Un frammento d'impero

Nel 1928, un uomo (Fedor Nikitin) ritrova la memoria che aveva perduta da dieci anni. Ricorda la guerra e i suoi momenti di fraternizzazione, la guerra civile in cui era stato abbattuto da un Bianco (Sergej Gerasimov), ritrova poi Pietrogrado, diventata Leningrado, il suo antico padrone (Jakov Gudkin) e la moglie (Ludmila Semenova) che ha sposato un funzionario brutale. Si tratta di un'opera di qualità eccezionale, di cui è elemento importante la profondità psicologica del protagonista. Belle le immagini dei proiettori che scrutano le grandi distese nevose e la notte della memoria. Rapidi i montaggi per la descrizione della vita moderna della nuova Unione Sovietica. Nonostante l'ultima bobina un po' debole, buona è la critica satirica della vita contemporanea all'inizio del primo piano quinquennale.
Da Dizionario dei film, Firenze, Sansoni, 1968