Titolo originale | O' Horten |
Anno | 2007 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Norvegia, Germania, Francia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Bent Hamer |
Attori | Baard Owe, Espen Skjønberg, Ghita Nørby, Henny Moan, Bjørn Floberg, Kai Remlow Per Jansen, Bjarte Hjelmeland, Gard B. Eidsvold, Bjørn Jenseg. |
Uscita | venerdì 19 giugno 2009 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Archibald Enterprise Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,25 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 novembre 2017
Dopo quarant'anni di onorato servizio presso le ferrovie statali norvegesi, l'ingegnere Odd Horten, all'età di sessantasette anni , sta per andare in pensione. Cosa farà della sua vita? In Italia al Box Office Il mondo di Horten ha incassato 98,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Odd Horten, scapolo taciturno, ha guidato lo stesso treno sulla stessa tratta, Bergen-Oslo, per così tanto tempo che anche il resto della sua vita è scandita dall'osservanza di monotoni e rassicuranti rituali. Dopo quarant'anni di onorato servizio, per l'ingegnere sessantasettenne è ormai giunta l'ora di andare in pensione.
Noto in Italia per Kitchen Stories, un'indagine sociologica sugli usi di uomini single norvegesi nella propria cucina, e per Factotum, dove Matt Dillon interpreta magistralmente uno scrittore nato dalla penna di Charles Bukowski, Il mondo di Horten è la quinta pellicola del norvegese Bent Hamer, regista pluripremiato, sceneggiatore e produttore.
Dedicato alla madre e a tutte le donne che praticano il salto con gli sci, nel Mondo di Horten l'autore tratteggia con grande sensibilità un universo che poggia sui ritmi lavorativi, nel quale irrompe, d'un tratto, il caso, la possibilità di potersi gestire il proprio spazio e tempo, di rimettersi in gioco.
Odd Horten è un uomo ordinato, che si prepara ogni giorno il cibo prima di andare al lavoro, che si occupa delle faccende domestiche, che accudisce amorevolmente la madre ammalata. Dalla sua cabina di guida, osserva il mondo esterno, attraversa, col suo treno, meravigliosi paesaggi norvegesi, fino ad entrare nel cuore della città.
Si direbbe un traghettatore di anime, un conducente verso altri mondi, eppure, dopo la sua penultima tratta - l'ultima, per un curioso disguido, non riuscirà a portarla a termine -, in realtà sta per dare inizio soltanto in quel momento al suo viaggio iniziatico nella realtà. È in quel mondo, che fino ad allora ha visto soltanto attraverso il vetro della propria postazione, che dovrà immergersi e lo spettatore, insieme a lui; e lo farà, mettendosi gli sci ai piedi e lanciandosi da un trampolino di lancio di Oslo. Quel "tuffo" sulla città metaforicamente condensa il senso del film: non è mai troppo tardi per provare a vivere, per reinventarsi.
Sullo sfondo di una Norvegia innevata, dove l'elemento naturale e lo spazio urbano interagiscono in un tutt'uno, emerge un delicatissimo ritratto di un'umanità varia e singolare, che ancora riesce a emozionarsi, a sorridere, ad avere piccoli gesti di solidarietà.
Nel corso del suo percorso Odd Horten si imbatterà, infatti, in alcune figure come un bambino che lo coglie in flagrante nel proprio appartamento perché il portone di ingresso del condominio si è rotto, come una donna, da poco vedova, che conosce le sue marche preferite di pipe e come un diplomatico amante di arti primitive/inventore incompreso, col vezzo di guidare per le strade con gli occhi bendati.
Coi toni da fiaba, Il mondo di Horten riflette la precisione del narratore che riesce visivamente a creare atmosfere dense di poesia, venate talvolta di lieve ironia e di un surrealismo alla Tati. Bent Hamer delinea poco alla volta con efficacia una figura che riesce a far fronte alle difficoltà e ai bruschi cambi di rotta della propria esistenza. Bravo l'attore Bård Owe, lo si era visto in Europa e ne The Kingdom - Il regno di Lars von Trier.
IL MONDO DI HORTEN disponibile in DVD o BluRay |
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A noi latini le atmosfere desolate,vaste,fredde non solo climaticamente del profondo nord Europa o ci fanno inorridire e ringraziare il cielo di essere nati ad altre latitudini oppure ci affascinano.Io appartengo alla seconda categoria e quindi prediligo viaggiare per scoprire tali parti del nostro pianeta,leggere libri e vedere film i cui autori provengono da tali smisurati luoghi oppure lì vi ambientano [...] Vai alla recensione »
Visto dal treno di Horten, il mondo sembra destinato ad assomigliarsi, a non avere alcuna speranza. Te ne accorgi dall'assente meticolosità con la quale conduce la propria esistenza, lo scorgi dalla panoramica del Pub che accoglie le sue fughe dalla quotidianità, lo percepisci dalla calorosa distanza che vive con una probabile ed inespressa compagna.
Un uomo preciso ed irreprensibile, una società quasi perfetta scandita da treni che arrivano sempre in orario. Poi la pensione, cadono le certezze e si libera la fantasia. Molto bello e poetico. Chiaramente per noi italiani non ci sono tutte queste certezze di una società regolata da regole ferree e precise...
la Ceretto questa volta ha ragione. Per la prima volta posso dire che non ho niente da dire.
E' un film che attendevo, e dal trailer mi aspettavo molto. In effetti l'attesa non è stata vana, e la visione è stata piacevole. Il mio amore per la pipa, come per il protagonista, mi fa giudicare poi questo film in modo molto positivo. E' un mondo fiabesco, veramente ben realizzato. Complimenti all'attore principale, molto espressivo e pragmatico. Da vedere, senza esitazione.
Do a questo film una sola stella equivalente al giudizio "Film decisamente mediocre" L'anno scorso io e la mia ragazza siamo stati 10 giorni a Stoccolma e ci siamo innamorati di quella città. Ci è rimasta nel cuore tanto da essere attratti da ogni cosa che ce la faccia ricordare. Cosi abbiamo deciso di vedere questo film girato piu o meno a quelle latitudini.
Cinema scandinavo da scoprire, ma non questa volta. Horten, stimato e ben voluto macchinista delle ferrovie norvegesi va in pensione, dopo una vita alla guida dei treni. Film lento, noioso, a mio avviso privo anche di storie sensate e di un qualche significato. Anzi è così poco chiaro che sinceramente c'ho capito pochissimo.
a volte si perde solo tempo a vedere certi film,storia altamente improbabile senza connessione di scene e trama,vabbè sarà la cinematografia "congelata" di quei posti ma se un vecchio fa il salto con gli sci ,col cavolo che te lo ritrovi intero,per non parlare del vecchio che guida al buio......demenziale
Il cinema europeo sta compiendo uno sforzo inedito nella rappresentazione (e nella valorizzazione) della terza età. Dopo Settimo cielo, tedesco, ecco il norvegese Il mondo di Horten, il cui protagonista è un sessantasettenne, ma non un vecchietto da osservare con affettuoso distacco. Anzi: la vita vera di Odd Horten, per quarant' anni conducente di treni, sembra iniziare proprio con la pensione.
Un film norvegese. Di un regista, Bent Hamer, incontrato finora in qualche festival. Il personaggio che ci propone è un macchinista delle ferrovie, Horten appunto, che sta andando in pensione dopo quarant'armi di servizio. I colleghi lo festeggiano e gli fanno anche un regalo. Lui si adegua, né lieto né triste. Impassibile, senza reazioni evidenti. Anche quando una donna, anziana come lui, gli dice [...] Vai alla recensione »
Che cos'è la vita di un ferroviere, rispetto al tempo dell'universo? La domanda sembra assurda, ma dall'assurdo talvolta vengono risposte sensate. È questo il caso di Il mondo di Horten (O'Horten, Norvegia, Germania e Francia, 2007, 90'). A 67 anni, Odd Horten (Bård Owe) è giunto al termine del suo lavoro. Per lui non ci saranno più treni da condurre, né gallerie da attraversare – sempre le stesse,una [...] Vai alla recensione »
Il lavoro monotono non è soltanto tedioso, rappresenta pure l'ossatura di un'esistenza, la ragione che impone orari, doveri, gesti sempre uguali: e quando ci si ritrova privi di questa ossatura, lo sconcerto e lo smarrimento possono far perdere la testa. II signor Horten, che per quarant'anni ha guidato lo stesso treno lungo il medesimo percorso, a 67 anni deve andare in pensione.
Un uomo che ha passato la vita sui binari, alla lettera, deraglia lentamente, dolcemente, verso il caos dell'esistenza. Si chiama Horten, è norvegese, fuma la pipa e sta per compiere 67 anni. Dunque addio vita regolata da conducente di treno, orari di ferro e amante in un'altra città. In pochi giorni Horten dovrà affrontare prove rimandate da un'eternità.
Like the character it's named for, "O'Horten" is charming and a little bit daft. The story of some days in the life of Odd Horten (a common enough name in its native Norway), this is a gentle comedy, both funny and melancholy, about a timid soul who discovers the necessity of embracing life in all its absurdity and unlooked-for joy. "O'Horten" is the latest film by Norwegian writer-director Bent [...] Vai alla recensione »
The O in “O’Horten” stands for Odd, which is something of a translinguistic pun. It is the first name of the main character, a train engineer on the Oslo-Bergen line whose retirement initiates what action there is in this restrained, bittersweet comedy. And Odd Horten, a pipe smoker of few words and regular habits played by Baard Owe, is, true to the English meaning of his perfectly ordinary Norwegian [...] Vai alla recensione »
Odd Horten a 67 anni, dopo quaranta di onorato servizio come macchinista di treni in Norvegia, va in pensione. Il film inizia così e potrebbe finire così. E il titolo non è che un paradosso spazio-temporale visto il raggio d'azione molto limitato dell'uomo. Ciononostante i 90 minuti del film, pieni di toni surreali e di atmosfere rarefatte, risultano godibili – naturalmente solo per chi si arma della [...] Vai alla recensione »
Dalla Norvegia arriva uno di quei film che consentono allo spettatore frastornato dall'overdose audiovisiva del cinema americano di disintossicarsi, di riconciliarsi con un plot minimo e essenziale, con un racconto asciutto, una recitazione fatta di sottrazioni, di piccoli gesti. «Il mondo di Horten», presentato a Cannes 2008 nella sezione Un certain regard, ruota intorno ai problemi esistenziali che [...] Vai alla recensione »