Peremirie

Film 2010 | Drammatico 95 min.

Regia di Svetlana Proskurina. Un film con Ivan Dobronravov, Andrei Feskov, Aleksandr Golubkov, Yuriy Itskov, Vyacheslav Shikhaleyev. Cast completo Genere Drammatico - Russia, 2010, durata 95 minuti. - MYmonetro 2,75 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 4 settembre 2020

La storia di un camionista e del suo viaggio che lo riporterà nei luoghi del passato.

Consigliato sì!
2,75/5
MYMOVIES 2,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Un viaggio attraverso l'io, nel cuore dell'immensa Russia.
Recensione di Roberta Montella
Recensione di Roberta Montella

Egor è un ragazzo silenzioso e malinconico. Conduce un'esistenza povera, priva di mezzi e di scopi. Viene incaricato, dal suo datore di lavoro, di raggiungere una località non presente sulle mappe. Il ragazzo parte, intraprendendo questo viaggio alla cieca, senza sapere dove lo porterà e quando potrà tornare.
Gli occhi di Egor, enfatizzati da lunghi primi piani, riflettono nello spettatore il vuoto e l'indeterminatezza del suo sentire. Cosa c'è oltre la propria persona? Come comportarsi davanti a situazioni difficili? Qual è lo scopo della vita? Queste domande aleggiano lungo tutto il roadmovie che il protagonista vive e sperimenta. Sembra un viaggio di formazione e, forse, per certi versi lo è.
Egor è interpretato dal bravo Ivan Dobronravov, già apprezzato in Il ritorno, di Andrei Zvyagintsev. Egli incontra molte persone durante il suo cammino. Molte di queste sono suoi amici d'infanzia, altri, invece, sono briganti o soldati che mostrano il loro lato più crudele.
Attraverso le campagne russe, lontane anni luce da quella Mosca che recentemente è diventata il centro di un certo tipo di cinematografia, Proskurina sceglie il freddo paesaggio rurale come luogo d'invito alla libertà, ma soprattutto alla riflessione su stessi e sul proprio percorso di vita. Spesso, territori come la grande Siberia non fanno parte dell'occhio visivo russo, non hanno la possibilità di farsi vedere né di esprimersi attraverso il cinema. La regista, invece, focalizza la sua macchina da presa sulle emozioni e l'interscambio sentimentale che questi luoghi sconosciuti possono offrire, sia ai suoi personaggi che allo spettatore. Quest'ultimo, smarrito ancora più del protagonista, ha davanti a sé il vuoto, il nulla, che ha reso aride anche le persone che vi abitano.
Ci si accorge di una particolare tendenza a sottolineare la prudenza e il sospetto verso l'altro. Nel film viene citato un conflitto tra i minatori e gli abitanti di un villaggio i quali, nel giorno in cui Egor giunge, sono in tregua (la Peremirie del titolo). La tregua, status non solo sociale ma anche personale dello spirito e dell'anima, spiega perfettamente la vita di Egor e dei cittadini di queste terre dimenticate. È una sensazione di totale immutabilità e sospensione, una tregua di vita ostacolata nel suo divenire, che non fa crescere né cambiare.
I pezzi di umanità che Egor incontra durante il viaggio sono infatti pieni di cattiveria, meschinità, squallore, rancore, idiozia. Tutti, colpiti da una noia per un'esistenza senza scopo e senza salvezza, distruggono e dilaniano tutto ciò che hanno intorno. Il ragazzo resta a guardare, cercando di capire, ponendo questioni che rimarranno senza risposte. Partecipa, senza una vera e propria consapevolezza, ad alcuni atti impuri ed illegali, per poi lasciarsi tutto alle spalle e rendersi finalmente responsabile delle proprie azioni.
Il film racconta una storia lontana da quelle originali, epiche e memorabili dei grandi registi che hanno fatto la storia della cinematografia russa. Proskurina, che un po' dal grande Sokurov riprende e rimpasta (non a caso ha dedicato al maestro russo un ritratto Ostrov. Aleksandr Sokurov) propone un roadmovie che nel suo stile per racconto di formazione è più genere americano che sovietico. Ma qui, nella terra di Sokurov e Razbezkina, non è importante il genere: conta il viaggio in quanto tale. Ed il catturare il cambiamento di bambini in veri uomini.

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La sospensione dell'anima.

Come da titolo del film, "tregua" è il termine più appropriato per rappresentare lo stato in cui vivono i cittadini russi: una situazione di sospensione, naturale ed immutabile proprio come quella del camionista Egor Matveev.
Dopo una serie di peregrinazioni il giovane arriva in un villaggio non segnato su nessuna carta geografica, che potrebbe essere il suo luogo natale. Lì è testimone di un conflitto scoppiato da lungo tempo tra i lavoratori di una miniera locale e gli abitanti della città, le cui cause restano misteriose. Ed incontra alcuni suoi amici d'infanzia che sembrano profondamente compromessi in affari illegali. Nonostante l'atmosfera, Egor decide di restare e cercare moglie proprio lì, nella speranza di porre una tregua alle sofferenze e alla noia di un'intera esistenza. Così incontra Katja che lo costringerà a confrontarsi con un nuovo conflitto.

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