The Myth - Il risveglio di un eroe

L'archeologo Jack è ossessionato da sogni ricorrenti, ambientati all'epoca della dinastia Qin, in cui indossa i panni del generale dell'Impero, incaricato di proteggere la futura sposa dell'Imperatore. Nel frattempo anche nelle scoperte in cui si imbatte insieme al fisico William aumentano i punti di contatto con il curioso sogno-transfert.
Si sarà divertito come un matto il vecchio Jackie, alle prese con un simile zibaldone, ed è innegabile che un po' di quel divertimento arrivi anche al di qua dello schermo. Come pure un senso di confusione da naufragio narrativo, causata da un intreccio in cui Stanley Tong ha voluto convogliare un eccesso di intuizioni. Da un lato c'è il wuxia pian sulla dinastia Qin, ennesima rielaborazione della storia d'amore impossibile tra il guerriero - onesto e devoto alla Dama e all'autorità - e la principessa (per l'occasione coreana, in una produzione dallo spirito panasiatico), con un insolito (per JC) tasso di sangue e scene di battaglia corali ahimé lontane dagli standard a cui i wuxia recenti di Zhang Yimou o Ching Siu-tung ci hanno abituato. Dall'altro stanno le avventure di un archeologo idealista, un po' Indiana Jones e un po' Jackie Chan, inesplicabilmente legato a quella remota vicenda del passato. Non bastasse il rimbalzo continuo tra una vicenda e l'altra a spezzare il ritmo della narrazione, subentrano scenari di contorno a ogni piè sospinto, arricchendo in maniera debordante la sceneggiatura: tra una puntatina in India - poco più di un pretesto per sfoggiare le grazie della diva di Bollywood Mallika Sherawat - e l'altra, Jack e l'amico William (l'ubiquo Tony Leung Kar-fai) si trovano alle prese con scoperte "impossibili" come l'assenza di gravità o l'immortalità, con prevedibile corollario di (discutibili) effetti digitali a profusione. In sintesi un gran pasticcio, che smarrisce parte del potenziale legato a Jackie, rendendo troppo rarefatte le scene d'azione ideali per il funambolo, ma senza riuscire a far decollare il lato wuxia-melò.
Con ciò, l'adrenalina scorre, le fanciulle sono deliziose e la sequenza slapstick nella fabbrica della colla è puro genio keatoniano, da aggiungere all'antologia delle migliori gag di JC. Come dire che Il mito, nonostante i molteplici ed evidenti fallimenti, rimane comunque un must per i fan dell'ex-ragazzo prodigio, che - a giudicare dai suoi stunt - pare davvero aver trovato il segreto dell'immortalità. 