Aquele querido mês de agosto

Film 2008 | Commedia rosa 147 min.

Regia di Miguel Gomes. Un film con Joaquim Carvalho. Genere Commedia rosa - Portogallo, Francia, 2008, durata 147 minuti.

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Il cinema anarchico di Miguel Gomes.
Recensione di Cristina Piccino
Recensione di Cristina Piccino

Ci vuole un po' per mettere a fuoco il film di Miguel Gomes, portoghese, critico e cinefilo prima di passare alla regia, forse perché dopo ormai quasi dieci giorni di code, pioggia, sale strapiene, pochissimo sonno è difficile essere lucidi e percettivi... Chissà. Certo è che in questa edizione la macchina festivaliera è pessima: le proiezioni si interrompono (Kurosawa) anche nel Palais per motivi tecnici, la qualità di alcune sale, pronte ormai per il sequel del film di Brillante Mendoza, sale porno decadute ma senz'altro meno nobili, tipo Les Arcades è davvero bassissima: come si fa a proiettare il film di Albert Serra, El cant dels Ocells, di raffinato lavoro su suono e immagine, con luce sbagliata e a formato quasi trapezoidale?
Le maschere si limitano a frugare la borsa e a fare controlli tipo aereroporto - a Berlino una cosa simile è inaudita - e però non hanno l'indicazione prioritaria di contare le sedie vuote per permettere a più persone di vedere un film. Non solo. Le proiezioni indicate come «stampa» del Certain Regard, riservano mezza sala a distributori e ospiti vari lasciando la stampa fuori. Il fatto è che la vendita delle costose tessere del mercato è molto aumentata, a scapito degli altri accreditati le cui tessere sono ancora gratuite, dunque non portano guadagno. Meglio farle pagare però, come accade altrove, e offrire condizioni di lavoro migliori.
Miguel Gomes si diceva, una bella sorpresa della Quinzaine. Quel caro mese d'agosto, questo il titolo del film, viene riassunto nella sinossi sul catalogo così: «La storia delle relazioni sentimentali tra il padre, la figlia, il cugino musicisti in un gruppo musicale». La prima immagine ci mostra una ragazza che canta. Poi una volpe che caccia le galline nel pollaio di campagna, siamo nell'interno montuoso del Portogallo. Piccoli villaggi ognuno con la sua banda, le sue feste, il mese d'agosto ne è pieno. «Facciamo musica da ballo ci dicono», racconta la voce fuori campo. Però, aggiunge, tutta la musica è da ballo. Si danza con la banda e con il rock in discoteca. Passa un'altra banda, e un'altra ancora. Poi ecco un Eroe locale, il bagnino di salvataggio che conosce la zona fluviale meglio di chiunque altro. Un gruppo di tipacci intanto entra nella capanna dove il regista e la crew allineano dei domino. Sono i produttori assai arrabbiati per il risultato del film.
Quel caro mese d'agosto non è un documentario sui gruppi musicali pop e tradizionali e nemmeno sulla musica portoghese. Il limite della finzione però è violato continuamente e viceversa negli incontri, nella fisicità dei luoghi accaldati, nelle riprese di quei gruppi «veri». Una cosa però è certa: il film di Gomes dichiara grande libertà visuale, narrativa, di messinscena. Coerente nella dichiarazione di un cinema che entra e esce da da se stesso con sguardo divertito e irriverente verso generi e catalogazioni, a cominciare da «finzione» e «realtà». Tutto è reale perché tutto è messo in scena. Contadini, compagni di lavoro, gli amici critici che spiegano al pubblico del paese il Cappuccetto Rosso horror girato in quei giorni. La musica, la gente che balla, l'amore. L'Argavil, la regione in cui Gomes ha girato, paesaggio a tratti renoiriano, un punto di fuga che ci riporta alla sostanza del cinema come macchina di produzione, sceneggiature, esigenza di storie e racconto a cui si oppone il piacere diffuso di improvvisare con sguardo sempre assai controllato, il viaggio, l'ascolto, la sorpresa.
Da Il Manifesto, 22 maggio 2008

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Cristina Piccino
Il Manifesto

Ci vuole un po' per mettere a fuoco il film di Miguel Gomes, portoghese, critico e cinefilo prima di passare alla regia, forse perché dopo ormai quasi dieci giorni di code, pioggia, sale strapiene, pochissimo sonno è difficile essere lucidi e percettivi... Chissà. Certo è che in questa edizione la macchina festivaliera è pessima: le proiezioni si interrompono (Kurosawa) anche nel Palais per motivi [...] Vai alla recensione »

Jacques Mandelbaum
Le Monde

"Ce cher mois d'août" : un film discrètement révolutionnaire se joue dans la chaleur de l'été portugais Attention, objet non identifié, à haute teneur poétique et populaire. Ce monstre délicat, qui rend le spectateur heureux, nous vient du Portugal, et il a été enfanté par Miguel Gomes, cinéaste de 37 ans, découvert voici quelques années avec un premier long métrage déjà bien sonné (La Gueule que [...] Vai alla recensione »

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