Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Alexei Kaleina, Craig William Macneill |
Attori | Michael Kelly, Jicky Schnee, Ana Asensio, Rip Torn, Morgan Taddeo, Rhoda Pauley Alex Cranmer. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 15 novembre 2009
Una giovane coppia si trasferisce in una casa isolata per tentare di dimenticare il proprio passato ma una serie di eventi finirà per cambiare le loro vite e quelle dei personaggi in cui si imbatteranno.
CONSIGLIATO SÌ
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Andrew e Claire, coppia di coniugi in crisi, si trasferiscono nella desolazione della campagna per cercare di ritrovare loro stessi e ricostruire il loro rapporto. Intorno a loro solo la natura dei boschi e dei ruscelli e qualche rara presenza umana che li osserva silenziosamente. Queste sono le due vicine di casa, un'anziana vedova e la nipote non vedente, e una ragazzina col vizio del pedinamento che non si sa da dove provenga. Mentre il rapporto fra Andrew e Claire si incrina sempre di più, dalla radio e dalla televisione arriva l'annuncio di un'imminente eclisse solare.
In molti recenti esordi cinematografici, la passione autoriale di giovani e meno giovani "modernisti" tende ad esprimersi attraverso evidenti richiami a due registi in particolar modo: Michelangelo Antonioni e Gus Van Sant. Dal primo si tenta di recuperare l'incomunicabilità dei rapporti di coppia, le pulsioni mortifere dell'eros, la nausea e il tedium vitae della classe borghese, finendo spesso con il raccontare solo il vacuo esistenzialismo di un cinema medio e sempre uguale a se stesso. Del secondo, attrae soprattutto l'idea del paesaggio americano come correlativo oggettivo del malessere giovanile, il fatto che si possa realizzare un film dove i luoghi di periferia comunichino più delle parole dei personaggi. A entrambi si ispirano anche i due giovani autori americani di The Afterlight, partendo da un progetto che pare ambire a realizzare in modo quasi sistematico un connubio fra le poetiche di Antonioni e l'estetica di Van Sant. Tuttavia, a differenza di molti giovani colleghi, Alexei Kaleina e Craig Macneill riescono realmente a tematizzare un rapporto fondante fra l'ambiente e la descrizione dei sentimenti attraverso la costruzione del racconto a partire dalla natura circostante. Un paesaggio idilliaco, quasi edenico, rispetto al quale i silenzi, i segreti e i rancori strozzati dei due protagonisti stridono visibilmente. La purezza e la nudità del paesaggio sono uno sguardo giudicante e insostenibile nella sua franchezza, che trova una personificazione nelle tre presenze fantasmatiche che la abitano: tre generazioni di donne, ognuna delle quali dotata di un limite particolare. L'anziana vicina ascolta ma non può muoversi. Ana, la nipote, è cieca, ma è colei che mette più a disagio i due protagonisti e l'origine dei loro silenzi reciproci. Infine la bambina è dotata di uno sguardo innocente ma intimidatorio, di una curiosità che provoca in loro solo disagio e fastidio.
I due giovani registi riconoscono i loro padri putativi e non tendono di dissimulare le origini di un cinema che prende molto dai due illustri maestri. Ma riescono anche nella piccola grande impresa di rompere il cordone ombelicale, grazie ad una rappresentazione inedita e perturbante della natura. Una natura purificatrice ma con il suo lato oscuro, madre matrigna che occlude il sole ma svela l'infelice precarietà delle nostre esistenze.