Anno | 2008 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 65 minuti |
Regia di | Pippo Mezzapesa |
Distribuzione | Microcinema |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 agosto 2018
Pinuccio Lovero sogna da sempre di fare il becchino. A quarant'anni finalmente è stato assunto a tempo determinato come custode del cimitero di Mariotto, frazione di Bitonto, profondo Sud bollente.
CONSIGLIATO SÌ
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Pinuccio Lovero. Chi era costui? Pinuccio Lovero 'è'. È un quarantenne pugliese che sin da bambino ha un solo desiderio: poter fare il becchino. Nel corso della primavera estate 2007 Lovero ha potuto realizzare il suo sogno: è stato assunto come guardiano del cimitero di Mariotto, frazione di Bitonto. Il luogo in cui riposano i defunti della zona è divenuto un gioiello di pulizia e di cura. Pinuccio cambia l'acqua ai fiori, lucida le tombe, toglie le incrostazioni dai loculi, taglia l'erba. Ma ha un cruccio: da quando è stato nominato non è morto nessuno e quindi non ha potuto dare compimento totale alle sue aspettative facendo la sua parte affinché un funerale si possa svolgere al meglio.
Pippo Mezzapesa ha fatto centro con questo documentario in cui coglie da un guizzo, da una frase, da un commento di chi conosce il protagonista una dimensione che lo trasferisce oltre la contingenza e lo trasforma in un personaggio in bilico tra Beckett e Jonesco. Perché Pinuccio aspetta il suo Godot ma quell'attesa che per lui diventa procrastinazione di un bisogno esistenziale di autoaffermazione per i compaesani è invece segno di fortuna e di buon augurio (tanto che, ma nel film non si vede, dopo il periodo di supplenza e il forzato abbandono del posto di lavoro da parte di Lovero le morti sono riprese in buon numero). Scritte da Jonesco potrebbero essere le considerazioni che il becchino fa sulla morte, sul suo ruolo, sul suo precedente lavoro di marmista.
Grazie a Pinuccio e a Pippo quel piccolo tratto di Puglia va però oltre trasformandosi in una sorta di Macondo di marqueziana memoria, capace di collocarsi sull'incerto, misterioso ma affascinante crinale che sta tra la vita e la morte, tra la realtà e il sogno, tra la quotidianità e la fantasia.
Conti fa un'analisi socio-psicologica di Pinuccio e del suo sogno professionale, che travalica i parametri di un mestiere poco desiderato, affondando le sue ragioni nei più aulici sentimenti dell'unico amore perduto. Nell'immaginazione semplice e perpetua di Pinuccio, il suo amore durerà per tutta la vita in cui lui si occuperà con amore del trapasso di tutti i [...] Vai alla recensione »
Se Pinuccio fosse un qualsiasi freak di paese, messo alla berlina dalla invasività della macchina da presa (sorta di scandaglio ecografico che, mostrando l'indicibile o, volendo renderlo loquace, finisce con l'incenerirne il senso), si avrebbero non poche riserve su una così avulsa operazione filmica. Ma Pinuccio Lovero è qualcosa di più: è egli stesso attore consapevole, meraviglioso deus ex machina [...] Vai alla recensione »
Un grande affresco della provincia attraverso uno straordinario Pinuccio!
C’è un lembo di terra, in provincia di Bari che sembra dire che le storie, quelle belle da raccontare, non nascono solo nelle moderne città. “Dei vivi bisogna aver paura, non dei morti”, recita un adagio che riassume meglio d’altri il leitmotiv di Pinuccio Lovero: Sogno di una morte di mezza estate, nuovo lavoro di Pippo Mezzapesa, David di Donatello nel 2004 con Zinanà, prodotto da Paky Fanelli e [...] Vai alla recensione »