano anche questa volta molte componenti della cinematografia di Ozpetek come l'omossesualità, le grandi famiglie, il passato che torna e poi la cucina sempre al centro dei suoi film stavolta con un dolce semplice e quotidiano, proprio come il personaggio. Il protagonista è infatti un personaggio autentico nella sua semplicità, che impara a conoscere se stesso attraverso ciò che gli accade tra sogno [...] Vai alla recensione »
Pietro è un giovane siciliano che sogna di fare l'attore e per riuscirci si trasferisce a Roma. Ma non riesce ad andare oltre un lavoro notturno in un cornettificio. La casa che ha preso in affitto risale all'inizio '900 e ben presto si accorge che essa è infestata da fantasmi. Dopo i primi normali timori riesce a fare amicizia con queste figure, capendo chi erano in vita: [...] Vai alla recensione »
Innanzi tutto un film magnifico, che fa sognare e ti lascia in bocca il gusto che la vita, se solo lo volessmo tutti, sarebbe bellissima, o meglio più sopportabile, se sapessimo viverla apprezzando di più l'arte, perchè Ozpeteck ci porta nel mondo dell'arte pura. I fantasmi ci danno l'occasione di pensare al passato non tanto lontano della guerra e dell'invasione [...] Vai alla recensione »
Le case di Ozpetek non sono mai delle semplici dimore, non sono mai solo abitazioni, sono luogo vitale, sono oìkos. Pietro si accorge subito di essere entrato nella sua casa, piena di storia e di storie, di vita passata che non è passata. Vi trova la magia, come Irene in "Cuore Sacro". Vi trova il capo di un filo che lo porterà nei sordidi, e magnifici insieme, meandri [...] Vai alla recensione »
Anche questa volta,come nei suoi precedenti,il meglio va cercato nelle idee,sebbene aleggi un senso di occasione non del tutto sfruttata. Sorretto da validi interpreti,Germano su tutti,il racconto offre molti spunti che non sempre sviluppa pienamente. Le riuscite figure delle bariste,ad esempio,esauriscono bruscamente la loro invadente,iniziale curiosità.
Ozpetek non vuole rischiare sperimentazioni ardite e innovative e ci ripropone una fiction leggera con ingredienti già collaudati,quindi già visti. Da Le Fate Ignoranti, ritroviamo gay e travestiti, più la Buy, stavolta decisamente poco a suo agio, che pare uscita da un quadro di Tamara de Lempicka; come in Cuore Sacro, riecco una vecchia casa che nasconde un segreto di chi ci [...] Vai alla recensione »
È quando un regista ti è caro che ti frega, hai le tue belle aspettative e così ti butti nel cine sperando che il film sia ancora migliore, ma così non è. Le Fate, resta ancora insuperato, 'realtà' vince su fantasia, anche se gli attori sono sempre ottimamente diretti, e Germano è bravissimo, protagonista a buon diritto, brillante e vivo, [...] Vai alla recensione »
Ozpetek è un regista che mi piace perchè sa essere autore popolare e raffinato allo stesso tempo. E ho apprezzato, anche se non tutti in egual misura, i suoi film precedenti. Mi piace molto come dirige gli attori e come racconta i temi a lui più congeniali: omosessualità, ricerca della propria identità, l'intreccio con il peso della memoria delle vite che racconta nelle sue storie.
Il buon Ferzan Ozpetek anche stavolta coglie nel segno. In un' atmosfera rarefatta e di sogno nella quale passato e presente, finzione e realtà si fondono, viene celebrato il mistero ineffabile della vita e del suo motore: il destino. Anche in questo film il regista riesce a far vivere gli opposti in un unico grande affresco che riesce a emozionare e coinvolgere, senza sapere realmente [...] Vai alla recensione »
Una commedia drammatica? No, piuttosto un film drammatico con attimi di ilarità. Ozpetek questa volta lascia sullo sfondo la tematica gay, evita l'uso dell'onnipresente e sempre azzeccatissima Serra Yilmaz, ormai una certezza, e decide di buttarsi in una storia probabilmente troppo drammatica per essere accostata al nome "commedia": la seconda guerra mondiale, con morti torture e tradimenti.
Magnifica presenza, quella di Ozpetek nell'ambito della cinematografia italiana! E magnifica l'interpretazione di Elio Germano, nei panni dell'entusiasta affittuario (entusiasta non per molto, a dire il vero) di una bella e solida casa alto borghese - magari un po' demodé - offerta sul mercato a prezzo stracciato... Ma andiamo con ordine: i meriti intrinseci del film non sono pochi, ma quello che [...] Vai alla recensione »
Magnifica presenza di Ferzan Ozpetek è una commedia drammatica che ha come protagonista Pietro Ponte (interpretato da un Elio Germano in crescendo continuo). Pietro è un giovane ragazzo siciliano che di notte inforna cornetti e di giorno sogna di fare l’attore. E per inseguire il suo sogno si trasferisce a Roma, in una bella e economicamente accessibile casa in un caratteristico [...] Vai alla recensione »
MAGNIFICA PRESENZA VOTO: 7 e 1/2 CRITICA DI: Diego Pigiu III TRAMA: Pietro Ponte (Elio Germano) di notte sforna cornetti, di giorno si presenta ai provini, il suo desiderio? Diventare attore, e per farlo serve trasferirsi a Roma, trova un antico e decadente appartamento in zona Monteverde, del quale solo lui riesce a vederne il fascino dello stile del passato, da persona romantica e disincantata [...] Vai alla recensione »
Ed ecco un altro successo per Ozpetek: magnifica presenza, che in una palese atmosfera pirandelliana mette in scena una commedia sorridente senza troppe pretese. Tra battute sagaci e pungenti che mettono a confronto l'italia di ieri e di oggi, fra trucchi e costumi di scena, il regista muove le sue marionette in una casa\palcoscenico della quale queste presenze sono prigioniere.
Parola d’ordine “Finzione” contro parola “Realtà”…. Queste parole racchiudono il senso dell’ultima fatica di Ferzan Ozpetek che con Magnifica Presenza fa il suo film più Pirandelliano dove essere o apparire e il così è se vi pare sono il filo conduttore narrativo. Oltre alla meta fisicità teatrale non manca tutto il campionario [...] Vai alla recensione »
Bellissimo sotto ogni punto di vista... gli attori (Elio Germano di una naturalezza incredibile nelle vesti di questo personaggio), le musiche, le ambientazioni, le atmosfere. Ozpetek sa fondere cinema d'autore e cinema commerciale senza perdere di vista il senso del film, senza mai scivolare nel banale o nello scontato. Forti i richiami anche al suo stesso cinema, come il passato che dirompe nel [...] Vai alla recensione »
L'Ozpetek che non ti aspetti, che come in mine vaganti, lascia spazio all'ironia seppur di leggera classe. Film piacevole tra situazioni paradossali e ricordi passati, non lascia un'impronta precisa o un messaggio particolare. Ottima partecipazione di Elio Germano che si distingue anche in questo filon, come uno dei migliori attori del momento.
Ozpetek confeziona un film noiosissimo, lento e veramente poco interessante. Purtroppo mal recitato da tutti, compreso elio germano decisamente alla sua peggiore interpretazione. La storia si riepiga su se stessa e non si capisce dove voglia andare, i personaggi senza un vero senso e il protagonista che sembra ripetersi dopo i primi 10 minuti. Delusione totale
Certo, come non pensare a Questi fantasmi di Eduardo, oppure ai pirandelliani Sei personaggi in cerca di autore ? Sono riferimenti che lo stesso autore avrà avuto presenti, ma a noi Magnifica presenza ha fatto soprattutto venire in mente i titoli realizzati da Ferzan Ozpetk agli esordi, prima delle commedie/melò che gli hanno assicurato il successo: ovvero Hamam eHarem Suaré , film tanto permeati della [...] Vai alla recensione »
Un giovanotto di aspetto angelico e tendente al gay sentimentale, soprattutto se a toccarlo è una signora, arriva a Roma dalla Sicilia per tentare la carriera di attore. Trova la casa che tutti vorremmo, una villa anni 30 che lui può permettersi pur essendo il suo lavoro non dei più fastosi: impastare cornetti in una pasticceria, di notte. Però c’è una ragione per l’affitto basso: la villa è abitata [...] Vai alla recensione »
I film di Ferzan Ozpetek sono come il suo nome. Sembrano rotondi e invece sono pieni di spigoli. Oppure appaiono complicati ma sotto sotto sono semplici. A meno che il suo segreto non sia proprio questo: fare un cinema alto, ambizioso, d’autore, con i modi (e qua e là le facilonerie) del cinema popolare. Prendere temi, strutture, personaggi complessi, e calarli in uno stampo accogliente, bonario, addirittur [...] Vai alla recensione »
È una dichiarazione d’amore per il cinema e soprattutto per gli attori l’ultima commedia di Ferzan Ozpetek, Magnifica presenza. Una favola che rende omaggio a decine di film del passato (da Fantasmi a Roma, a sua volta debitore della commedia teatrale di Eduardo Questi fantasmi, fino a Il sesto senso, solo per restare in area soprannaturale), e che testimonia l’innamoramento del regista italo-turco [...] Vai alla recensione »
Lettura numero uno: un topos da horror classico, la casa infestata dai fantasmi. Ma l’inquilino di turno, un bravo ragazzo con velleità d’attore, scioglie a poco a poco i legami misteriosi che tengono imprigionate le «magnifiche presenze», fino a restituire loro la libertà. Lettura numero due: la «magnifica presenza» è l'aspirante attore, uomo delicato a cui un’omosessualità ancora non pienamente vissuta, [...] Vai alla recensione »
Guardando Magnifica Presenza la mente torna indietro al 1961, anno nel quale uscì il brillante e spiritoso Fantasmi a Roma di Antonio Pietrangeli, con cinque spettri (tra cui spiccavano Mastroianni e Gassman) che le provavano tutte per impedire al legittimo proprietario di mandarli via da una nobile casa della Capitale. Anche il nuovo film di Ferzan Ozpetek ha per protagonisti un gruppo di fantasmi [...] Vai alla recensione »
Niente illusioni, solo cornetti, che insieme a sogni leciti, proibiti e ambizioni sussurrate tra finzione e realtà, costituiscono l’ultimo affresco cinematografico di Ozpetek, probabilmente il più complesso tra i suoi lavori negli ultimi anni. Sei spiriti in cerca d’autore, omaggio affettuoso alla letteratura pirandelliana delle origini e non solo, sono compagni impossibili e quindi più fedeli di [...] Vai alla recensione »
Ferzan Ozpetek e i fantasmi. Con l’aria di crederci. Non per far paura, come in “The Others”, o per mescolare il thriller al romanticismo più spinto, come in “Ghost”. Per giocare con una finzione che, derivata dal teatro e in equilibrio fra passato e presente, può anche trasformarsi in realtà quotidiana, sia pure riflessa in specchi scuri. Pietro, siciliano, viene a Roma con l’ambizione di diventare [...] Vai alla recensione »
Non è per la presenza di un comico turco di grande successo in patria come Cem Yilmaz, quasi un Poirot, ma questo film di Ferzan Ozpetek sembra il meno italiano tra quelli che ha realizzato finora. Bene. Suo nono dramma a mesches umoristiche (come sempre) Magnifica presenza, scritto con Federica Pontremoli e prodotto da Fandango e Rai Uno, non privo di alcune costanti ossessioni tematiche (il dolce, [...] Vai alla recensione »
Fantasmi a Roma. Era il titolo di un vecchio film di Pietrangeli con Mastroianni, Eduardo e Gassman, potrebbe essere il sottotitolo di questo nuovo film di Ferzan Ozpetek in cui Elio Germano è la «magnifica presenza» del titolomai fantasmi sono altri, tanto veri da seminare lo stesso dubbio che pervadeva The Others, con Nicole Kidman: qual è la realtà, quella che viviamo noi o quella in cui le epoche [...] Vai alla recensione »
Il mio Pietro (Elio Germano) è uno scopritore di verità nascoste, dice Ferzan Ozpetek. Il nostro film, aggiunge Federica Pontremoli, è un gioco di specchi tra presente e passato e tra finzione e realtà. E poi l’uno e l’altra, il regista e la cosceneggiatrice, ammettono d’avere un debito con Luigi Pirandello; un po’ per quel tale gioco di specchi, e un po’ per i sei personaggi (più due) che in pieno [...] Vai alla recensione »
Se non proprio «magnifica», la presenza di Ferzan Ozpetek sicuramente ha un senso e un rilievo nella galleria del cinema italiano. Presentandosi in biglietteria per vedere il suo ultimo film, insomma, non si compie un gesto temerario né si rischia la trappola promozionale: il regista di «Le fate ignoranti» e «Mine vaganti» è in un certo senso ammirevole per come conferma la propria visione del mondo [...] Vai alla recensione »