L'avvocato Guerrieri: ad occhi chiusi

Superata la crisi dovuta alla separazione con la moglie, Guido Guerrieri - avvocato delle cause vinte con un debole per le ingiustizie - accetta di difendere una donna picchiata e maltrattata dal suo ex amante, un uomo instabile ma potente, amico di gente che conta e quindi intoccabile. Un uomo che vuol farla passare per una pazza mitomane e che nessuno si sente in dovere di attaccare, a causa delle sue influenti parentele. Secondo capitolo su due del film tv che racconta le vicende umane e professionali di Guido Guerrieri, avvocato sensibile al fascino degli oppressi e duro nel mostrare i denti a furbi e prepotenti. Diretto ancora da Alberto Sironi, questo Ad occhi chiusi non si discosta molto dal precedente Testimone inconsapevole di cui è il seguito ideale, ma prosegue nello stesso stile, regalandoci una ricerca basata più sulla recitazione dei personaggi che sulla effettiva fedeltà al romanzo. Detto questo, i toni (e i sensi) restano intorpiditi da una trama che riflette in maniera scontata l'evolversi di una faccenda basata sul desiderio di riscatto dalle ingiustizie perpetrate dal più forte. Come nel precedente - il cui leit-motive era legato indissolubilmente all'intreccio semplicistico fra razzismo e paura dello straniero - qui il cambio della guardia avviene, a parità di condizioni, raccogliendo pillole di saggezza sulla voglia di emanciparsi dalle ingiustizie terrene. Bravo Emilio Solfrizzi, lo ripetiamo, meno chi non si è preso la briga di valutare in anticipo il probabile insuccesso di un'operazione che vede, come sconfitti Gianrico Carofiglio, i suoi libri e i suoi innumerevoli lettori. 