Anno | 2010 |
Genere | Fantastico |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 114 minuti |
Regia di | Min-Suk Kim |
Attori | Gang Dong-Won, Soo Go, Enes Kaya, Abu Dodd, Jung Eun-Chae, Byeon Hie-Bong Yang Kyeong-mo. |
MYmonetro | 2,93 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 29 aprile 2011
Min-Suk Kim è il regista di un action fantasy, ricco di colpi di scena.
CONSIGLIATO SÌ
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Menomato da una gamba di legno, un bambino vive sotto la protezione di una madre preoccupata, e sotto le grinfie di un padre violento. Quando scopre di avere il potere straordinario di controllare la mente degli altri, decide di uccidere il genitore e di crescere isolato da tutti, rubacchiando un po' di denaro per vivere in un hotel di lusso. Nella stessa città, a sua insaputa, vive anche Byuk-nam, un ragazzone ingenuo e ambizioso che, tra un'uscita con gli amici e l'altra, incontra il 'sensitivo' e scopre di essere immune ai suoi poteri. La guerra tra i due, a suon di occhiate magiche e botte violentissime, sembra non avere fine.
L'esordio del giovane regista Kim Min-suk tocca il fantasy, ruba i toni alla commedia grottesca e raggiunge anche la classe di un dramma sociale. Il personaggio del 'sensitivo', interpretato da Gang Dong-won, attore dalla fisicità fumettistica, racchiude in sé caratteristiche umane e disumane che è facile ritrovare nelle figure di arrivisti arricchiti che controllano, attraverso potere e denaro, i più deboli della gerarchia sociale, vittime di un gioco psicologico alienante. Lui, con uno sguardo, ottiene in prestito corpi e menti, soldati senza testa che formano una servitù imbambolata ma diligente che non si chiede il perché delle azioni che compie, nemmeno quando sono crudelmente efferate. Uccidere o suicidarsi, porre fine alla vita non è altro che un compito da portare a termine. E non è un caso che l'antagonista, l'unico a restare impermeabile al suo potere, abbia il dono di ricucire in fretta tutte le ferite corporali che riceve. Da un lato un mostro che uccide senza scrupoli pur di mantenere la sua posizione, dall'altro un supereroe (inizialmente inconsapevole di esserlo) che, attraverso la lealtà con gli amici, l'onestà e il coraggio, cerca di ribellarsi. È una lotta tra classi sociali, tra arroganti e altruisti, oltre che una brillante guerra estetica, fatta di effetti speciali e ritocchi grafici (la sequenza degli uomini che si lanciano nel vuoto sotto il controllo del 'sensitivo' rimane memorabile).
Il film riesce a coniugare toni alti e bassi, personaggi macchiettistici dotati di grande ironia (gli amici di Byuk-nam) e altri seri e permalosi (il 'sensitivo' soprattutto), inserendosi a pieni voti in un filone cinematografico tra i più rischiosi, quello che su personaggi fantastici racconta una storia di grande attualità. E anche se qualche ingenuità narrativa smorza la tensione del finale, il lavoro del sud-coreano Kim Min-suk è un gioiello che promette bene. L'opera seconda lo aspetta.
Lo ammetto, ci sono diverse falle nella sceneggiatura, nel senso che in alcuni passaggi la storia "la fa troppo facile". L'idea generale però secondo me ha qualcosa di geniale, come ne "I soliti sospetti" dove, prima volta nella storia del cinema, la voce narrante mente su tutto. Analogamente, qui ci troviamo di fronte ad un ribaltamento completo del concetto di "film di supereroi".