Good

Film 2008 | Drammatico 96 min.

Regia di Vicente Amorim. Un film Da vedere 2008 con Viggo Mortensen, Jason Isaacs, Jodie Whittaker, Steven MacKintosh, Mark Strong. Cast completo Genere Drammatico - Gran Bretagna, Germania, 2008, durata 96 minuti. - MYmonetro 3,21 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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In Germania, durante l'ascesa del nazionalsocialismo, John Halder è un docente di letteratura con diversi problemi familiari. Al Box Office Usa Good ha incassato 23,1 mila dollari .

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Consigliato sì!
3,21/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,42
CONSIGLIATO SÌ
Ispirato dalla pièce teatrale di C.P. Taylor, Good è la cronaca di un "buon tedesco" che affogò nella banalità del male.
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 27 ottobre 2008
Recensione di Marzia Gandolfi
lunedì 27 ottobre 2008

John Halder è un professore di letteratura nella Germania del '33. Sposato a una moglie nevrotica, padre di due bambini e figlio di una madre affetta da demenza senile, Halder scrive e pubblica un libro sull'eutanasia, che accende l'interesse delle alte sfere politiche del partito nazista. Deciso a fare del suo romanzo uno strumento di propaganda che giustifichi l'eliminazione fisica dei degenti fisicamente e psicologicamente invalidi, il partito chiede al professore di scrivere un saggio compassionevole sull'argomento. La stesura del testo critico e la relazione con una giovane allieva ambiziosa lo condurranno lentamente ma inesorabilmente a tradire la bellezza e il "buono" della sua vita. Colluso con un regime in procinto di occupare l'Europa e produrre l'indicibile orrore, Halder navigherà verso le derive del nazismo, condannando il suo amico Maurice, psichiatra ebreo, alla deportazione. L'interesse di Good risiede nel confrontarsi con la Germania nazionalsocialista intraprendendo una strada inedita. Uno sguardo diverso da quello adottato dalle produzioni americane, che puntano molto spesso obiettivi più emozionanti e pedagogici. Vincente Amorim, austriaco di nascita e brasiliano di adozione, non è interessato a spiegare la Storia né tantomeno a riassumerla in termini didascalici. Good, ispirato dalla pièce teatrale di C.P. Taylor, porta con sé un'esposizione dei fatti che non offre quindi interpretazioni. Amorim si interroga su cosa sia stato per la Germania vivere l'avvento del totalitarismo nazista e del suo evolversi, provando a smontare la convinzione diffusa che i tedeschi "comuni" non potevano sapere e nemmeno immaginare l'orrore e la follia che all'epoca era dappertutto. Al centro del suo film c'è per questa ragione un individuo perfettamente inserito nella società, che affoga nella banalità del male. Un cittadino tedesco, un "buon" tedesco abituato a fare cose buone e giuste: accudire una madre sempre troppo malata, amare una moglie con disturbi emotivi, cucinare i pranzi e le cene ai suoi bambini, formare i suoi studenti attraverso la creazione proustiana, bere birre e mangiare cheese cake col suo migliore amico (ebreo), ascoltare i Lieder di Mahler. Un tedesco che leggeva, ascoltava e frequentava gli ebrei e la loro cultura almeno fino a quando il grande dittatore non impose di bruciare i loro libri, obliare la loro musica, internare la loro vita. È a quel punto che il professor Halder si scopre debole, schiacciato da forze e lusinghe che lo sovrastano e in cui la distinzione tra bene e male tende a perdere ogni nettezza. Good è la storia di un uomo normale raccontato dall'interno, cercando di comprendere e rappresentare il suo punto di vista e la trasformazione radicale che lo condurrà alla scalata della gerarchia hitleriana e alla conseguente perdita della sua centralità etica. Viggo Mortensen, interpretando il good man di Amorim e dopo aver interpretato i criminali di Cronenberg, continua a sperimentare il disorientamento di un corpo e di un'anima che si scopre "doppio" e si fa "nuova carne", indossando la divisa nazista e rivelandosi allo specchio per quello che è: un assassino che ha tradito la promessa. La promessa di salvare la madre, la moglie, l'amico e la Heimat. John Halder esprime la dimensione intellettualizzata del male che non può trovare davvero più pace e umana comprensione nella "lirica" immaginata di Mahler.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 28 giugno 2012
Filippo Catani

Un introverso professore di letteratura viene selezionato dalla gerarchia nazista per aver scritto un libro che tratta dell'eliminazione di una persona amata ma troppo malata. L'uomo verrà quindi incaricato di scrivere relazioni sul tema facendo in modo di mettere in primo piano "l'umanità" che c'è nel prendere una decisione simile.

venerdì 24 gennaio 2014
Jayan

Ottimo film sul coinvolgimento nella follia nazista da parte del professore di letteratura Halder, che inizialmente detesta tutte le parate e le attività militari della germania nazista, ma che in seguito, convocato per il suo libro sull'eutanasia e per andare avanti nella sua carriera, accetta di entrare nel partito. Sarà solo quando il suo amico ebreo sarà deportato che comprender [...] Vai alla recensione »

sabato 30 giugno 2012
molenga

il professor halder(viggo mortensen) è un accademico mitico, sposato  con una pianista distratta e perso dietro alla madre, malata di tubercolosi cronica e poco lucida. la sua vita cambia quando viene convocato dalla cancelleria del reich per discutere di un suo libro di alcuni anni prima, che il fuhrer in persona ha letto e che goebbels vuole sfruttare come base per uno scritto che inviti [...] Vai alla recensione »

mercoledì 27 luglio 2011
Cristian Scagnetti

Ottima la recensione di Marzia Gandolfi, nel contenuto e nella qualità di scrittura. Volendo aggiungervi qualcosa di personale, mi sono rimaste impresse le scene in cui il protagonista sente gli ebrei cantare: è evidente che è solo lui a sentire questa musica, trovata che da una spruzzata allucinata ad un film altrimenti realistico.

lunedì 20 maggio 2013
APropositodiCinema

Proprio un gran bel film con un grande Viggo Mortensen. La gente dovrebbe dare più valore a questi piccoli gioielli.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Betsy Sharkey
The Los Angeles Times

In thinking of "Good," the troubled and tangled adaptation of C.P. Taylor's morality play that examines a "good" German swept into the Hitler madness of the late 1930s, this penance came to mind: Forgive me for what I have done, and what I have failed to do. The moral? Action and inaction can each produce devastating results. These are the sins that rest heavy on the shoulders of John Halder, the [...] Vai alla recensione »

Stephen Holden
The New York Times

In “Good,” the anemic screen adaptation of C. P. Taylor's play about a respectable “good German” who passively acquiesces to Hitler's agenda, Viggo Mortensen, miscast and ineptly directed by Vicente Amorim, plays John Halder, a liberal, mild-mannered literature professor who becomes a Nazi. How and why this could be is never satisfactorily addressed, unless you accept that he's a moral vacuum, in [...] Vai alla recensione »

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