Anno | 2008 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Enzo Monteleone |
Attori | Margherita Buy, Isabella Ferrari, Marina Massironi, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini Valeria Milillo, Claudia Pandolfi, Alba Rohrwacher. |
Uscita | venerdì 6 marzo 2009 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,76 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 28 novembre 2017
Il film racconta un doppio mondo femminile: quello degli anni Sessanta, attraverso le vicende di quattro donne che si ritrovano davanti a un tavolo da gioco e, a quarant'anni di distanza, quello delle loro figlie... Il film ha ottenuto 4 candidature ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Due partite ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 1,5 milioni di euro e 573 mila euro nel primo weekend.
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sabato 23 novembre 2024 ore 2,50 su SKYCINEMAROMANCE
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Era il 1964 quando Mina cantava "È l'uomo per me" e quattro donne si incontravano intorno a un tavolo per confessare a se stesse che l'uomo che avevano sposato non era "fatto apposta" per loro nè "sapeva dire parole d'amore". Beatrice aspetta un figlio, divora libri e ha sposato un uomo che le scrive invece di parlarle, Claudia è la mamma perfetta di tre figli e la moglie devota di un marito fedifrago, Gabriella una musicista frustrata che ha lasciato il piano per la maternità e per favorire la carriera del marito, Sofia è la madre di una figlia indesiderata e la moglie di un marito disprezzato, che tradisce con l'amante nella casa dell'amore. Nella stanza accanto, le loro bambine giocano "alle signore", cullano bambole e ritagliano Grace di Monaco sulle riviste. Negli anni Novanta sono diventate donne e amiche intorno allo stesso tavolo. Sara, Cecilia, Rossana e Giulia sono figlie infelici di madri infelici che (ri)leggono Rilke e sognano "l'umanità femminile".
Scritto da Cristina Comencini, interpretato da otto attrici e diretto da Enzo Monteleone, Due partite è uno psicodramma dove gli uomini, motore di ogni discorso, non esistono nè compaiono mai in campo. Direttore di loser, attori senza successo, rapinatori cortesi e fanti in trincea, il regista padovano dirige con misura ed eleganza l'outing d'insofferenza di un gruppo di donne coinvolte in uno spazio discorsivo.
Quello che accade in Due partite è una serie di conversazioni interrotte, di confessioni, di reticenze, di dichiarazioni, intercalate da un montaggio quasi invisibile. Se la squadra di soldati di stanza lungo la linea del fuoco condivideva lo stesso buco nel deserto, sperando solo di ritornare a casa (El Alamein), dentro a un salotto borghese quattro donne giocano a carte, sognando di abbandonare le mura domestiche per decidere liberamente del proprio destino e della propria sessualità. Diviso in due tempi (storici) ma agito nello stesso luogo, Due partite è la storia di quattro madri e di quattro figlie culminante in una conclusione struggente che "guarda in macchina" chi ha dimenticato di guardare e di ascoltare. Silenzio e verbosità sono gli strumenti primari dell'arte drammatica impiegati da Enzo Monteleone per far convergere intorno a un tavolo e dietro le carte i destini di un campionario femminile sospeso tra il desiderio di maternità e il diritto di abdicarlo.
C'è l'eterna mangiatrice di uomini, (Cortellesi) circondata dallo zelo perfido delle amiche, la malalingua vessatrice (Buy), la perennemente mamma di sole figlie femmine (Massironi), l'ingenua neomaritata e incinta (Ferrari), tutte ugualmente vittime di ambasce coniugali. Pure pieno di risate, Due partite non produce allegria ma il disegno delle vite private e della sofferenza patita dalle protagoniste. La comicità della Ferrari, della Buy, della Cortellesi e della Massironi d'improvviso commuove, generando una commedia arrabbiata e socialmente affilata. La circolazione sentimentale che muove le attrici-madri al riso e al pianto è interrotta dalle doglie della Ferrari, le cui urla e la cui assenza dal tavolo da gioco provocano un vuoto, un piccolo arresto, un cauto sospendersi delle azioni prima della riproduzione dei loro doppi trasposti nei desaturati anni Novanta. Raccolgono eredità e testimone la figlia della Pandolfi, della Melillo, della Rohrwacher e della Crescentini, interpreti più deboli delle colleghe "in costume" e donne più infelici delle madri Sixties. Portatrici di un nuovo disordine amoroso, di un senso di precarietà, di incombenti catastrofi sentimentali, di sesso malriuscito e di sconnesse (in)decisioni, sono come coloro che le hanno "generate", eroine tragicomiche che non si realizzano ne si esauriscono nell'accasamento e nell'amore stabile.
I padri e i mariti, distratti, affettuosi, affamati di successo e cedevoli alle lusinghe, vengono rilanciati oltre i bordi dell'inquadratura, rimandando a un maschile ostile non dicibile e non mostrabile. Fuori campo, in attesa di stravolgere le loro consuetudini intellettuali più profonde e radicate e di cessare di considerare il femminile "soltanto il contrapposto al maschile".
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Una donna che scrive una storia di sole donne... 8 attrice splendide... il teatro che si presta al cinema e fa del bel cinema... Il confronto tra 2 generazioni di donne... il confronto tra le madri e le figlie... aspirazioni, maternità, morte, solitudine, uomini... ce ne sarebbe per una serie di film... ma ne esce un film denso, intelligente, recitato splendidamente Bellissimi i parallelismi scanditi [...] Vai alla recensione »
E' un film che nasce in modo pretenzioso: tutto sembra essere perfetto nei tempi, nei luoghi, nelle ricostruzioni e nel talento delle attrici ma che invece diventa un'occasione mancata, o forse un'operazione impossibile proprio perché troppo "matematica"? I colori sparati dei vestiti, leccesso della collanina più spilla si perle mi aveva fatto sperare in una commedia eccessiva e un po' su di giri. [...] Vai alla recensione »
Ritmi lenti, per un film che intreccia le storie di 4 madri e delle rispettive 4 figlie parecchi anni dopo. Non male l'idea, discretamente recitato anche, ma sinceramente mi ha annoiato.
Bello Bello Bello... una commedia stupenda
Bel film, con una bella storia, costruita in modo intelligente e sagace..... Bravissime le attrici su tutte la Cortellesi.... Da vedere!!
..quest'ultima, secondo me, attrice estremamente sottovalutata. Davvero brave anche la Rohrwacher e la Pandolfi, anche se emerge il sospetto che interpreti un pò sé stessa.
ma come posso conoscere il titolo della musica suonata con il piano a pochi minuti dall'inizio...mentre la paola cortellesi raccontava di essere lasciata dall'uomo sposata?? help me!!
Dopo avere accennato alle (Brave, talora molto brave) attrici, qualche considerazione sul film. Contrariamente a qualcun altro, penso sia la prima parte che in qualche modo funziona. Si applica, seguendo schemi -Credo- rigorosamente teatrali, lo schema latino dell'"Hic" e "Nunc", il che fa emergere le contraddizioni delle protagoniste, e le loro differenze, nel carattere e riguardo a tematiche quali, [...] Vai alla recensione »
"Due Partite" è tratto da una piece teatrale che mi sarebbe tanto piaciuto vedere. La versione cinematografica risente molto dell'impianto scenico originale, e per questo risulta un po' troppo statica e ingessata; le attrici sono bravissime, sia le madri che le figlie. Il difetto più grande sta, però, proprio nei personaggi: troppo incastonati nelle proprie particolarità al punto da diventare poco [...] Vai alla recensione »
Una bell' aria di attesa precede il film, annunciato da un colorato manifesto almodovariano. Attesa autorizzata dalla qualità dell' omonima pièce di Cristina Comencini e dal cast riccamente rappresentativo di due generazioni di attrici italiane. Quattro giovani signore del 1966 giocano a carte e si confidano più dolori che gioie della condizione di donne del loro tempo, mentre sulla voce di Mina aleggia [...] Vai alla recensione »
Quattro donne giocano a carte negli anni 60 scambiandosi sogni, confidenze, ricordi, stoccate. La casa è borghese, abiti, acconciature e canzoni sono così rigorosamente d'epoca che fanno un po' museo del modernariato, tutto è tipico, anzi archetipico. Normale: Due partite era una pièce di Cristina Comencini, ora è un film di Enzo Monteleone, ma il passaggio di testimone (e di sesso) non aggiunge granché. [...] Vai alla recensione »
Otto brave attrici (da Margherita Buy a Isabella Ferrari) per una commedia, Due partite, acuta e spiritosa, a esser pignoli troppo teatrale. Ovvio, è tratta da una fortunata pièce di Cristina Comencini, sceneggiata dalla stessa autrice con il regista, Enzo Monteleone. Prima parte, anni Sessanta. Quattro signore della borghesia bene si riuniscono per la canasta del giovedì.
Due partite sono quelle che giocano con la vita quattro madri e quattro figlie: le prime negli anni Sessanta coi loro chignon, le canzoni di Mina, i sogni nella cassetto immolati alla casa e alla famiglia, i mariti traditori o noiosi o traditi e quel senso di vuoto ineffabile di persone, donne, costrette in ruoli impersonati con sempre più disagio. Le seconde, le figlie, vivono oggi, nel presente di [...] Vai alla recensione »