Il ragazzo dalle mani d'acciaio

Film 1990 | Azione

Regia di Fabrizio De Angelis. Un film con Antonio Sabato Jr., Dorian D. Field, David Warbeck. Genere Azione - Italia, 1990, - MYmonetro 2,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento martedì 6 aprile 2010

Consigliato no!
2,00/5
MYMOVIES 1,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO NÌ
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Trionfo dei luoghi comuni.
Recensione di Annalina Grasso
Recensione di Annalina Grasso

Durante una gara di rock, Kevin ruba la ragazza a Jeff: ma quest'ultimo, che è esperto in arti marziali, si vendica dandogliene di santa ragione. Kevin poi vince una gara di fuoristrada;ma non cambia nulla, viene malmenato ugualmente dagli amici teppistelli di Jeff. A questo punto, stanco di essere lo zimbello di tutti, Kevin per farsi rispettare decide di prendere lezioni di karate per riscattarsi. Trama prevedibile per questo ennesimo movie sul mondo del karate, sulla scia dei precedenti lavori del regista: "Il ragazzo dal kimono d'oro","Thunder", "Karate girl", "Karate rock"e la tetralogia di "Karate kid" di Avildsen ( regista di "Rocky") che ebbe un grande successo commerciale. Ne risulta un film mediocre sia dal punto di vista estetico ( brutta fotografia) che della sostanza: una narrazione zoppicante, un'accozzaglia di luoghi comuni, dialoghi banali, sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti, attori non brillanti (per usare un eufemismo) per una storia che non cattura lo spettatore e ha per protagonista ancora una volta un povero ragazzo sfortunato, figlio di immigrati coreani, deriso e rifiutato dalla società e trascurato dalla sua famiglia ( con un padre alcolista e una madre che preferisce stare con un altro uomo). Come se non bastasse viene anche pestato dai teppisti tossicodipendenti di turno. Da evidenziare poi in senso negativo l'utilizzo della colonna sonora o meglio l'aver scomodato il "Va' pensiero" di Giuseppe Verdi eseguito con liuto e mandolino, culminando nel grottesco per non dire nel ridicolo. Se però l'intento di Ludman è quello di puntare tutto su un sentimento di compassione, tenerezza e affezione da parte del pubblico per il protagonista, sul quale si accanisce la cattiva sorte, allora l'obiettivo si può dire centrato.

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