Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Céline Sciamma |
Attori | Zoé Héran, Malonn Lévana, Jeanne Disson, Sophie Cattani, Mathieu Demy Rayan Boubekri, Yohan Véro, Noah Véro, Cheyenne Lainé. |
Uscita | venerdì 7 ottobre 2011 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Teodora Film |
MYmonetro | 3,30 su 9 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 28 gennaio 2019
Facendosi credere un maschietto, e attirando così le attenzioni di Lisa, la piccola Laure andrà alla scoperta della propria sessualità. In Italia al Box Office Tomboy ha incassato 510 mila euro .
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Laure, dieci anni, insieme ai genitori e alla sorella Jeanne si trasferisce durante le vacanze estive. La mamma è incinta del terzo figlio (un maschio) e il padre è impegnato al lavoro. La bambina approfitta della distrazione degli adulti per prendere una decisione: nel nuovo ambiente si farà credere un maschio. E' come Michael che farà le prime amicizie e, in particolare, attirerà l'attenzione di Lisa che finirà con l'innamorarsi del nuovo arrivato con il quale scambierà qualche bacio e momenti mano nella mano. Fino a quando potrà durare questa situazione? Céline Sciamma torna ad affrontare, dopo Water Lilies, le tematiche della scoperta della sessualità spostando però l'attenzione dalla fase adolescenziale a quella preadolescenziale. Trova in Zoé Héran l'interprete adatta per rappresentare, con la giusta dose di innocenza mista a un bisogno di esplorare, il cammino estivo di Laure. Sciamma osserva il microcosmo dei bambini con tenerezza e acume ma senza facili semplificazioni. Maschi e femmine in formazione non sono quegli esseri asessuati che gli adulti vorrebbero che fossero. Natura e società impongono le loro leggi e, in particolare la società, i loro modelli con cui confrontarsi e scontrarsi. Perché spesso sono più legati a stereotipi che a veri bisogni. Così Laure mentre decide di trasgredire facendosi passare per maschio finisce inconsciamente per aderire a quelle che ritiene debbano essere necessariamente le caratteristiche dell'altro sesso. Céline Sciamma, nel descrivere Laure, va oltre quella che avrebbe potuto costituire la gabbia episodica di un racconto di travestimento infantile e lascia lo spettatore con domande più ampie intorno alla definizione della sessualità propria di ogni individuo. In definitiva spetta a noi decidere se quell'estate sarà solo una parentesi nella vita della bambina oppure se ne segnerà il futuro.
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Tomboy è un film diverso da tutti gli altri. La protagonista Laure, che sembra essere voler appartenere da sempre più al mondo maschile che a quello femminile, trasferitasi in una nuova casa ha quasi per caso la possibilità di "diventare" almeno agli occhi degli altri un maschio. Tutto nasce dall'incontro con Lisa, una sua coetanea che abita vicino a lei che la scambia [...] Vai alla recensione »
laure cambia spesso città e, di conseguenza, è costretta a farsi nuovi amici: quando giunge nell'ennesimo luogo di lavoro del padre, incontrati i ragazzini della sua età, si finge un maschio; gioca a calcio, picchia duro: nell'inganno coinvolge anche la sorellina jean che, senza troppe storie, le regge il gioco. Ma fare il maschietto non è solo una questione di pallone [...] Vai alla recensione »
se nel cinema cercate una storia, delle emozioni, delle riflessioni, delle sensazioni, l'equilibrio, l'appropriatezza dei personaggi, delle parole, degli sguardi, delle inquadrature, la novità di una situazione alla quale tutti abbiamo almeno una volta pensato nella vita (per noi stessi, per il compagno di giochi, di lavoro, l'amante), l'infanzia-i suoi silenzi-i sonni completi che non si ricordano [...] Vai alla recensione »
Parlerò di questo film per accosamento di opposti: Film piccolo: nel budget, nella dimensione spazio - temporale (tutto accade nel giro di pochi giorni; in una palazzina e in luoghi vicini, all'aperto, deputati al gioco dei bimbi). Film grande: nei sentimenti (genitori affettuosi, sorellina adorata e complice, il primo amore) Film delicato: nell'approccio al conflitto interiore [...] Vai alla recensione »
Una ragazzina di quinta elementare si trasferisce in una nuova città. Approfintando del suo aspetto ancora un pò mascolino, si finge maschio ai suoi nuovi amici all'insaputa dei suoi genitori. Inevitabilmente verrà scoperta ma per lei, ormai entrata nel ruolo, non sarà facile da accettare. Film non bellissima ma fulmineo e ispirato, di una regista molto giovane ma con [...] Vai alla recensione »
Il film sembra perfettamente costruito, sia in senso fisico che metaforico, sulla "pelle" della giovanissima protagonista Laure/MicKael, con una efebica e bellissima Zoé Héran sorprendentemente, vista l'età, calata nel ruolo. Per quanto il film sia stato molto apprezzato dalle comunità GLBT sparse nel mondo (riconoscimenti e premi sono arrivati dal Torino GLBT [...] Vai alla recensione »
TOMBOY (FR, 2011) di CéLINE SCIAMMA. Interpretato da ZOé HéRAN, JEANNE DISSON, MALONN LéVANA, SOPHIE CATTANI, MATHIEU DEMY Laure, dieci anni, si è appena trasferita in un nuovo quartiere di Parigi a vivere in un’altra casa con la madre incinta, il padre informatico e la sorella minore, Jeanne, di sei anni. Un po’ per gioco e un po’ per realizzare [...] Vai alla recensione »
Il film ha una chiara ispirazione truffautiana, tanto è vero che nella colonna sonora grande parte ha Baisers Volés, canzone omonima dello splendido film, cult del 1968. Il regista Jean-Paul Rouve è un poliedrico artista che ha iniziato come attore di teatro nel gruppo Royal Imperial Green Rabbit, per poi fare varie parti al cinema come ad esempio il contorsionista nel film sulla vita di Edith Piaf, [...] Vai alla recensione »
Tomboy, in italiano “maschiaccio” (anzi “maschiaccia”), è riferito alla protagonista Laure, una quasi-adolescente di 10 anni che, in vacanza con i genitori, decide di (o forse si lascia trasportare a) interagire con il nuovo contesto di coetanei assumendo un atteggiamento “anticonvenzionale”: infatti, approfittando del suo aspetto ancora immaturo e bivalente, [...] Vai alla recensione »
Se sapete la differenza tra come si tiene la bacchetta sinistra della batteria nel jazz e come la si tiene nel rock, allora vi potreste divertire a vedere questo film, nato inizialmente come un corto. Se siete super-esperti di jazz, probabilmente, il film non vi soddisfarà e se, invece, non lo amate vi risulterà insopportabile. Insomma piace a noi, pubblico della medietà, disposti [...] Vai alla recensione »
Un film tanto delicato (negli sguardi, nella lenta presa di coscienza del proprio essere) quanto crudo (nel momento della verita e nel finale, volutamente aperto, senza lieto fine). Un'ora di film magistralmente interpretato da Zoe Heran, sguardo profondo, aria da maschiaccio e una buona dose di talento.
TOMBOY È un vantaggio entrare in una sala cinematografica all’oscuro di quanto sta per accadere. D’altronde, si spengono le luci e comincia il film. La fisica lo impone, certo. Ma può essere anche una bella metafora. La mente sgombra, la disposizione a vedere e a tentare di capire, gli occhi rivolti allo schermo, il resto non esiste più.
Considero il film riuscitissimo e spiegherò perchè, a mio parere, lo è. La trama: una ragazza, Laure, nemmeno adolescente, androgina, entra in una comitiva di coetanei e si spaccia per maschio. Piano piano le conseguenze di questa bizzarria emergeranno. "Tomboy" è un'opera asciuttissima: locations ed inquadrature ridotte all'essenziale, personaggi pochi, [...] Vai alla recensione »
Piccolo film sensibile, ma dal respiro limitato. Capisco i premi "di categoria" per la tematica affrontata, perché il film ha una sua misura riuscita. Capisco che riconoscimenti veri per il cinema (e non per il modo in cui ha affrontato un tema) non ne abbia avuti, perché cinematograficamente non è niente di memorabile.
Film delicato e molto ben girato, senza fronzoli estetici nè ridondanze: cosa rende diverso una ragazzina di undici anni da una ragazzino ? Tutto il complicato rituale con cui si formano le identità di genere viene filmato con una storia semplice e appassionate, grazie alla bravura di chi ne ha fatto la regia,e alla faccia dei piccoli attori che bucano lo schermo con leggerezza e [...] Vai alla recensione »
Quanta delicatezza in questo film, sembra quasi che la cattiveria propria dei bambini si dissolva di fronte all'incertezza esistenziale. Laure si trasferisce con i genitori in un'altra cittadina, ma a contatto con i coetanei si presenta come Michael, un maschio. E' insito nella sua anima il desiderio di essere maschio e fa di tutto, con l'ingenuità che è propria [...] Vai alla recensione »
Visto ieri al mio cineclub... Un film che definirei statico... nelle inquadrature, nelle espressioni dei volti, nell'assenza di colonna sonora, ma è una staticità voluta e cercata dall'autrice/regista. Il tema del film non è di quelli semplici, soprattutto quando i protagonisti sono i ragazzini, ma la storia è narrata in modo semplice e delicato, quasi a volerci [...] Vai alla recensione »
Un film veramente godibile, tenerezza e sensibilita' a 1000. Bello bello bello. Tutto un mondo di cui si parla solo quando si finisce in psicanalisi viene descritto SOLO dalla parte dei bambini, come è giusto che sia, mentre i grandi stanno fuori. Da non perdere: in tv non lo passeranno mai nel nostro Paese!
E' una pellicola realizzata con cura. Ottima la protagonista, veramente ben immedesimata in un maschio. Direi che perderselo è un vero peccato.
La prima immagine ci mostra una ragazzina che, se non ne sapessimo(Sapessimo?) il sesso, poi (rin) negato spesso durante il film, potrebbe essere il dardenniano "ragazzo in bicicletta" nel "film successivo". Si sarebbe però rasserenato, è come se scrutasse il cielo, fingendo di c rcare "risposte". Un'inquadratura successiva ci riporta alla realtà della protagonista: fa parte di un nucleo familiare [...] Vai alla recensione »
Film sulla ricerca della propria identità sessuale nella fase preadolescenziale. Delicato e sensibile. Molto brava la bambina protagonista del film e alquanto toccante e tenero il suo rapporto con la sorellina.
di estrema delicatezza. Il problema dell'identita' prima dell'adolescenza. Sbagliato identificarlo come film sull'omosessualita' latente. Non c'entra nulla. E' un film sulla fine dell'infanzia. Prima che il bombardamento ormonale faccia il suo corso. Su quelli che ci si e' abituati ad essere e quello che specchiandosi negli altri si diventera'.
Film delicatissimo sulla presa di coscienza della propria identità, che (spesso) viene ostacolata dal senso comune e anche dalla famiglia. Il finale sembrerebbe aperto ma quel sorriso finale fa ben sperare. L'interpretazione di Zoe Heran (Laure) è ben riuscita; film consigliato!
Mi sono imbattuto per caso in questo film, ne avevo letto qualcosa. Ho preso il dvd, onestamente senza grandi aspettative... e invece sul finale mi sono ritrovato talmente trasportato dentro al film da dire alla piccola Laure "no... non farlo". Semplice, sincero, puro, senza fronzoli o inutili morali. Lo guardi, e scegli il tuo punto di vista, perchè non si [...] Vai alla recensione »
Un'altra indagine candida e prepuberale sull'orientamento sessuale femminile per Céline Sciamma, che come in "La Naissance des Pieuvres" inserisce i suoi personaggi laconici in una mite esplosione e riflessione dell'essere. Peccato per la conclusione un po' sospesa.
Un film asciutto e davvero compatto narrativamente, una di quelle opere nelle quali sono le immagini e le vicende a parlare e la presenza del regista sembra quasi non si avverta. Pensavo sinceramente ad una pellicola dai toni molto piu' drammatici, invece la naturalezza della vicenda e' perfetta per raccontare le difficoltà e le incertezze dell'integrazione sociale di chi si sente [...] Vai alla recensione »
Film che ricorda la talentuosa regista Sophia Coppola,assenza di dialoghi e alle immagini è assegnato il ruolo più importante. Grazie a questa tecnica il regista vuole impostare l'imprinting proprio sulla realtà delle relazioni tra i protagonisti e far cadere l'attenzione dello spettatore sui sottili rapporti che accompagnano [...] Vai alla recensione »
un film delicato su un argomento altrettanto delicato. è una produzione francese quindi i tempi sono lunghetti... consigliatissimo
Questa pellicola potrebbe anche farsi interessante ma è lenta, molto lenta, poi zero colonna sonora, insomma qualche sbadiglio si poteva evitare
E' un film molto bello,delicato, tenero,con una splendida e indimenticabile Zoè Hèran.Un film sulla preadolescenza e sul percorso, sofferto, di una bambina che non accetta la propria sessualità e si finge maschio con i compagni di gioco,cambiando anche il proprio nome.Davvero bello e assolutamente consigliabile
Non ho niente contro questo piccolo film, che ha in fondo una sua esilissima, anche se modesta, grazia. Quello che mi lascia di stucco è vedere uno degli ahimé celebrati giornalisti italiani dargli quattro stellette su cinque (BUM!) e una sola (UNA) a A Dangerous Method di Cronenberg. Chiunque guardasse lo schermo si accorgerebbe dell'abisso (al [...] Vai alla recensione »
di questo film è difficile parlare male Non è banale affronta un tema delicato come il rapporto di una bambina con il suo orientamento sessuale e il rapporto più ampio con i coetanei, la società, etc in maniera delicata e riuscita. Detto questo, è un film che non ha alti o picchi particolari, scene memorabili, dialoghi di pregio Si lascia guardare per la sua piacevolezza.
Stroncare il film di Cronenberg ha un suo perchè. Certo al contempo esaltare questo filmino, accostandolo addirittura a Truffault fa ridere. Il critico Caprara mah..e anche dando un'occhiata al forum mah...
E' una mia litania ancora confermata. Nulla di nulla. Orrendo è un complimento..si salva un minuto di dialoghi tra due bimbe.Ma su una ideuccia non si può costruire un film che non è un film ma un brutto improbabile quotidiano lungo e noiosoooo...Mezza stella.
È Vieri Razzini, per la Teodora Film, a presentare alla stampa romana Céline Sciamma e il suo Tomboy, nella splendida cornice di Palazzo Farnese. Il maschiaccio (“tomboy” in inglese, appunto) del film è Laure, una ragazzina che, un po’ per sfida e un po’ per desiderio, si presenta agli amici del nuovo quartiere come un maschio e regge il gioco fino alle estreme conseguenze, con la complicità della sorellina Jeanne.
Dimostrazione esemplare che "piccolo film" non vuol dire sempre "film piccolo". Céline Sciamma ha realizzato Tomboy (come dire "ragazzo mancato") con un minimo di mezzi: una telecamera Canon 5D, troupe ridotta all¿osso, venti giorni di lavorazione, cinquanta scene in due-tre ambienti. Eppure il suo piccolo film, una parabola intelligente e affettuosa sui labili confini dell'identità sessuale, riesce [...] Vai alla recensione »
La meravigliosa, ambigua tenerezza dello sguardo infantile restituita con una veridicità da brividi: anche se il tema conta su mitici precedenti (Truffaut in testa), «Tomboy» resterà un titolo irrinunciabile. Diretto dalla trentatreenne Céline Sciamma, affronta i disagi di un’identità sessuale ancora incerta con una grazia che prescinde da disamine psicologiche e forzature fisiologiche: la storia si [...] Vai alla recensione »
Sarà un caso, sarà solo un’impressione, ma il cinema di oggi registra una crescita esponenziale di talenti femminili. È una sensazione, non un dato statistico. Però film come il notevole «Tomboy» (cioè Maschiaccio), della 33enne francese Céline Sciamma, 250.000 spettatori in Francia, fanno pensare che dopo un secolo di strapotere maschile la settima arte abbia individuato un vasto terreno inesplorato. [...] Vai alla recensione »
Non conosciamo il suo film d’esordio Naissance des Pieuvres, ma quest’opera seconda, Tomboy, fa di Céline Sciamma una naturale erede del cinema fenomenologico della Nouvelle-Vague, con i personaggi colti nel loro manifestarsi, raccontati attraverso il loro agire. Come la decenne Laure (l’indovinata Zoè Héran): la quale, da poco trasferitasi e in cerca di nuovi amici, asseconda l’errore della coetanea [...] Vai alla recensione »
La riprova che il sistema di sostegno al cinema francese funziona è la messe di nuovi talenti già professionalmente maturi e finanziariamente solidi che spuntano continuamente da un paese in cui la cultura è ancora considerata importante e (gasp!) persino redditizia. Ultima testimonianza del buon funzionamento di quel sistema è Tomboy di Céline Sciamma, regista appena trentenne ma già alla sua opera [...] Vai alla recensione »
Nella sperimentazione della pubertà, che si ritira e si getta nell’altalena più rischiosa dei tempi della vita, Laure è una ragazzina sensibile che, per farsi accettare dai coetanei durante una vacanza, diventa Micky. Gioca a pallone, fa mischia, si confronta allo specchio, s’intenerisce per un’amichetta, scambiando anche qualche bacio. Tentando una fenomenologia del giovanissimo personaggio, la regista [...] Vai alla recensione »
Di bambine travestite da ragazzo non è che ce ne siano tante nel cinema e nella letteratura. Nei romanzi della Salani per ragazzi abbondavano i maschiacci con i capelli alla maschietta avidi di avventure spericolate. Shakespeare aveva già fatto le sperimentazioni del caso, Jo è stata emblematica per le piccole donne. E poi sono comparsi i manga dove i personaggi sono quanto mai indefiniti, possono [...] Vai alla recensione »
Tomboy è un termine inglese che sta a indicare una ragazza che ha atteggiamenti da maschiaccio. Tomboy è il conseguente titolo dell’opera seconda della regista francese Céline Sciamma che racconta, in punta di camera, la storia di una bambina dal capello corto e lo sguardo timido che trasferitasi da poco in un nuovo quartiere cerca di farsi accettare dal locale «banda» di bambini fingendosi un maschietto. [...] Vai alla recensione »