Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Jean-Jacques Jauffret |
Attori | Adèle Haenel, Isalinde Giovangigli, Ulysse Grosjean . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 17 maggio 2011
Il film di Jean-Jacques Jauffret sulle vite di quattro persone, pronte a perdersi e ritrovarsi.
CONSIGLIATO SÌ
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Après le sud di Jean-Jacques Jauffret, presentato alla Quinzaine des realizateurs alla 64esima edizione del festival di Cannes, racconta la storia di quattro vite nella Marsiglia contemporanea. C'è Anna, la donna sovrappeso, che si prepara a un'operazione senza dire nulla a nessuno; Amélie, la figlia, che è oppressa dal pensiero di essere incinta; c'è Luigi, che forse sta per diventare padre e che non riesce ad andare d'accordo con il suo, di padre; c'è Georges, vecchio rude, che non sa come sbarcare il lunario. Le loro quattro vite si intrecciano nelle incertezze, con gli slanci irresponsabili e istintivi della giovinezza e il peso di certa vecchiaia che non smette mai di combattere suo malgrado.
È straripante la donna nuda che compare sullo schermo. I segni del tempo sono evidenti sulle forme abbondanti. I lineamenti del viso quasi scompaiono sotto l'adipe che li soffoca. Mentre la donna entra in bagno, dalla doccia esce una ragazza magra, il cui fisico mostra la tonicità della giovinezza e il cui volto ha una geometria fortunata: labbra carnose, naso piccolo, occhi grandi. È immediato il confronto estetico tra le due, eppure la donna anziana ha un che di elegante e gentile, forse nel tono amorevole con cui si rivolge alla figlia, forse nell'espressione degli occhi. Per questo non riesce ad essere schiacciata dalla bellezza della figlia. Sullo sfondo una Marsiglia operaia, che dal melting pot non è divisa, anzi trae la sua involontaria linfa di giovinezza e arricchimento. Buffo è il riferimento nel film alla città friulana di Casarsa, dove vive la madre di Luigi e dove quest'ultimo è tentato di andare. Immediato è il collegamento con il poeta Pier Paolo Pasolini, che proprio a Casarsa aveva le sue radici e ai suoi ragazzi di vita, alle borgate, alla periferia che Jauffret mostra anche nella sua Marsiglia.
Un bel film, lento, ma nello stesso tempo coinvolgente, perché strutturato come un orologio che va avanti e indietro, a raccontare il tempo dalla parte di ognuno dei componenti del coro, dei protagonisti di questa storia di cronaca, ordinaria e allo stesso tempo speciale, come è la vita.