Anno | 2010 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Repubblica dominicana, Messico, Germania |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Laura Amelia Guzmán, Israel Cárdenas |
Attori | Jean Remy Genty . |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 26 agosto 2010
Un mattino a Santo Domingo inizia per Jean, un anziano insegnante haitiano, un viaggio sempre più disperato.
CONSIGLIATO SÌ
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Jean Remy Genty cerca un lavoro da contabile a Santo Domingo. Parla quattro lingue ma non riesce a comunicare con gli altri, che si perde a guardare vivere. Fuori e dentro dagli uffici pubblici, in cui lascia curricula e speranze, Jean insegue il suo posto nel mondo. Nel suo lento vagare metropolitano chiede un prestito a un amico, viene sfrattato e sfruttato, accetta lavori occasionali fino a perdersi nella foresta tropicale che lambisce la città. Isolato dal mondo civile, prova a sopravvivere alla vita e a un costante mal di testa. Disperato e profondamente solo prega dio di soccorrerlo e di dargli un'altra possibilità, che avrà il volto di giovani braccianti desiderosi di imparare. Mite e generoso, Jean si rende disponibile a insegnare loro una lingua per corteggiarsi e per amarsi. L'entusiasmo dei suoi giovani allievi non basterà però a strapparlo alla solitudine e all'abbraccio del mare. Oltre il verde tropicale il terremoto ha schiantato la sua città.
Jean Gentil, scritto e girato a quattro mani da Israel Cárdenas e Laura Amelia Guzmán, esplora il territorio dominicano e propone un punto di osservazione inedito, rovesciando consuetudini, fuggendo le "oasi di pace" vacanziere e mostrando la realtà locale. Dentro un film lento e ossessivo, che privilegia gesti, silenzi e attese spasmodiche, si muove un addolorato vagabondo, un professore in disarmo che ha perso il suo potere d'acquisto. Con una forte consapevolezza linguistica gli autori rappresentano un dramma privato dentro a un dramma sociale, che approda a una crisi emotiva e a un timbro grave. Jean, completamente assorbito dalla volontà di ritrovarsi e di ritrovare il senso del suo essere, intraprende un viaggio che lo conduce dentro i paesaggi caraibici e verso una vita isolata e solitaria, verso una condizione primitiva. Immerso in una natura vergine e rigogliosa e ormai estraneo alla socialità urbana il protagonista perde memoria del proprio vissuto umano, che emerge in forme metaforiche (il diploma e il curriculum vitae) e viene cancellato nel fuoco. Jean Gentil è un film misurato, che elude qualsiasi fastidio retorico e partecipa commosso al destino di un uomo e di un paese abbattuti dalla legge degli uomini (la crisi economica e finanziaria) e da quella di natura (il terremoto). Quello di Cárdenas e Guzman è un cinema di desaparecidos e di fantasmi, di gente che combatte per trovare una riconoscibilità, che si isola nel nulla, che muore ignorata sulla battigia o sotto le macerie.