Titolo originale | Paradies: Liebe |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Germania, Francia, Austria |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Ulrich Seidl |
Attori | Margarete Tiesel, Peter Kazungu, Inge Maux, Dunja Sowinetz, Helen Brugat Gabriel Mwarua, Carlos Mkutano, Josphat Hamisi. |
Distribuzione | Archibald Enterprise Film |
MYmonetro | 2,77 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 3 giugno 2013
Nel film del regista Ulrich Seidl le donne protagoniste si confrontano con il sesso mentre si trovano in vacanza.
CONSIGLIATO SÌ
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Teresa è una cinquantenne austriaca in vacanza in Kenya. Ha lasciato la figlia adolescente alla sorella e in Africa cerca l'amore che le è stato promesso da una serie di coetanee entusiaste, clienti fisse del luogo. Passando da un ragazzo all'altro, dispensando denaro e accumulando delusioni, Teresa sfrutta per farsi sfruttare, nella logica di un commercio disperato e bestiale.
Prima parte di una trilogia sulla vacanza "in paradiso", che comprenderà i capitoli della fede (in una missione cattolica) e della speranza (in un campo estivo per adolescente soprappeso), questo Paradies: Liebe , imposta già un percorso che va chiaramente nel segno della negazione: dell'amore non c'è traccia, l'amore è un prodotto che si vende, e la ricerca della felicità è destinata a doversi piegare a compromessi orrendi.
Come già in Canicola, Seidl si scaglia con rabbia contro il suo popolo di appartenenza, giudicato meschino e violento e ritratto nelle sue contraddizioni più esplicite e visivamente grottesche. Torna qui anche uno stile di regia che fa volontariamente cozzare le inquadrature ipergeometriche con il caos morale dei personaggi che stanno sotto la lente della macchina da presa. L'esistenza di un disegno, sembra dire Seidl, è un'illusione, uno scherzo del destino o un artificio umano diabolico, ma in ogni caso la carta da regalo che copre il marcio all'interno.
Estetica del disgusto, cinema della molestia, al limite del tollerabile. Ma l'antifona è presto detta e oltremodo ripetuta, così che, pur raggiungendo il suo scopo disturbante, alla lunga annoia.
Nonostante questo, sebbene non sia il primo film sull'argomento del turismo sessuale nel continente africano (basterà ricordare Verso il Sud, con Charlotte Rampling), Paradies: Liebe è di gran lunga il più diretto e insistito: soggetti e oggetti sessuali sono ripresi frontalmente senza filtri, la nudità è sovraesibita, a dispetto della timidezza in materia degli uomini keniani, e i dialoghi rincarano la dose parlandosi adosso, come quando le due austriache, grasse e rosa come maiali, cercano di far dire al povero barista la parola "speckschwarte" per poi rotolarsi nel fango metaforico ridendo come isteriche.
La performance di Margarethe Tiese è notevole, mentre il resto del casting mischia attori e non professionisti in cerca di realismo e ambiguità. Ma lo spettatore non può non sentirsi anch'esso sfruttato e violato da un film programmaticamente provocatorio che ha però il tono di una predica lunga e perversa.
Prima parte della "Trilogia del paradiso".In paradiso che è tale solo in superficie,Seidl racconta le vicende di una donna non più giovane decisa a usufruire del turismo sessuale con le sue amiche alla stregua di un passatempo qualsiasi,e pronta anche a farsi abbindolare dalle scuse più misere.Alla ricerca di un amore che,scoprirà poi,è dettato unicamente [...] Vai alla recensione »
Sappiamo bene che il corpo oggi è l’ultima frontiera della rappresentazione: ma non basta individuare soggetti-choc, bisogna elaborare strategie di racconto all'altezza. Rigorosamente assenti anche dal terzo film in concorso, «Paradiso: Amore» dell’austriaco Ulrich Seidl, un professionista dello scandalo precotto che stavolta ci porta in Kenya al seguito di un’attempata e sovrabbondante austriaca in [...] Vai alla recensione »
Un vero e proprio pugno nello stomaco infine Paradise:Love dell’austriaco Ulrich Seidl (il suo precedente Canicola era stato detestato da Moretti giurato a Venezia), prima parte di una trilogia dedicata, in modo anche provocatorio, a carità (in questo film), fede e speranza. Una donna non più giovanissima, in Kenya per una vacanza, diventa una delle Sugar Mamas, le europee che in Africa comprano l’amore” [...] Vai alla recensione »
Primo scandalo al Festival per un film bello e spietato, Paradiso: amore dell’austriaco Ulrich Seidl, in concorso, e prima parte di una trilogia dedicata alle cinquantenni che comprenderà anche Fede e Speranza . È una storia di turismo sessuale visto dalla parte di lei, Teresa, casalinga sovrappeso e maniaca della pulizia (Margarethe Tiesel), che dopo aver mollato la figlia e il gatto a un’amica parte [...] Vai alla recensione »
Il paradiso sono il sole e il mare come recita qualsiasi depliant turistico, al di qua della corda c’è il lusso del resort guardato a vista per i turisti in cerca di avventura, al di la’ la spiaggia bianca di palme, e l’orizzonte da tenere lontano. A ognuno dei lettini su cui uomini e donne occidentali si godono il sole, corrisponde un venditore ambulante in piedi, una lunga fila di collanine, braccialetti, [...] Vai alla recensione »
In Kenya le chiamano Sugar Mamas, sono le bianche europee, mature, magari vicino all’obesità, sole, disilluse, audaci, un filo razziste, che cercano i “negretti” per una settimana di sesso. Ulrich Seidl (“Canicola”), austriaco ammirato da Herzog, ha presentato in concorso “Paradise: Love”, prima parte di una trilogia Fede Speranza Carità che, nella sua pragmatica e spietata analisi dell’amoralità e [...] Vai alla recensione »
Il film di Ulrich Seidl non è certo il primo a raccontare le storie di ricche donne di mezza età che sfruttano giovani poveracci né il primo ad affrontare l’argomento del turismo sessuale al femminile. Ma sicuramente è il più sporco. Pieno di sesso esplicito (che gli causerà senza dubbio qualche restrizione anche nei mercati più tolleranti) sfida il pubblico su una miriade di livelli.
Dalla visione di Paradise: Love, dell’austriaco Ulrich Seidl, si apprendono varie cose. Per esempio, che in Kenia le donne bianche intrattenenti relazioni sessuali con giovani africani sono chiamate Sugar Mama, il Mzungu Kiss è il nome keniota per il bacio alla francese, lì non praticato, come del resto la fellatio, il giovane Munga, l’amante principale di Teresa nel film, all’anagrafe fa Kuzungu, [...] Vai alla recensione »
Quattro donne giocano con il membro di un uomo, una gara senza freni per indurre all’ erezione, una sequenza ardita forse mai vista sullo schermo. Ma forse mai si era visto un gioco sessuale che non ha nulla di erotico, anzi suggerisce l’orrore della volgarità, la solitudine, il razzismo. Perché sono le donne sono Teresa e tre compagne di vacanza in Kenya, cinquantenni e passa, i corpi sfatti, i rotoli [...] Vai alla recensione »