Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Fabrizio Cattani |
Attori | Andrea Osvárt, Monica Barladeanu, Chiara Martegiani, Marina Pennafina, Daniele Pecci Elodie Treccani, Pascal Zullino, Giulia Weber, Lia Tanzi, Pierluigi Corallo, Giada Colucci, Franca Abategiovanni, Amina Syed. |
Uscita | venerdì 27 aprile 2012 |
Distribuzione | Fandango |
MYmonetro | 2,78 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 ottobre 2013
Fabrizio Cattani è regista e sceneggiatore di questo film drammatico che scuote l'animo e turba le coscienze. In Italia al Box Office Maternity Blues - Il bene dal male ha incassato 48,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Clara è una giovane donna che come estrema conseguenza di una depressione post-partum ha annegato i suoi due figli. Ricoverata in un ospedale psichiatrico in Toscana, entra in contatto con una comunità di donne-Medee che hanno tutte affrontato il gesto estremo dell'infanticidio. In modo particolare, stringe rapporti con le tre compagne di stanza Eloisa, Rina e Vincenza, ognuna dotata di un carattere estremamente diverso e di una complessa fragilità. Mentre la vita nell'istituto procede fra sedute di terapia di gruppo, piccole crisi e felici momenti di festa, al di fuori Luigi, il marito di Clara, cerca lentamente di ricostruirsi un'esistenza serena pur rendendosi conto di non riuscire a smettere di amare la donna che gli ha dato e poi portato via i suoi figli.
Quello della madre assassina è un tema che, pur nato nella classicità, non ha mai smesso di inquietare la nostra morale e in modo particolare la nostra cultura, per la quale l'istinto materno è ancora conditio sine qua non della femminilità. La scrittrice Grazia Verasani (creatrice del bel personaggio dell'investigatrice Giorgia Cantini di Quo Vadis, Baby?) ne ha fatto l'argomento di un lavoro teatrale che riesce finalmente a superare il tipico imbarazzo di chi non sa come affrontare il problema se non nascondendolo sotto il tappeto o esibendolo nella superficie liscia di un plastico televisivo. A sua volta, Fabrizio Cattani traduce la pièce per il cinema mantenendo lo stesso atteggiamento discreto di chi va a toccare l'infanticidio non con la mano aggrottata del coroner ma con quella tesa dello psicologo.
L'atteggiamento è talmente evidente che il film sembra costruito come una seduta di terapia di gruppo in cui è la dimensione sociale dell'insieme, piuttosto che i fantasmi della psiche di ognuna delle donne, a garantire la chiarezza del messaggio. Maternity Blues difatti abbandona presto i toni da thriller intimista per accentrarsi su quelli di un melodramma costruito attorno a quattro archetipi della personalità femminile: la sbandata, ribelle e seducente Eloisa al polo opposto rispetto all'ingenua e fragile Rina; la devota e saggia Vincenza contro l'emotiva e instabile Clara. In questo modo, il film si avvicina a una sorta di Ragazze interrotte catturato in una fotografia livida e connaturato da un senso di mestizia che, se servono a umanizzare le quattro protagoniste, non le redimono dalle trappole dello schematismo. La forza dell'indicibilità del messaggio ("Non tutte le donne nascono madri") rimane intatta, ma è questo eccesso di sovrapposizione fra irrazionale e razionale, fra pathos e logos (secondo la dizione della tragedia classica) a lasciare incompleta la poetica delle passioni di queste Medee d'oggi.
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In teatro tra le attrici che recitarono il testo, Antonella Elia, fresca vincitrice dell'Isola dei Famosi. Unica supersite dell'allestimento da cui è tratta la sceneggiatura e ferma presenza della pellicola in esame, l'attrice Marina Pennafina a cui il Regista, forse come forma di inconsapevole ringraziamento, regala la scena più bella del film.
Bellissimo film. Particolare. L'ho amato molto e mi ha lasciato senza fiato. Particolare, ovvero non scontato,non superficiale. Particolare perché il cuore ti si ferma per poi riprendere a battere sino a privarti del respiro. Particolare perché è 'tosto' e ai titoli di coda lo spettatore resta come in apnea per alcuni minuti.
Film toccante con momenti in cui l'emozione e' veramente forte e fa' capire un lato oscuro del tema...Le musiche sono molto melodiche e profonde,da ascoltare fino alla fine...Il finale con le ultime battute dicono tutto...ASSOLUTAMENTE DA VEDERE...Tormentato ma anche dolce nel suo dramma.....GIOVANNI
Sono pochi ,o forse non esistono nemmeno ,i film che trattano un argomento così delicato e psicologico come l' infanticidio e la depressione post-partum. Questo film è qualcosa di speciale che colpisce profondamente chiunque lo veda.Personalmente,sono stato colpito e emozionato a vedere la storia di 4 madri che devono combattere con il loro passato cercando di riuscire a perdonare se stesse e cercare [...] Vai alla recensione »
spero davvero che questo film possa lasciare il segno in tutte le persone che sceglieranno di vederlo, emozionarsi e riflettere :-)
Film ambientato in un carcere di riabilitazione popolato da donne che hanno ucciso i propri figli. Attraverso la storia di quattro di esse e delle altre che fanno da contorno si vuole rappresentare in maniera alquanto obiettiva e senza pregiudizi le motivazioni e lo stato di salute mentale che hanno condotto ognuna di loro all'omicidio. Per riflettere, non giudicare ma, casomai, perdonare [...] Vai alla recensione »
Fabrizio Cattani mette in scena il tema delicato dell'infanticidio, filtrato dal dramma di quattro donne diverse ma accomunate dalla stessa fragilità, con uno sguardo toccante e intenso. Vincitore meritevole del Festival "Rivelazioni-Il cinema italiano visto da Milano", il film colpisce nello stomaco per il vertiginoso tuffo nella psicologia femminile minata dalla depressione post-partum, condannando [...] Vai alla recensione »
Sono rimasta seduta muta per lunghi minuti dopo la fine del film. Come se, in qualche modo mi dispiacesse abbandonare e lasciar andare queste persone, perchè grazie al film ho capito che anche loro sono persone, non soltanto criminali o pazze. Il film mi ha colpito il cuore in pieno, cosa che non mi ricordo quando mi successe l'ultima volta al cinema.
Maternity blues ha bisogno di un po' della vostra pazienza iniziale per dargli il tempo di entrare nelle corde. Una grande delicatezza ed attenzione alle storie dei singoli personaggi costruisce il necessario per lo sviluppo della storia. 4 donne 4 infanticide, il loro percorso di ricerca e rifiuto del dolore, coascuna che affronta il senso di colpa differentemente.
Film molto toccante,profondo,sensibile; la regia di Fabrizio Cattani è ottima. Scenografia, fotografia, costumi, musiche molto buoni; le attrici le ho trovate straordinarie
Il tema di questo film fa veramente paura, e’ un abisso dove la razionalità perde ogni significato e cercare di dare una spiegazione logica ad un comportamento di questo tipo, e’ impresa davvero complicata. Il film di Fabrizio Cattani per fortuna non ci prova, riprende una piece teatrale di Grazia Verasani (“From Medea”) e riesce a crearci sopra un film intenso, omogeneo, [...] Vai alla recensione »
E' un film straordinario, temevo la retorica dei buoni sentimenti, straordinario per il coraggio di affrontare un tema tanto vero quanto esorcizzato dai più, uomini e donne, per il fatto che l'ha girato un uomo, incredibilmente capace di esplorare il mistero del cuore femminile, per il connubio di "giusta distanza" e pietas, ragione e sentimento, non giudica, ma questo non [...] Vai alla recensione »
Per uno di quegli strani ricorsi della storia del cinema, si sta assistendo a un’overdose di film sulla depressione post partum. Tra i titoli spicca «Maternity Blues», che si distingue perché concentrato, anziché sulla causa, sull’effetto più drammatico della patologia e cioè sugli infanticidi a opera delle madri. Il regista Cattani vi mette in scena i monologhi e i dialoghi di quattro colpevoli dell’inaudi [...] Vai alla recensione »
Quattro donne, un ospedale psichiatrico giudiziario, lo stesso reato: infanticidio. Differenti le “motivazioni”, eppure qualcosa le lega: il senso di colpa, per un atto che ha vanificato le loro esistenze. Una volta si chiamava depressione post-parto, ora è musica, lenta, triste, un pianto dell’anima: Maternity Blues, scelto dal regista Fabrizio Cattani per adattare la pièce From Medea di Grazia Verasani. [...] Vai alla recensione »
Dopo Maledimiele, il film sull'anoressia uscito lo scorso weekend, ecco un altro titolo italiano che affronta un tema difficile; il più difficile di tutti: le madri infanticide. In un ospedale psichiatrico giudiziario s'incontrano quattro donne che hanno ucciso i loro bambini. Sono Clara, di cui conosceremo anche il marito affranto; l'aggressiva Eloisa; la giovanissima Rina e la più anziana Vincenza. [...] Vai alla recensione »
Clara (Andrea Osvart) arriva in un ospedale. Ma non è lì per guarire. Ha commesso il reato odioso di infanticidio, come le altre ospiti dell'istituto psichiatrico: la forastica Eloisa (Monica Birladeanu), l'ingenua Rina (Chiara Martegiani) e la vecchia Vincenza (Marina Pennafina). Presentato a Venezia 2011 nella sezione Controcampo, Maternity Blues racconta un dramma familiare a distanza (mentre Clara [...] Vai alla recensione »
Sorprendente dramma che il misurato Fabrizio Cattani ha tratto da un romanzo di Grazia Verasani. Dividono la stessa camera dell’ospedale psichiatrico quattro mamme infanticide. Alle giovani Eloisa e Rina e alla più matura Vincenza, si è aggiunta Clara (Andréa Osvart), che ha annegato i due bambini. Anche nella più cupa disperazione la vita può ricominciare.
Maternity blues è un film imperfetto su un argomento impossibile, ma bisogna fare i complimenti a Fabrizio Cattani che ha avuto il coraggio di affrontarlo. La giovane e talentuosa Andrea Osvart, che interpreta Clara, la protagonista accusata di aver affogato i suoi due bambini, ha cercato inutilmente di contestare il fatto che si tratti di un film “femminile”.
Come Quando è la notte di Cristina Comencini, Maternity Blues dell’esordiente Fabrizio Cattani affronta il tema terribile di una maternità non accettata o rinnegata: ma qui - come esplicitato nel titolo ( From Medea ) del dramma di Grazia Verasani ispiratore della pellicola - quella dell’infanticidio non resta una mera fantasia; e le protagoniste Clara (una sorprendente Andrea Osvart), Eloisa, Rina [...] Vai alla recensione »
Un’opera seconda. L’ha diretta Fabrizio Cattani, (noto soprattutto nel settore dei cortometraggi) dopo “Il Rabdomante”, un dramma fosco di impronta però quasi solo televisiva. Lo spunto, qui, è tratto da un testo teatrale di Grazia Verasani, “From Medea”, il cui titolo ci introduce già nel tema che, com’è evidente, si rifà al matricidio. L’azione, così, sceneggiata oltre che dal regista anche dall’autrice [...] Vai alla recensione »
Quattro donne accomunate da una colpa che è anche un destino ineluttabile, un punto di non ritorno: l’infanticidio. Clara, Eloisa,Rina e Vincenza hanno ucciso ipropri bambini, devastate dalla depressione post-parto. Il film racconta il loro sopravvivere in un ospedale psichiatrico-giudiziario, tra amicizie e rivalità reciproche, ma soprattutto nell’abissale distanza rispetto al «fuori».
Lo chiamano baby blues quel sentimento di angoscia, paura, tristezza che assale tante donne dopo il parto. E che in alcuni casi diviene intollerabile, scatenando una sorta di furia verso quel figlio che pretende l'assoluto, che ha invaso ogni spazio di vita, il sonno, le relazioni, il corpo... E può anche accadere che lo uccidano questo figlio come hanno fatto le protagoniste di Maternity Blues, il [...] Vai alla recensione »