Titolo originale | Gwai ma kwong seung kuk |
Anno | 2004 |
Genere | Commedia |
Produzione | Hong Kong |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Wai Ka-fai |
Attori | Ching Wan Lau, Louis Koo, Jordan Chan, Chun-Yu Ng Francis, Cecilia Cheung . |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 9 febbraio 2010
CONSIGLIATO SÌ
|
Hong Kong, 1969. Uno squinternato trio di investigatori privati recupera una vecchia lampada e pensa bene di strofinarla. Dalla lampada uscirà Harmy Bobo, un'imbranatissima maga che, nel tentativo di esaudire i tre fatidici desideri, sguinzaglierà in giro dei "cugini" singolari (uno scarabeo stercorario gigante e due gemelle che si trasformano in bacchette) e caccerà i tre in un mare di guai, coinvolgendo tra gli altri Kin, goffo boss delle Triadi.
Vano ogni tentativo di trovare un filo logico nel grottesco divertissement di Wai Ka-Fai, una follia nata come omaggio alla commedia colorata e spensierata che imperversava a Hong Kong tra i '60 e i '70 e, in particolare, a The Private Eyes e altri film di Michael Hui, peraltro presente in un cameo. Wai, affrancato dall'ombra del padre-padrone Johnnie To e dalle plumbee atmosfere dei suoi noir senza speranza, dà libero sfogo al suo lato surreal-trash di cui aveva già dato prova nel geniale debutto di Too Many Ways to be Number One (coprofagia, coito mortale, gemelli fratricidi) - da cui, non a caso, recupera i due protagonisti Francis Ng e Lau Ching-Wan. Se il primo finisce per risultare esageratamente sopra le righe, Ching-Wan primeggia e regge da solo l'intero film, sfoggiando una padronanza dei tempi comici davvero sorprendente (la scena del mahjong è degna del ragionier Fantozzi nella clinica austriaca). Le similitudini tra Too Many Ways e Fantasia comunque finiscono qui, visto che in Fantasia la cornice è ben più ottimista e frivola e la non-trama si traduce in una sequenza di gag che spesso e volentieri nascono da parodie di fenomeni di massa occidentali (Harry Potter, Jurassic Park, Britney Spears, ecc.), con esiti alterni. In sostanza, i fratelli Hui rimangono tutt'altra cosa, ma Fantasia rappresenta - a suo modo - un tentativo del versante più commerciale del cinema di Hong Kong di riappropriarsi delle proprie radici e di ricontestualizzarle. Seppur ingenuo, rimane un apprezzabile tentativo di resistenza (e di risposta) alle pesanti iniezioni di blockbuster hollywoodiani che hanno ridimensionato numeri e spessore di quella che un tempo era la terza industria cinematografica al mondo.