Anno | 2008 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 105 minuti |
Regia di | David Lee Miller |
Attori | Tony Hale, Michael Welch, Brooke Nevin, Mariel Hemingway, Amanda Thorp, Zachary Ray Sherman Sandy Martin, Joe Mantegna, Tim Halligan, Gabriel Sunday, Stephen Sowan, Jack Salvatore Jr., Vanessa Lengies, Tom Lenoci, Steven Anthony Lawrence, Robert Kurcz, Heather Hershow. |
Tag | Da vedere 2008 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 gennaio 2010
Il film è stato premiato al Festival di Giffoni,
CONSIGLIATO SÌ
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Archie Williams è un inquieto diciassettenne che ha instaurato con la sua affezionatissima telecamera un rapporto morboso e ossessivo, concedendo ad essa ogni singolo momento della propria intimità. La sua vita cambia radicalmente quando, nell'ambito di un progetto scolastico, annuncia pubblicamente che filmerà il suo suicidio. Da allora Archie diventa il ragazzo più famoso della scuola, ma il corso degli eventi e alcuni importanti incontri segneranno una svolta decisiva nella sua esistenza.
Travolgente. Spiazzante. Pungente. My suicide è uno spietato ritratto della società contemporanea, in tutte le sue crudeli sfumature. Un'aperta denuncia della spettacolarizzazione e manipolazione mediatica, del perbenismo e conformismo che infettano la nostra quotidianità.
David Lee Miller, al suo secondo lungometraggio (ricordiamo l'esordio orrorifico Breakfast for aliens), dipinge un quadro di opprimente tecnicismo nel tentativo di esorcizzare l'alienante deformazione sociale che bombarda le nostre menti. Il regista scompone genialmente la sua narrazione in vorticose sequenza psichedeliche utilizzando un linguaggio apparentemente esuberante e voyeuristico, del tutto spoglio di retorica e moralismo.
Tuttavia nella seconda parte il racconto spinge un po' troppo sul pedale di una ridondanza eccessivamente convulsa, il che rallenta notevolmente la perfetta trovata finale. Gli attori poi rendono con intensa partecipazione i tormenti di ciascun personaggio; tra di loro non può che restare impresso il memorabile David "Bill" Carradine, alla sua ultima apparizione cinematografica, nei panni di un guru esistenzialista determinante per le sorti della storia.
Alla luce di tutto ciò, nel panorama di un cinema sempre più fossilizzato in vacui stereotipi, My suicide costituisce un'autentica rarità, apprezzabile per la brillante ricercatezza e l'esemplare coraggio con cui affronta scottanti tematiche ancora oggi considerate tabù.