La leggenda della sirena

Jessie, pittrice e madre di famiglia, torna sull'isola in cui è cresciuta per accudire la madre Nelle, che s'è volontariamente tagliata un dito. Qui si innamora, ricambiata, di un monaco, lascia il marito ed assiste alla seconda mutilazione della madre che non le ha mai rivelato la vera causa della morte del padre.
Una Kim Basinger monoespressiva in un sedicente viaggio alla ricerca di se stessa. L'isola come pretesto di fuga dal mondo, utile per rinsaldare antichi legami e condurre la protagonista in una catarsi che le permetterà di chiudere i conti con il passato. Sullo sfondo la follia mistica della madre bigotta e l'adulterio di Jessie con padre Thomas, l'avvenente monaco interpretato da Alex Carter, cui basta uno sguardo alla Basinger per abbandonare la clausura scelta dopo la morte della moglie incinta.
Il contrasto fra la forza dei sentimenti in grado di rompere ogni vincolo e la vita stereotipata dei personaggi dovrebbe essere l'asse portante del film. Invece la storia d'amore risulta poco credibile e il rapporto dei personaggi con la sfera religiosa è solo un pretesto per la loro introspezione, comunque inconsistente. Non crea nemmeno scandalo che ad aiutare il padre di Jessie a morire intervenga perfino il priore del monastero. Il film non prende, assomiglia ad un Uccelli di Rovo in un'unica puntata. I personaggi, tipizzati e senz'anima, si esprimono in stile telenovela e il finale che cerca di salvare il salvabile si allinea invece alla pochezza del resto del film. 