Anno | 2007 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Irlanda |
Durata | 85 minuti |
Regia di | Lenny Abrahamson |
Attori | Pat Shortt, Conor Ryan, Anne-Marie Duff, Don Wycherley, Denis Conway, Andrew Bennett George Costigan, Tom Hickey, Una Kavanagh, John Keogh, Suzy Lawlor, Jason Nelligan, Anne Byrne, Gary Lilburn. |
Uscita | venerdì 5 giugno 2009 |
Tag | Da vedere 2007 |
Distribuzione | Mediaplex Italia |
MYmonetro | 3,08 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 27 novembre 2017
Josie ha passato tutta la sua vita da adulto a gestire una stazione di servizio alla periferia di una piccola città dell'Irlanda. Si troverà a dover affrontare dei grossi cambiamenti. Il film è stato premiato a Torino Film Festival, In Italia al Box Office Garage ha incassato 66,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Un'anonima e semi deserta cittadina irlandese. Un luogo grigio e monotono dove tutti conoscono tutti, dove il bar in cui andare la sera è uno solo. Josie potrebbe essere il classico "matto del vilaggio": vive e lavora da sempre in una stazione di servizio, ha la bontà propria dell'ingenuità e il sorriso sempre pronto. Un giorno ad aiutarlo nel lavoro arriva David, adolescente altrettanto solitario e buono. Quest'incontro cambierà per sempre la vita di Josie.
Garage, vincitore al Festival di Torino nel 2007, è un piccolo grande dramma della solitudine. È un'indagine umana, scarna e diretta, sulla vita di un uomo e sulla società che lo circonda. Josie, interpretato con grande maestria e partecipazione da Pat Shortt, è un uomo che vive in un mondo tutto suo, fatto di lavoro e piccole conversazioni, di scherni da parte dei bulli del paese e di confidenze da parte di coloro che sono più soli di lui. Un uomo disponibile, un uomo onesto, un uomo che ha delle qualità poco adatte alla società del terzo millennio e che quindi diventa disadattato.
Il regista Lenny Abrahamson racconta questa esistenza e la solitudine che la circonda con schiettezza e rigore donando alla pellicola un sapore bivalente: se addirittura si arriva a ridere o quanto meno a sorridere, è un riso amaro, che lascia immediatamente spazio a una tenerezza malinconica e riflessiva.
Un piccolo grande film, grigio e insieme colorato: se infatti tutto l'ambiente che circonda Josie è fatto di tinte plumbee è proprio quest'uomo a dare gioia. Facendo capire quanto sia obbligatorio essere ottimisti e felici di tutto ciò che ci circonda. Perché anche la vita che apparentemente sembra essere la più desolata e triste ha in sé delle piccole grandi gioie da cogliere senza titubare.
Un personaggio che ricorda un po' quelli loachiani, dalla purezza indiscussa e dalla forza di volontà disarmanti. Un film (che arriva con grande ritardo nelle sale italiane) da vedere per apprezzarne la genuinità e il sapore d'altri tempi.
Un film che nel 2007 e nel 2008 ha trionfato nei più importanti festival, da Cannes a Toronto, da Londra a Torino, mietendo premi e consensi. Un film che non mi risulta sia circolato nelle nostre sale, ed è un peccato: un piccolo gioiello che va recuperato e che onora chi lo ha realizzato. Con uno stile asciutto ed essenziale al massimo, semplice e al contempo complesso, Garage è forse il miglior [...] Vai alla recensione »
Se Josie avesse avuto la fortuna di nascere negli Stati Uniti, probabilmente avrebbe corso per migliaia di chilometri e poi sarebbe diventato ricco vendendo gamberetti. Invece è Irlandese, ha un’anca malmessa, e la sfortuna di stare in un film che rappresenta le persone, invece di idealizzare e propagandare una società. Josie lavora a una pompa di benzina, in un paese dove tutti si conoscono e [...] Vai alla recensione »
In un piccolo paesino dell'Irlanda vive in solitudine Josie, un ragazzo un pò ritardato che lavora da anni in una desolata pompa di benzina. La sua vita è semplice, monotona, ma in fondo gli va bene. Si dedica con gran zelo al lavoro, sua unica ragione di vita. Un giorno alla pompa gli viene affidato un ragazzino che lavora solo il weekend.
L'Irlanda un agolo di verde felice per chi si accontenta di un mondo sempre uguale che non ama i cambiamenti e che nella mente di un uomo "semplice"rappresenta tutto ciò o quasi che quell'uomo mite e a suo modo in esso ben integrato desidera.Quando il vento del cmbiamento che lui non avverte ma che già soffia anche in quei luoghi apparentemente fuori dal tempo travolge lui,l'uomo semplice e innamorato [...] Vai alla recensione »
“Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così stupida e banale come tante …“ (da Guccini): la storia in effetti è molto semplice, è banale solo per la “banalità” del male, quello provocato da gente comune quando ha bisogno di qualcuno da sfottere. Qui si tratta di Josie, un ragazzone senza troppe pretese, ritenuto un sempliciotto, [...] Vai alla recensione »
Umile impiegato di una sperduta pompa di benzina della provincia irlandese, il mite Josie è un sempliciotto un pò sciancato e benveluto dalla sparuta comunità che vive lì intorno. Solitario ed emarginato, stringe una candida amicizia con un giovane adolescente portato a bottega dal titolare, finchè una innocente leggerezza non farà crollare il fragile equilibrio [...] Vai alla recensione »
Da un punto di vista stilistico la regia segue cinicamente il senso del messaggio, riproducendo quella noia tipica di una cittadina di campagna in Irlanda in cui si svolge la storia. Cinicamente, abbiamo detto; perché non vi è la preoccupazione al livello registico di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Se il senso del messaggio coincide con l’affrontare il problema della realtà monotona di una [...] Vai alla recensione »
Film non per tutti....Lento nell'azione, ma pieno di sentimenti e soprattutto con delle interpretazioni eccezionali!! Storia sulle differenze e sull'unitilità dell'esistenza........ Da vedere!!
Bellissimo film! Mi ha emozionato come pochi film riescono a fare. Mentre scorrevano i titoli di coda una canzone mi risuonava in testa: "I matti vanno contenti, tra il campo e la ferrovia....I matti vanno contenti a guinzaglio della pazzia.....I matti non hanno più niente, intorno a loro più nessuna città.....I matti vanno contenti, sull'orlo della normalità.
A leggere le recensioni dei protagonisti il peggiore è senza dubbio Cabona. Ma è possibile che un critici professionista che presumo abbia studiato anni e anni scriva così? Non vorrei spingermi oltre perché penso di essere stata sufficientemente chiara ma concludo dicendo che non vedo l'ora di vedere il film ANCHE per "integrare" le sue sprezzanti 7 righe in modo da farne una VERA RECENSIONE (tanto [...] Vai alla recensione »
Film minimalista, molto umano, ben interpretato e splendidamente diretto. Ottima anche la fotografia, i cui toni grigio bluastri sono in perfetta sintonia con la melanconia dei paesaggi e delle persone che ci vivono, circondati da una solitudine solo in apparenza assoluta. Qualche gesto umano la ravviva e qualche sorriso si schiude, almeno per qualche istante si intravede un pò di sole.
Josie mostra cos’è la dignità su un’equazione d’esistenza che vale per tutti. Josie conosce e rispetta il ruolo che gli compete. Un ruolo vale l’altro, non ha giudizi in merito. È soddisfatto della sua persona e del suo lavoro. Ha dignità e rispetto verso se stesso, e non cerca sostegni, anzi sono altri che cercano conforto in lui.
sarà anche bello sto film,non so come,ma se lo guarda un depresso si suicida insieme al protagonista,rappresenta tutto ciò che può capitare ad uno sfigato, e poi meglio nel caos che in quelle atmosfere da paranoia esistenziale,altro che terzo mondo ma..in irlanda hanno quei distributori? dio mio!
Film molto carino,un pò toccante,comunque da vedere. In questo week end è uscito solo in tre città,Roma Torino e Udine
film lentissimo e sonnolento. poi il finale era scontatissimo, mi aspettavo almeno un colpo di scena, ma niente. come fa te a dire che è un capolavoro?? mah, "de gustibus"....
«Vero!»: così Josie (Pat Shortt) annuisce, ogni volta che gli si dice qualcosa. Anche se gli si dà torto, è questa la risposta gentile e remissiva del protagonista di Garage ( Irlanda, 2007, 85'). Per lui non c'è possibilità di opporsi, di far valere una sua opinione. Nessuno sembra obbligarlo a questa continua resa. Semmai, quel che lo obbliga sta dentro di lui,come un'antica abitudine a cercar d'essere [...] Vai alla recensione »
Buttiamo lì un'ipotesi critica: in molti paesi europei sta fiorendo un cinema che potremmo definire «della crudeltà». Il teatro della crudeltà, com'è noto, fu teorizzato da Antonin Artaud negli anni '30 e non era affatto sinonimo di violenze efferate - allo stesso modo non stiamo parlando, qui, di cinema horror. Per Artaud la crudeltà era un modo di rompere la falsa realtà che copriva «come un lenzuolo» [...] Vai alla recensione »
Garage» è come un racconto scritto con la matita, lieve ma impeccabile. Per un po' ci si chiede cosa stia narrando, poi si capisce che l'intento è quello di delineare un personaggio sullo sfondo di un'Irlanda semirurale. Ottimo attore, molto noto al suo paese, Pat Shortt incarna il mite e teneramente ottuso Josie che lavora a una pompa di benzina. Vive nell'ansia di perdere il suo modesto incarico, [...] Vai alla recensione »
Buone notizie dall'Irlanda. Nel paese di Joyce c'è ancora chi lavora sulla nostra immaginazione anziché sfinirci di immagini, suoni e spiegazioni. Che cosa passa per la testa di Josie, corpulento sempliciotto sui 40 che gestisce con ingenua dedizione una pompa di benzina sperduta nella campagna irlandese? Non molto a prima vista. I compaesani lo trattano con un misto di condiscendenza, pietà, sarcasmo, [...] Vai alla recensione »
Non è una pompa di benzina da qualche parte del deserto dell'Arizona dove nella seconda inquadratura tutto diventa un inferno. Siamo in Irlanda , Josie è l'addetto alla stazione di servizio, «un gran brav'uomo» come lo considerano i suoi compaesani, un po' ritardato ma bravo. Lì non succede nulla, la gente muore di noia e marcisce come le mele nei negozi.
L'inquadratura fissa, il frame stop, di Garage è quella del protagonista Josie (Pat Shortt) e del coprotagonista adolescente David (Conor Ryan) seduti sul retro della stazione di servizio dove Josie lavora. Attorno ai due lattine vuote, davanti a loro un punto fisso dell'orizzonte da fissare, tra i due il silenzio. Garage , dell'irlandese Lenny Abrahamson, è prima di tutto un film sull'incomunicabilità. [...] Vai alla recensione »
Lo scemo del villaggio e la diffidenza degli altri sono l'essenza di Garage, uno di quei film che si fanno per i festival e che servono a ricordare ai giornalisti - quasi i soli a vederli in un cinema, prima che passino di notte in tv, per infermieri e guardiani notturni - che il mondo è cattivo. Siamo in Irlanda: un maturo benzinaio (Patt Shortt) s'illude che una ragazza l'ami.