Anno | 2004 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 86 minuti |
Regia di | Jessy Terrero |
Attori | Tom Arnold, Kevin Hart, Method Man, Snoop Dogg, K.D. Aubert, Godfrey Brian Hooks. |
MYmonetro | 1,92 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Le avventure di una sconclusionata compagnia aerea rigorosamente black. Tra flatulenze e gag semipornografiche. Al Box Office Usa Soul Plane ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 14,1 milioni di dollari e 5,6 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Dopo uno spiacevole soggiorno a bordo di una nota compagnia aerea americana, Nashawn, che sin da bambino ha sempre avuto la passione per il volo, decide di fare causa alla società. Ottenuti 100mila dollari per risarcimento dei danni fisici e morali, decide di fondare una sua compagnia privata. Carrozzeria carenata e sgargiante, interni lussuosissimi in moquette, piscina, discoteca e hostess sexy e conturbanti: una folle compagnia aerea per soli afroamericani, in cui tutto può accadere.
In tema di aerei e di commedie, istintivamente il pensiero "vola" verso l'indimenticabile capostipite del genere demenziale: L'aereo più pazzo del mondo del trio Abrahams, David e Zucker. Se già la scelta di ripescare l'ambientazione ad alta quota per un film comico non brilla certo per originalità, bastano le prime sequenze di Soul Plane per intuire che il parallelismo con il capostipite sussiste esclusivamente come antitesi. Se L'aereo più pazzo del mondo è un felice esempio di gag esilaranti con il gusto della parodia cinematografica alla Mel Brooks, Soul Plane incarna la mediocrità delle più becere sitcom statunitensi unita alla volgarità di un video clip Hip Hop alla 50 Cent.
Un insieme di patetici stereotipi - dalla checca isterica alle bombe sexy tutto sesso e niente cervello - che coinvolge in primis la cultura dei negri americani. Tra natiche e seni delle vertiginose protagoniste, scene incentrate su sesso, flatulenze e rutti, si rimane talmente a bocca aperta da non riuscire nemmeno a sorridere. Un fatto insolito, dato che gli americani sono tra i pochi artefici di un'ironia internazionale capace di coinvolgere qualunque pubblico nel globo. Una rudezza gratuita che mette quasi a disagio considerando il target adolescenziale a cui questa tipologia di film sono rivolti. Forse la censura farebbe bene a tenere d'occhio più questa categoria di pellicole che i tanto bistrattati splatter, perché oggigiorno sul grande schermo la volgarità è molto più nociva e diseducativa di qualche litro di "succo di pomodoro".