Titolo originale | Onna no kappa |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Shinji Imaoka |
Attori | Mutsuo Yoshioka, Emi Nishimura, Fumio Moriya, Sawa Masaki, Yoshirô Umezawa Hiroshi Satô (II), Ai Narita, Yutaka Ônishi. |
MYmonetro | 3,07 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 maggio 2011
Un giorno Asuka, mentre in cammina in riva a una lago nei pressi della fabbrica, vede il suo primo kappa, una creatura leggendaria giapponese che ha tratti in parte umani e in parte animaleschi.
CONSIGLIATO SÌ
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Per quanto possa risultare strano approcciarsi seriamente a Underwater Love, il film di Imaoka Shinji è certo opera più rilevante di quanto possa apparire. Se non altro perché pinku e musical non avevano mai trovato un punto di incontro, una commistione perfetta di elementi eterogenei, che invece in Underwater Love sembra scorrere naturalmente. Le musiche e le semplici coreografie, tese a sottolineare i momenti salienti della bizzarra vicenda, costituiscono tutt'altro che un corollario e non solo perché per comporre le musiche sono stati chiamati i quotatissimi Stereo Total: è attraverso il musical che risulta più naturale la catarsi del personaggio di Asuka, una obasan (donna di mezza età ancora zitella) in procinto di sposare un uomo mediocre - che è anche il suo capufficio.
Lo spirito post-adolescenziale di una donna matura non può che rompere le proprie catene grazie alla musica, oltre che all'intervento del soprannaturale, sotto forma di un kappa, spirito acquatico della tradizione nipponica qui reinventato in un'inedita chiave filosofico-sessuale. Underwater Love non nasconde la sua natura di pinku eiga (confermata dalla sequenza erotica tra il kappa e la prosperosa collega di Asuka, rispettosa dei canoni e dei limiti autoimposti del genere pinku), ma al contrario la reinventa al servizio di una riflessione sul rifiuto di invecchiare e di chinare il capo alle esigenze dello status sociale. Storia d'amore e incursione pop trasversale ai generi unite in un giocoso inno alle gioie della vita, che presenta il suo unico neo in quello che dovrebbe essere il suo punto di forza, ossia la narcisistica e debordante fotografia di Christopher Doyle. Ma è un dettaglio che non incrina la lezione sui sentimenti umani proveniente dalla stagnazione della palude in cui vive un dispettoso e bizzarro kappa.
Underwater Love di Shinji Imaoka è un film inconsueto, a tratti sconcertante. E ciò non tanto (non solo) per il mero fatto di essere una commistione di due generi fra loro -usualmente- distanti anni luce, quali la commedia musicata alla Broadway e quel peculiare tipo di (blanda, almeno sulla carta) pornografia nipponica che è il pinku eiga, quanto per gli inattesi (ma [...] Vai alla recensione »