Titolo originale | Inside Llewyn Davis |
Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Francia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Joel Coen, Ethan Coen |
Attori | Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett Max Casella, Jerry Grayson, Jeanine Serralles, Adam Driver, Stark Sands, John Goodman, Garrett Hedlund, Ricardo Cordero, Alex Karpovsky, F. Murray Abraham, Jake Ryan, James Colby, Mike Houston, Steve Routman, Ian Blackman, Genevieve Adams, Bonnie Rose. |
Uscita | giovedì 6 febbraio 2014 |
Tag | Da vedere 2013 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,79 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 20 febbraio 2014
I fratelli Coen raccontano la scena folk degli anni Sessanta. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Cannes, 3 candidature a Golden Globes, 3 candidature a BAFTA, 4 candidature a Critics Choice Award, a AFI Awards, In Italia al Box Office A proposito di Davis ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 2,2 milioni di euro e 914 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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C'era una volta la capitale indiscussa del folk, quel Greenwich Village a partire dal quale Bob Dylan avrebbe cambiato la storia della musica. Ma questa storia comincia prima, quando la musica folk è ancora inconsapevolmente alla vigilia del boom e i ragazzi che la suonano provengono dai sobborghi operai di New York e sono in cerca di una vita diversa dalla mera esistenza che hanno condotto i loro padri. Llewyn Davis è uno di questi, un musicista di talento, che dorme sul divano di chi capita, non riesce a guadagnare un soldo e sembra perseguitato da una sfortuna sfacciata, della quale è in buona parte responsabile.
Anima malinconica e caratteraccio piuttosto rude, Llewyn è rimasto solo, dopo che l'altra metà del suo duo ha gettato la spugna nel più drastico dei modi, e ha una relazione conflittuale con il successo, condita di ebraici sensi di colpa, purismo artistico e tendenze autodistruttive. Appartiene alla categoria più fragile e più bella dei personaggi usciti dalla mente dei fratelli Coen, come Barton Fink o Larry Gopnik (A serious man), così come il film appare immediatamente come il ritorno ad un progetto più intimo rispetto all'ultimo Il Grinta. E tuttavia A proposito di Davis, nei confini di uno spazio limitato a pochi ambienti (l'unica possibilità di fuga si rivela un altro fallimento) e di una sola settimana di tempo (arrotolata in una circolarità tipicamente coeniana), è una celebrazione dell'arte - della musica, ma anche e più che mai del cinema - amara e sentita, tutt'altro che contenuta.
Per quanto il lavoro di rievocazione storica dell'ambiente musicale e degli ambienti in generale (è il 1961, l'anno di Colazione da Tiffany, qui omaggiato dalle finestre che si aprono sulle scale antincendio e da un gatto senza nome, destinato a riuscire nell'impresa giusto per far sentire Llewyn ancora più perdente) sia uno dei protagonisti indiscussi del film, è in un una scena molto diversa che si nasconde il suo cuore. Su un palco in penombra, senza appigli che non siano una sedia e una chitarra, e ad un certo punto più nemmeno quest'ultima, Llewyn canta la sua struggente ballata per il produttore. È un momento di emozione pura, al termine del quale, il potente interlocutore guarda il protagonista e sentenzia: non si fanno soldi con quella roba. E in questa chiusa comica e micidiale, i Coen dicono tutto, dell'arte e dell'industria, forse anche del loro stesso film, con la consueta ironia e il consueto cinismo.
Ispirato in parte al memoir del folk singer Dave Van Ronk ("The Mayor of MacDougal Street), A proposito di Davis è anche una piccola summa del cinema precedente dei fratelli di Minneapolis, fatto di incontri enigmatici, facce incredibili, bizzarre riunioni canore attorno ad un microfono, tragicomici doppi. Perché in due è meglio.
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È l’inizio degli anni ’60, il periodo musicale che ha preparato il terreno all’avvento di Bob Dylan. Llewyn Davis è uno dei tanti giovani che ha tentato, senza fortuna. Uno di quei tanti giovani che cantavano folk nei locali fumosi di New York, prima del grande boom, alla ricerca di una strada per sfondare, una strada diversa da quella dei propri genitori. Vai alla recensione »
Vedendo questo film sembra di tornare indietro e di rivivere l’inizio di quegli anni ’60 anche nelle accezioni più dolorose a livello personale. Nella poetica figura di Davis - ispirata in parte alla vita del folk singerDave Van Ronk -si riscontra il desiderio del rifiuto del modello sociale imposto e la voglia di cambiamento che non decollano mai rimanendo incastrati in una [...] Vai alla recensione »
Potrà suonare strano, ma nella storia del cinema assistere a registi che vogliono raccontare storie di musicisti famosi, fare loro omaggi o omaggiare la musica stessa non è poi così improbabile; dell’amore verso quest’ultima forma d’arte ci aveva già deliziato Martin Scorsese con i suoi documentari tempo addietro, l’ultimo dei quali dedicato [...] Vai alla recensione »
La storia di questa anima folk triste e rude che incrociando, in modo apparentemente casuale, le vite degli altri ne determina lo svolgimento. I Coen tornano, dopo la parentesi de Il Grinta, a ciò che riescono a fare meglio, raccontare dei loro personaggi. Questa volta però non è solo la storia di un perdente, un vinto, è soprattutto la meraviglia della musica e la forza della creatività.
Bene, lo sappiamo. I Coen fanno ottimi film. Da Blood simple, a Fargo, da Barton Fink a L'uomo che non c'era su tutti. Ma come si fa a paragonare Inside Llewyn Davis (A proposito di Davis) a queste chicche? Siamo nel 1961 e Llewyn Davis (il cui padre di origine irlandese è stato un marinaio noto nell'ambiente, la madre invece era italiana) non volendo imbarcarsi su un peschereccio [...] Vai alla recensione »
Non si finisce mai di perdere con i Coen. O forse è meglio dire: non si finisce mai di riconoscersi in questi loro personaggi assuefatti alla sconfitta e ai calci sul sedere. La storia di questo cantante folk dei primissimi anni sessanta nel Greenwich Village a New York si dipana lenta e riflessiva come la neve grigia che a un certo punto si stende sulla città.
E’ davvero possibile oggi in un film riuscire a rappresentare la cruda realtà della durezza della vita attraverso una chiave di lettura ironica e sarcastica, che permetta allo spettatore di ridere di gusto, e per l’intera durata della proiezione? Guardando “A proposito di Davies” sembrerebbe proprio di sì.
Anni ’60 del Novecento: un talento musicale misconosciuto, Llewyn Davis, cantante-musicista folk prima che questo genere musicale diventi celebre, ottimo materiale umano per girare il ritratto di un sognatore. In questa scelta il fiuto dei fratelli Coen si ribadisce in tutta la sua genialità. Nel film, si dispiega poi la loro grande padronanza del cinema :in primis nella scelta [...] Vai alla recensione »
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Un perdente perfetto Llewyn Davis, interpretato da un ottimo Oscar Isaac, è il protagonista di questo ritorno ad un cinema semplice dei fratelli Cohen, che riescono, come sempre, con il loro stile unico, a sorprendere. Ci sono diversi film, in questo film, sempre composto al limite del parossismo, folk la musica di sottofondo, terribilmente cittadino il contesto sociale, fatto di solitudine, [...] Vai alla recensione »
Davvero un bellissimo film (Candidato a 2 premi Oscar, come miglior fotografia e miglior sonoro e a 3 Golden Globe, come miglior film commedia o musicale, come miglior allo straordinario Oscar Isaac e come miglior canzone PLEASE MR KENNEDY canzone divertente e carina cantata durante il film), un'altro capolavoro nella lunga lista dei film dei Fratelli Coen, un'altro colpo messo a segno.
A PROPOSITO DI DAVIS (USA, 2013) diretto da JOEL & ETHAN COEN. Interpretato da OSCAR ISAAC, CAREY MULLIGAN, JOHN GOODMAN, JUSTIN TIMBERLAKE, GARRETT HEDLUND, F. MURRAY ABRAHAM Una settimana nella vita di Llewyn Davis, chitarrista folk che, nel 1961, presso Greenwich Village, propone con scarso successo le sue canzoni che parlano di impiccagioni, derelitti e situazioni disastrate, vivendo nelle [...] Vai alla recensione »
Per ogni bravo cantante che ce la fa a sfondare, quanti ce ne sono, magari altrettanto bravi e di talento, che inseguono il successo e la notorietà senza riuscirci? Questa domanda se la sono posta i fratelli Coen e hanno risposto con questo ritratto malinconico e agrodolce (più agro che dolce a dire il vero) di un cantautore folk somigliante a Bob Dylan che però non è Bob Dylan.
Greenwich Village 1961. Un giovane cantante folk cerca disperatamente l'occasione per diventare qualcuno. Nel frattempo si trascina da un divano all'altro di amici disposti ad ospitarlo. Premio della Giuria a Cannes per questa nuova opera dei Coen che ha per protagonista un cantante che cerca disperatamente di farsi strada (a costo anche di andare a fischiare le altrui rappresentazioni) senza [...] Vai alla recensione »
Ultimo film dei Coen (registi da me molto amati), narra le vicissitudini del cantante/musicista Davis nell'affermarsi del panorama folk, ancora non avviatosi, negli anni 60 della grande mela; il bravo Davis, partito alla grande nel panorama musicale, perde la sua strada dopo la perdita del suo compagno artistico... un continuo riciclarsi nel panorama musicale che lo porta a domandarsi se sia il [...] Vai alla recensione »
Greenwich Village, inizio anni '60. Llewyn Davis è un cantante Falk, che prova a ripartire dopo che il cantante con cui faceva coppia e aveva un buon successo, si è suicidato saltando da un ponte. Ma la strada è in salita: il suo stile è cupo e malinconico e la gente, nonché le case discografiche, preferiscono canzoni smielate, disimpegnate.
Proprio così. Davis è un gran perdente. E, l'ultimo film dei Coen, è un grande film. Esiste il paragone, e come! E' il capolavoro di Altman: Nashville. Film musicale, dove il Village degli anni 60 rappresenta la speranza del cambiamento e in contemporanea la denuncia di un fallimento. Personaggi fuori dal mondo, sognatori.
Una chitarra, un gatto e tante canzoni. I fratelli Coen vagabondando nella New York della musica folk raccontano l'odissea di Llewyn Davis, un giovane cantautore che nel freddo inverno degli anni Sessanta cerca la sua strada e un'occasione nel mondo musicale del Greenwich Village e fanno una dolce, triste e divertente riflessione su questo ragazzo che [...] Vai alla recensione »
Llewyn è un musicista folk che suona nei locali del Village Newyorkese. Pubblica un disco ma il progetto non riesce a decollare. Dopo che l’amico e collega si è gettato da un ponte, Llewyn si ritrova solo a vivere di espedienti. Pernotta dagli amici e cerca di ottenere ingaggi, senza successo. Decide quindi di cambiare strada e di partire per un lavoro itinerante.
E alla fine l'ultimo film dei fratelli Cohen era rimasto nei lista dei "da vedere", principalmente a causa dei commenti di amici e parenti ("niente di che", "noioso ma bella ricostruzione degli ambienti", "pensavo meglio"). Mi sorprende quanto poco la gente conosca i due registi statunitensti e mi chiedo quando mai abbiano fatto film veramente entusiasmanti, [...] Vai alla recensione »
Breve racconto di pochi giorni nella vita del cantante folk di origine gallese Llewyn Davis nella New York del 1961, tra la frustrazione di un insuccesso editoriale come solista dopo il suicidio del suo partner artistico, le grame esibizioni 'umplugged' in un locale notturno ed una vita perennemente in bolletta con l'unica prospettiva di mollare tutto per seguire le orme paterne in una [...] Vai alla recensione »
1961, New York. Llewyn Davis (Isaac) è un cantante folk senza il becco di un quattrino, che dorme sui divani dei suoi amici e benefattori e non riesce a sfondare. Dopo alcune peripezie al Greenwich Village, decide di partire per Chicago e fare un’audizione da Bud Grossman (Murray Abraham), un manager musicale. Non avrà molto successo e tornerà a New York.
Llewyn è un cantante e chitarrista folk che vive costantemente di accattonaggio alla ricerca di quel successo che come di consueto nei film dei Coen alla fine non arriva mai, ha un rapporto conflittuale con le poche persone che ancora gli parlano e trasforma in disgrazia tutto ciò che tocca. Un tipico protagonista dei fratelli più controversi del cinema di hollywood che stavolta [...] Vai alla recensione »
Nel cinema dei Coen la figura del perdente o dello sfigato senza recupero ha un ruolo fondamentale.... Il campionario si arricchisce di Llewyn Devis cantante folk allo sbando, una sorta di cuculo umano che si trascina da un divano all'altro degli amici...... La storia si dipana in un percorso circolare tipico di una ballata dove l'inizio e la fine si fondono e nel mezzo un percorso [...] Vai alla recensione »
Che strano film: più passano i giorni e più senti che qualcosa del racconto è rimasto dentro di te. Quando si sono accese le luci ho pensato: 'Smetto di lamentarmi, la mia vita è un letto di rose in confronto'. Ma è difficile fare della propria vita un capolovaro. Neppure Davis ci riesce. Forse non è convinto del proprio talento, forse è stanco di tascinarsi la vita, forse non ha fortuna.
La prima scintilla è venuta dalla biografia di Dave Van Ronk e la parte visiva in molti esterni deve molto a ‘The freewheelin’ Bob Dylan’, ma il nuovo film dei fratelli Cohen non è la rievocazione della scena folk del Greenwich Village, bensì il ritratto di un uomo che in quella scena cerca di farsi strada. Che non sarà molto lunga, lo si capisce già [...] Vai alla recensione »
Film in cui si narra del tormentato e difficile darsi da fare da parte di un cantante negli anni '60 al fine di sfondare o vedere riconosciuta come valida e con tutti i diritti d'autore almeno una propria canzone. La strada che il protagonista deve percorrere è ardua, piena di frustrazione e con uno sbocco affatto positivo e pertanto egli dovrà scegliere, almeno per il momento, [...] Vai alla recensione »
I film dei fratelli Coen hanno sempre il potere di lasciare basito lo spettatore, quasi che tutto il loro cinema sia un gioco sadico nel far scervellare il pubblico sul possibile significato della pellicola Anche questo film no nsi sottrae a questa logica ma state tranquilli: molto semplicemente un significato non c'è. O meglio, il "significato" è quello di mettere in ridicolo [...] Vai alla recensione »
Ho sempre amato Joel e Ethan Coen alla follia,per quello stile fantastico,riconoscibile e geniale che ci ha accompagnati negli anni,da Fargo a Il Grande Lebowsky fino ad arrivare a Il Grinta,questo cammino di questi due geni nella storia del cinema continua con Inside Llewyn Davis,o A Proposito di Davis,che dir si voglia. il lato tecnico ce lo leviamo di torno subito dicendo che i Coen,pur impegnandosi,come [...] Vai alla recensione »
I fratelli Coen alternano film bellissimi e soprattutto emotivamente coinvolgenti ad altri piatti, vuoti, con sceneggiature pressochè inesistenti al servizio di immagini che da sole non riescono a trasmettere nessuna emozione. A proposito di Davis rientra in questa seconda categoria. La storia di un mediocre cantautore folk degli anni 60 che bighellona da un divano all'altro, compone [...] Vai alla recensione »
Dave Van Ronk non avrebbe apprezzato l’idea che questo film propone della sua figura. L’autore di “Last Call” era un uomo consapevole della condizione umana ed era un essere con una intensa propensione alla libertà. Non era il poveraccio dipinto dai Coen. Aveva scelto di fare il musicista ed aveva saputo adattarsi alla realtà, mostrando così di essere anche molto intelligente.
L'ultimo film dei fratelli Coen è uno dei loro migliori film. Tutti quelli che amano la musica non potranno non emozionarsi alle peripezie del tragicomico protagonista di questa storia Llewyn Davis la cui storia i Coen hanno così sapientemente intrecciato con la nascita del cosiddetto Folk Revival, il movimento musicale nato proprio al Greenvich Village all'inizio degli anni 60 [...] Vai alla recensione »
Dopo parecchio tempo torno a scrivere perché leggendo recensioni che parlano di poesia di grande film ecc. Incuriosito vedo quest'opera priva di passione priva di una qualsiasi cosa renda un film scadente e lento guardabile. Non ho potuto fare a meno di leggere commenti che sono sicuramente frutto da fans dei fratelli tutto fumo e niente arrosto.storia banale film lentissimo attori irritanti insomma [...] Vai alla recensione »
A proposito di Davis è un film diretto e sceneggiato da Joel ed Ethan Coen e con protagonisti Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, John Goodman e F. Murray Abraham, Il film ha partecipato in concorso al Festival di Cannes 2013, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria. Il film si ispira alla vita del cantante folk Dave Van Ronk, attivo [...] Vai alla recensione »
A proposito di Davis Anni 60’, musica folk, ballate e canti popolari nei locali fumosi e bui delle città americane, ai margini della musica ufficiale e di quella commerciale. Le difficoltà per un musicista che non cavalca l’onda del mercato ma segue la sua ispirazione, la sua passione, la sua creatività sono tante, ieri come oggi. Davis ha una personalità scontrosa e impulsiva.
Dave Van Ronk non avrebbe apprezzato l'idea che questo film propone della sua figura. L'autore di "Last Call" era un uomo consapevole della condizione umana ed era un essere con una intensa propensione alla libertà. Non era il poveraccio dipinto dai Coen. Aveva scelto di fare il musicista ed aveva saputo adattarsi alla realtà, mostrando così di essere anche molto [...] Vai alla recensione »
Llewyn Davis (Oscar Isaac) è un cantante folk che non riesce a fare abbastanza successo per mantenersi. Gira per il Greeenwich Village di New York venendo ospitato ora da un amico ora da un altro. Il suo letto abituale è un divano. Faceva parte di un duetto con Timlin, ma costui si è appena suicidato gettandosi da un ponte. Davis si esibisce in un piccolo locale, il Gaslight Cafè, dove la paga del [...] Vai alla recensione »
Llewyin Davis si trascina per le strade di New York con una chitarra in una mano ed un gatto nell’altra. La stanchezza che si porta sulle spalle è la frustrazione di inseguire non un sogno ma un’aspirazione musicale, la consapevolezza di avere qualcosa da offrire ad un qualunque orecchio che sia disposto ad ascoltare. Il freddo che gli taglia il viso è del vento che [...] Vai alla recensione »
Dave Van Ronk non avrebbe apprezzato l’idea che l’ultimo film dei fratelli Coen propone della sua figura. L’autore di “Last Call” era un uomo consapevole della condizione umana ed era un essere con una intensa propensione alla libertà. Non era il poveraccio dipinto dai Coen. Aveva scelto di fare il musicista e aveva saputo adattarsi alla realtà, mostrando così di essere anche molto intelligente. Vai alla recensione »
Il titolo originale del film in realtà sarebbe Inside Davis(traduzione letterale di Dentro Davis) “A proposito di Davis” risulta un po' troppo superficiale e questo lo si capisce appieno soltanto alla fine del film ,quando tutti i pezzi della vita di Davis , che prima apparivano dissipati in un compassionevole disordine, acquistano un senso e conferiscono al protagonista [...] Vai alla recensione »
Llewyn Davis, cantante folk di origine gallese, è costretto a inventarsi una carriera da solista dopo il suicidio di Mike Timlin, suo amico e collega; ci troviamo però nella New York del 1961 e non è facile affermarsi nella scena musicale, specie in quella country. L'incapacità del proprio produttore discografico non è tuttavia l'unico problema di Davis [...] Vai alla recensione »
Llewyn Davis è un musicista folk di talento senza un soldo e senza successo che ha perso il partner nel peggiore dei modi. Llewyn dorme sul divano delle persone che lo ospitano e sembra perseguitato dalla sfortuna. Il film parla dell'ennesimo perdente che caratterizza il cinema dei Coen. Davis cerca la fortuna col suo disco da solista, ma nessuno lo vuole, le persone lo disprezzano e qualunque [...] Vai alla recensione »
Impiccatemi – inizia così questo manifesto dal fallimento in un tempo musicale che viene ritmato per farsi fuori, sulle corde di una chitarra, sull’immagine di una chitarra che resta pur sempre immaginata nel tempo, in questo tempo al quale manchiamo sempre. La dimensione temporale della musicalità viene sempre di più ad assumere la categoria del rimosso, viene [...] Vai alla recensione »
Il film racconta la storia di Davis, ragazzo che vuole dedicarsi alla musica folk, ma che tuttavia non riesce a sfondare. Non ha un buon carattere: è spesso scontroso, soggetto ad improvvisi scatti d'ira. Tuttavia è ingiusto descrivere il suo carattere così negativamente: nonostante tutti gli insulti che riceve da Jean, non risponde volgarmente, come molte persone avrebbero [...] Vai alla recensione »
Il film di Joel e Ethan Coen è ben diretto, gli attori sono bravi ed ho molto apprezzato l'ambientazione in una vecchia New York con i suoi bar underground. I primi piani e le espressioni del protagonista, interpretato da un eccellente Oscar Isaac, danno un'immagine perfetta del carattere di Davis con il suo viso inespressivo e sguardo assente.
Rendere i dettagli così significativi e mettere in una storia focalizzata su un solo personaggio altri che non hanno nessuna funzione rilevante, ma allo stesso tempo necessari elementi di decoro, è una fantastica caratteristica tipica dei fratelli Coen. Chi lo avrebbe mai detto che, nei primi minuti del film, mentre senti la voce disperata di Davis cantare una canzone mozzafiato [...] Vai alla recensione »
Non si può di certo dire che sia il miglior film dei Coen, ma di sicuro è quello più musicale e non solo perché racconta la storia d'un cantante con le sue canzoni, ma per quel senso di totale armonia che lo straordinario intreccio tra musica e vita trasmette in ogni singolo fotogramma della pellicola creando un abbraccio di emozioni e sentimenti che avvolge lo spettatore [...] Vai alla recensione »
La dolorosa poesia della vita. La bellezza di un'ispirazione, la generosità del metter tutto se stesso al servizio di quella, la qualità del proprio talento; e però la possibile indifferenza suscitata, l'inspiegabile mancanza di ritorno in un mondo che strano é. Popolato di coeniane figure, quasi misteriose nella loro quotidianità: il vistoso passeggero; [...] Vai alla recensione »
Complimenti per la grande professionalità e genialità dei fratelli Coen che ci regalano ancora una volta un grande film curato nei minimi particolari,con una fotografia stupenda che accompagna il film in tutta la sua malinconia ,bellissima anche la scenografia che rispecchia fedelmente l'atmosfera di quel periodo,attori diretti alla perfezione con un John Goodman [...] Vai alla recensione »
Noioso e senza capo ne coda; ormai i fratelli ne azzeccano uno ogni tanto. Ovviamente non se ne può dire male, ma risparmiate i soldi del biglietto!
L'ispirazione viene da Manhattan Folk Story (BUR), interessante raccolta di memorie (a cura di Elija Wald) del cantante-chitarrista newyorkese Dave Van Ronk che, pur non avendo mai conquistato la fama del collega e amico (almeno della prima ora) Bob Dylan, è considerato uno dei pionieri del rinnovamento del folk. Ma A proposito di Davis dei Coen è tutt'altra cosa dal libro.
Ve ne abbiamo parlato qualche giorno fa, allargando il discorso al libro Manhattan folk story di Dave Vari Ronk - cantautore attivo nel Greenwich Village degli anni '60 - al quale liberamente si ispira. Torniamoci, brevemente, nel giorno dell'uscita: siamo così innamorati di questo nuovo film dei fratelli Coen che non vogliamo perdere nessuna occasione per spingervi a vederlo.
Llewyn Davis è un giovane folksinger nel Greenwich Village bohémien dell'inverno 1960/61. Vive alla giornata, ospite sui divani di amici, protetto dall''mplacabile freddo newyorkese soltanto dalla sua giacchetta di velluto. Stretto fra la problematica relazione con Jean che è la donna del suo miglior amico Jim, cantanti folk come lui ma meno impazienti e intransigenti, e i tentativi fallimentari di [...] Vai alla recensione »
Anno 1961. Luogo: il Village di New York, prossima culla della Beat generation. Ma è ancora presto. Sulla vecchia foto due giovani musicisti, infreddoliti e arruffati. La cinepresa di Joel e Ethan Coen (fratelli cineasti vincitori di una Palma d'oro a Cannes e quattro Oscar) glissa sul ricciolino a sinistra, destinato un giorno a diventare famoso nel mondo con il nome di Bob Dylan.
Nella galleria di perdenti mirabilmente tratteggiata, nella loro carriera, dai Coen, non ci si può sottrarre dal consegnare al loro ultimo nato, Llewyn Davis, un posto speciale. Siamo nel '61, in quel Greenwich village che tanto ha dato al folk, anche se l'ambientazione precede quel vagito con il quale Bob Dylan cambiò un certo modo di fare musica. Liewyn è un musicista di talento ma è incompreso, [...] Vai alla recensione »
Una produzione perlopiù europea (StudioCanal) ma su un soggetto americanissimo. Stregato dal fantasma di Bob Dylan (un ebreo del Minnesota come Joel e Ethan Coen, che hanno hanno definito la copertina del disco Freewhilin'Bob Dylan una delle ispirazione visive del film). A proposito di Davis è anche uno dei lavori più dolci, meno graffianti dei due fratelli.
Il nuovo film dei fratelli Coen è brillante nella scrittura, magnifico nella recitazione, superbo nella realizzazione. Una dolce, triste e divertente riflessione sul mondo perduto della musica folk. C'è qualcosa del Woody Allen di Accordi e disaccordi e Broadway Danny Rose, e alcune stravaganze del casting fanno pensare, in positivo, a On the road di Walter Salles.
Diciamo che è difficile non amare l'ultimo film dei Coen. La musica, la più amata dalla maggioranza dei terrestri negli ultimi 50 anni (animali, credo, compresi) ci riempie la testa; la fotografia così malinconicamente desaturata di Bruno Delbonnel rapisce il nostro occhio; la tormentata vicenda di questo folk singer sfigato e un po' maldestramente ciondolone ci entra anche nelle ossa, con un torpore [...] Vai alla recensione »
«A un certo punto ci siamo resi conto di non avere una storia e così abbiamo introdotto un gatto». Accolto con entusiasmo incondizionato dai coeniani di ferro, Inside Llewyn Lewis, il film di Joel e Ethan Coen, di produzione perlopiù europea (StudioCanal) ma su un soggetto americanissimo, arriva in concorso a Cannes. Evocando la costruzione omerica e la passione musicale di O'Brother Where Art Thou?, [...] Vai alla recensione »
Sono un po' fanatici, si sa, ma per una sequenza, un'inquadratura, uno sguardo i cinefili possono anche delirare. Si dovrà peraltro assolverli qualora il fenomeno - tante volte provocato dai film dei Coen e massimamente da «Fargo», «Il grande Lebowski», «L'uomo che non c'era» - assuma cadenze parossistiche al cospetto dell'ultimo arrivato, lo struggente e stralunato «A proposito di Davis» («Inside [...] Vai alla recensione »
Agli Oscar è rimasto a secco: due nomination tecniche per fotografia e missaggio sonoro, film, regia e attori non pervenuti. Shame on you, bacucchi e waspissimi membri dell'Academy, perché A proposito di Davis (Inside Llewyn Davis) di Joel ed Ethan Coen meritava, anzi, invocava un trattamento migliore. Poverini (i giurati). Che hanno pagato i talentuosi fratelli? Semplice, il pregiudizio: Davis è nato, [...] Vai alla recensione »
Struggente ballata su uno dei personaggi più poetici (e perdenti) tra quelli celebrati dai fratelli Joel ed Ethan Coen: «A proposito di Davis», vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 20l3 e in corsa per due Oscar, racconta la storia di un cantante folk (interpretato da Oscar Isaac) che cerca la propria strada e un'occasione nel mondo musicale del Greenwich Village nel 1961.