Anno | 2002 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Svezia, Francia, Norvegia, Germania, Danimarca |
Durata | 125 minuti |
Regia di | Ole Bornedal |
Attori | Maria Bonnevie, Gérard Depardieu, Christopher Eccleston, Pernilla August, Mads Mikkelsen . |
MYmonetro | 3,17 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 2 novembre 2010
La vita di Dina tra passioni e drammi tipicamente ottocenteschi, ambientata nella tundra norvegese. In sottofondo echi distanti di anarchia post Comune di Parigi.
CONSIGLIATO SÌ
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Io sono Dina, e questa è la mia storia. Come un ostinato musicale, questo refrain scandisce la vita di una donna di fine Ottocento vissuta nel freddo della Norvegia. Dopo aver accidentalmente causato la morte della madre in tenera età, Dina cresce osteggiata dal padre. Un'indole forte e mascolina, modi rudi e selvaggi: Dina diventa una donna dalle forti passioni. Vivrà diversi amori, ma la morte che tocca le persone da lei amate, non smetterà mai di perseguitarla.
Passionale come un romanzo d'appendice di fine Ottocento, surreale e metafisico come le ambientazioni di García Márquez traslate nella tundra Nord europea. E nel vortice dei patimenti in cui Dina ci trascina mano nella mano, l'occhio è accarezzato da una fotografia e da una fantasia visionaria d'eccezione. Tutto è letterario, quasi da melodramma: l'incipit/titolo in stile C'era una volta, le rievocazioni mentali della protagonista, una rigorosa narrazione in prima persona (in senso letterale e visuale).
Le premonizioni cognitive della protagonista - mantide religiosa destinata a causare la morte di chi ama - come l'incubo notturno che preannucnia la tragica morte della madre ustionatra dalla soda caustica, sono l'equivalente delle arie d'opera. Il tempo narrativo si ferma - anche se per un istante - e il futuro è già scritto: montaggio scandito a tempo di musica.
Un cast affiatato e magnetico, capeggiato ovviamente dall'inossidabile Depardieu, e dalla brava e ammaliante Maria Bonnevie. Numerosi gli stimoli visivi del film che oltre ai suddetti inserti premonitivi, annovera spunti apprezzabili: i rabbiosi e originali amplessi erotici mai volgari (alla Bertolucci), e le sequenze espressionistiche come la reclusione della piccola Dina in soffitta durante le urla di agonia della madre nel letto di morte.
Una pietra rara, ben confezionata con notevoli e struggenti temi musicali.
Film altalenante. Un'ottima prima parte si contrappone ad una mediocre parte centrale. Contorni quasi gotici e grotteschi animano il film all'inizio...poi il tutto si disperde in angusti salotti pregni di bramosie economiche. La voce narrante super-partes poi è un'errore che tende a declassare il film. nonostante il personaggio principale forte e la non brutta prestazione della Bonnevie il film comunque [...] Vai alla recensione »