I misteri di Pittsburgh

Pittsburgh, primi Anni Ottanta. Estate. Art Bechstein soffre per la presenza di un padre mafioso che lo convoca periodicamente in ristoranti di lusso per cercare di averlo sotto controllo. Tenuto sotto scacco erotico da Phlox, sua supervisore nello store in cui lavora, un giorno Art incontra Jane che lo attrae. La ragazza ha però un fidanzato, Cleveland, il quale è decisamente possessivo anche se sembra così liberale da accettare la presenza di Art nella loro stessa casa. Si sviluppa così uno strano menage a trois che segnerà indelebilmente questa fase della crescita del ragazzo.
Ispirato al romanzo omonimo di Michael Chabon il film ne sviluppa solamente la trama più lineare lasciandosi alle spalle tutte quelle osservazioni di un periodo storico che avevano fatto la fama del debuttante Chabon nel 1988. A differenza che, ad esempio, in Revolutionary Road, a Rawson Marshall Thurber sembra interessare solo il versante erotico (peraltro visivamente estremamente contenuto) con qualche attenzione al coté gangsteristico tratteggiato da par suo da un Nick Nolte che, anche quando fa poco, è sempre a livelli interessanti.
Il cast non è irrilevante, primo fra tutti Peter Sarsgaard che tratteggia la figura di un bisessuale ambiguo non tanto sul piano dell'eros quanto piuttosto su quello dei rapporti con la malavita locale. Il più debole (accanto a una Sienna Miller a cui viene solo chiesto di essere bella e a una Mena Suvari ormai donna ma di nuovo stereotipicamente legata a un ruolo in cui sesso e amore vanno a braccetto con un po' di volgarità) sembra proprio essere Jon Foster.
Nel ruolo di chi sta cominciando a scoprire la verità (anche amara) dell'essere adulto si sono già cimentati grandi attori. Lui vaga con l'occhio sperduto di chi cerca di capire ma non ce la fa. E' un po' poco. 