Darling

Ritratto a tutto tondo di una bella modella londinese, Diane Scott, che cerca l'ascesa sociale attraverso le avventure amorose, dapprima con il giornalista televisivo Robert Gold per il quale lascia il marito, poi con altri amanti occasionali, tra cui un principe italiano che le offre di sposarla. 

Diana Scott è una giovane ed ambiziosa fotomodella che vive a Londra e sogna di fare carriera. Insoddisfatta del proprio matrimonio, la donna inizia una relazione con il giornalista Robert Gold, che abbandona la sua famiglia per stare con lei; in seguito Diana seduce Miles Brand, un influente uomo d'affari che la introduce al dorato mondo del jet-set e la aiuta a debuttare nel cinema.
Diretto dal regista John Schlesinger nel 1965, Darling è una delle pellicole più famose e rappresentative nel filone del Free Cinema inglese. Scritto da Frederic Raphael, il film è ambientato nella Swinging London degli anni '60, della quale illustra alla perfezione le tendenze e l'atmosfera, ed ha suscitato un certo scalpore alla sua uscita nelle sale per i contenuti controversi della storia (promiscuità sessuale, trasgressioni varie e perfino un aborto). Molto apprezzato dalla critica, Darling ha riscosso un grande successo ed ha ottenuto tre premi Oscar (miglior attrice, sceneggiatura e costumi), consacrando Schlesinger come uno dei principali registi britannici del decennio.
Introdotto dalla voce narrante della protagonista, Darling ripercorre le tappe della scalata sociale di Diana Scott, interpretata dalla giovane attrice inglese Julie Christie: una bellissima ragazza disposta a tutto pur di raggiungere la celebrità, e che non esita a passare da un uomo all'altro alla ricerca di denaro, fama e divertimento. E così Diana (chiamata da tutti appunto "darling"), con amorale leggerezza, prima seduce il giornalista Robert Gold (Dirk Bogarde), che si innamora di lei, e poi lo tradisce per gettarsi fra le braccia del cinico Miles Brand (Laurence Harvey); alla fine accetta di sposare un ricco aristocratico italiano che la farà diventare a tutti gli effetti una principessa, ritrovandosi suo malgrado prigioniera di una gabbia dorata che si è costruita con le proprie mani. Sullo sfondo, la borghesia decadente ed annoiata della Londra dell'epoca, fotografata con uno stile cinematografico a metà strada fra realismo e Nouvelle Vague.
Decisamente acuto nella sua impietosa descrizione di una società ormai priva di valori, dominata dall'etica dell'affermazione individuale e del successo a tutti i costi, il film - uscito nello stesso anno del kolossal Il dottor Zivago - è servito da trampolino di lancio per la splendida Julie Christie (già diretta da Schlesinger in Billy il bugiardo nel 1963), facendole vincere il premio Oscar come miglior attrice e trasformandola in una star internazionale. Gli abiti disegnati da Julie Harris, in particolare le minigonne indossate dalla Christie nella pellicola, hanno avuto un notevole impatto sulla moda femminile di quegli anni.