A Letter To Elia

Film 2010 | Documentario +16 60 min.

Anno2010
GenereDocumentario
ProduzioneUSA
Durata60 minuti
Regia diMartin Scorsese, Kent Jones
AttoriElia Kazan, Martin Scorsese .
TagDa vedere 2010
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +16
MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Martin Scorsese, Kent Jones. Un film Da vedere 2010 con Elia Kazan, Martin Scorsese. Genere Documentario - USA, 2010, durata 60 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 - MYmonetro 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 5 agosto 2010

Consigliato sì!
3,25/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
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Una lettera di Scorsese al suo padre cinematografico: Elia Kazan.
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 4 settembre 2010
Recensione di Giancarlo Zappoli
sabato 4 settembre 2010

Un documentario in cui Martin Scorsese racconta l'importanza che il cinema di Elia Kazan ha avuto nella sua formazione. Così si potrebbe sintetizzare all'estremo il contenuto di questo omaggio realizzato in memoria di uno dei registi più controversi del cinema americano.
Perché Scorsese ama così tanto il cinema e il fare cinema che non riesce a realizzare un documentario 'su commissione'. Nessuno di quelli da lui prodotti è così. Ecco allora la domanda che apre e chiude l'ora di proiezione: che cosa è un regista e che cosa deve cercare quando fa un film? Scorsese ci offre le risposte passando attraverso la figura di Kazan. Regista controverso dicevamo perché al tempo della caccia alle streghe maccartista denunciò otto appartenenti al mondo dello spettacolo quali iscritti al Partito Comunista facendo perdere loro il lavoro. Ma questo suo lato oscuro non può mettere in ombra film come La valle dell'Eden o Fronte del porto che hanno rivoluzionato Hollywood sul piano delle tecniche di ripresa ma, soprattutto, sul piano dei contenuti. Lo schermo si riempiva di volti e gesti che avresti potuto incontrare nella tua vita quotidiana. La realtà, con tutte le sue tensioni e contraddizioni, prendeva corpo sul grande schermo e non si sarebbe più potuto non tenerne conto. Scorsese vede in Kazan il padre del suo cinema, l'uomo che ha prima ammirato come spettatore, tentato di emulare come collega e conosciuto come amico. Ancora una volta Scorsese ci mostra e dimostra che documentare il cinema non significa solo proporre freddamente reperti storici ma che ci può e deve essere un altro elemento fondamentale che entra in gioco: la passione.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 5 agosto 2010
walchicco

Pensavo avesse a che fare con la religione e con la BIBBIA??invece e' una grande iniziativa che auemnta il valore aggiunto del gia' grande martin scorsese...Peccato che questo imput NON sia stato raccolto da nessun altro collega per i pochi miti rimasti e assai avanti negli anni???come MARIO MONICELLI E FRANCA VALERI E ARNOLDO FOA' E PAOLO VILLAGGIO E (PECCATO PER GLI APPENA SCOMPARSI LELIO LUTTAZZI [...] Vai alla recensione »

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